Wolverine: Netsuke – Recensione

Pubblicato il 17 Novembre 2012 alle 11:53

Ritorna una miniserie dedicata all’artigliato Logan: Wolverine Netsuke, con i magnifici dipinti del grande George Pratt! Seguite il più famoso degli X-Men in un’avvincente avventura giapponese dagli esiti imprevedibili!

Wolverine – Netsuke

Autore: George Pratt (testi e disegni)

Casa Editrice: Panini Comics

Provenienza: USA

Genere: Supereroi

Prezzo: € 6,00, 17 x 26, pp. 136, col.

Data di pubblicazione: novembre 2012

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Quando negli anni ottanta Chris Claremont deliziò i lettori con le storie degli X-Men fu apprezzato per la grande capacità di delineazione psicologica dei personaggi che nelle sue mani risultarono complessi e sfaccettati come non mai. In questo senso l’aggressivo Wolverine fu un ottimo esempio. Chris, infatti, prese un eroe che Len Wein aveva appena abbozzato e lo trasformò in un character affascinante e carismatico. Il fascino era causato dal mistero riguardante le origini e il passato; ma nemmeno le sfumature caratteriali erano da trascurare. Per giunta, Chris chiarì sin dal principio che Wolverine era stato, nel corso della sua vita, tante cose: agente segreto, supereroe, psicopatico, assassino, e da ciò ne derivava l’indubbia versatilità che gli consentiva di essere protagonista di storie di vario genere.

In seguito, Chris inserì nella vita di Logan la bella Mariko Yashida, figlia di un boss della Yakuza, e con il passare del tempo l’importanza della donna crebbe. La loro storia d’amore contribuì ad instaurare un collegamento tra Wolvie e la società giapponese. Logan dimostrò di conoscere la mentalità dei samurai, il bushido e il culto d’onore nipponici e perciò la cultura del Sol Levante costituì un aspetto essenziale del più amato degli X-Man. La cosa fu esplicitata nella splendida miniserie Wolverine, scritta da Chris e disegnata dal mitico Frank Miller, e successivamente le avventure di ambientazione giapponese furono numerose, tanto nella testata degli X-Men quanto in quella dello stesso Wolvie.

Mariko, in particolare, rappresentò l’elemento di massima umanizzazione di Logan e fu evidente soprattutto dopo la drammatica morte della ragazza. E gli autori che hanno avuto modo di scriverne le trame hanno spesso dato particolare enfasi a tale aspetto. Ne era consapevole pure George Pratt che nel 2003 entusiasmò i lettori con una stupenda miniserie, Wolverine Netsuke, oggi riproposta da Panini Comics in un albo della linea Marvel Best Seller. La storia nacque da una conversazione che Pratt ebbe con Claremont ma in seguito decise di realizzare il lavoro da solo, prendendo ispirazione dagli spunti di Chris.

Come è facile intuire dal titolo, la vicenda si svolge in un contesto nipponico ma c’è ambiguità e la fluttuazione tra realtà e delirio onirico è costante. Per giunta, la story-line si colloca in una dimensione a-temporale e ha la valenza dei sogni. In effetti, in diversi momenti della trama Logan sogna e si ritrova in una terra ancestrale che fa venire in mente il Giappone arcaico. L’immagine di Mariko è onnipresente e Wolvie è convinto che la sua amata sia in pericolo o comunque sia coinvolta in spiacevoli situazioni. Tutto pare ruotare intorno alla figura di una strega, una spettrale donna di neve, che ha pessime intenzioni nei suoi confronti. Ma c’è un ulteriore perno narrativo simboleggiato da un antico manufatto, il netsuke del titolo, che giocherà un ruolo rilevante nella vicenda.

Pratt ha saputo descrivere con bravura mozzafiato il lato più riflessivo e malinconico di Logan, con testi di un’intensità notevole, contrassegnati da una poesia e un lirismo che ammaliano e catturano l’attenzione sin dalla prima pagina. La storia ha un ritmo veloce e a volte si ha la sensazione di trovarsi all’interno di un incubo. L’opera sa intrattenere ma fa anche riflettere, considerando che Pratt affronta tematiche importanti come l’amore, la morte, il senso dell’esistenza, la maturità dell’individuo (sono palesi le suggestioni dei bindulgsroman); ma le riflessioni non sono appesantite da intellettualismo fine a se stesso e la miniserie è leggibile a più livelli. Si tratta, quindi, di un fumetto mainstream e nello stesso tempo colto.

D’altronde, Pratt si è accostato alla cultura giapponese con rispetto e non si avvicina alle tradizioni nipponiche in modo superficiale. La miniserie, inoltre, va segnalata per l’aspetto visivo. L’artista immenso che già aveva realizzato per la DC autentici gioielli come Enemy Ace: War Idyll e Batman: Harvest svolge un lavoro eccezionale. Ex collaboratore di Jon J. Muth e Kent Williams (e si percepisce l’influenza dei due maestri), Pratt dipinge un Logan dai tratti somatici orientali, una Mariko delicata e sensuale, una strega inquietante non priva di fascino, con perizia sopraffina. Ma ci sono richiami all’arte figurativa occidentale utilizzati nella rappresentazione di oscure caverne, immense lande desolate sconvolte dalla tempesta, cupe montagne, campi di battaglia insanguinati che sono il vero punto di forza del volume. Insomma, Wolverine Netsuke è un capolavoro, sia per quanto riguarda i testi sia per ciò che concerne la parte grafica e merita l’acquisto. Piacerà ai fan di Logan e dei fumetti pittorici ma potrà risultare gradito pure agli estimatori dei manga. Da non perdere.


Voto: 8 1/2

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