PAFF: presentato il primo Museo Interattivo d’Italia

Il Museo si avvarrà di una mostra permanente a rotazione e altre temporanee.

Pubblicato il 10 Febbraio 2023 alle 19:19

È stato presentato a Roma, prima dell’inaugurazione ufficiale del 10 marzo a Pordenone, il PAFF! (Palazzo Arti Fumetto Friuli) che allarga il proprio orizzonte e diventa International Museum of Comic Art. L’innovativo contenitore culturale che ha sede in Friuli-Venezia Giulia e organizza, promuove e ospita mostre temporanee diventerà un museo in pianta stabile. Con il patrocinio del Ministero della Cultura, con il sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e del Comune di Pordenone. Merito del lavoro fatto dal 2018 dal suo fondatore, il fumettista Giulio De Vita, e dal suo direttore artistico Luca Raffaelli, esperto e storico del fumetto.

PAFF! Primo Museo interattivo d’Italia

PAFF!

Come ha tenuto a precisare Giulio De Vita. “Il PAFF! sarà un museo che non è un museo, almeno nel senso tradizionale del termine”. Non in pianta stabile, anzi interattivo e non statico. Un sogno che diventa realtà, in comunione con le istituzioni locali. Anna Del Bianco in rappresentanza di Tiziana Gibelli Assessore regionale alla cultura e allo sport del FVG, ha dichiarato infatti: “Essere qui oggi ci da la conferma che i sogni sono realizzabili.”

Continuando poi: “Cos’ha di così speciale il fumetto come medium? Quella particolarissima capacità di comunicare fin da piccoli, lasciare un ricordo diverso da un’ opera d’arte o un brano musicale, simile a un film ma con quell’intimità di poter condividere e trattenere qualcosa. È capace di dialogare con tutte le generazioni ed è uno strumento che può essere nazionalpopolare, fino a diventare oggetto di culto e di nicchia. Il fumetto ci proietterà come regione in una dimensione europea”.

Pordenone è una cittadina di piccole dimensioni ma di grande aspirazione culturale. Questo è un salto di qualità definitivo per il PAFF! che già guardava al nazionale e al’internazionale. Una scelta coraggiosa e inusuale per un comune quella di convertire una Galleria d’Arte Moderna in un Palazzo del Fumetto. D’altronde Pordenone è stata la capitale italiana del punk e ora punta ad essere capitale italiana della cultura nel 2026 grazie alle sue due grandi vocazioni, cultura e impresa.

Giulio De Vita è fumettista da quando aveva 16 anni: “è un’esigenza mia personale d’espressione, una vocazione che condivido con tanti altri autori e maestri che avremo anche il piacere di ospitare nel museo. Del resto oggi viviamo nella civiltà dell’immagine, dietro di noi qui a Roma c’è la colonna di Marcaurelio che è un esempio di proto-fumetto. Sopravvive alla tecnologia che subentra, è un bisogno ancestrale dell’uomo di raccontare e raccontarsi attraverso le immagini”.

Continuando poi, “Pordenone una una fantastica realtà fumettistica molto più sviluppata e diffusa di quanto si possa pensare guardando alle dimensioni della città”. Autori che faranno parte della linea editoriale del museo. I Pordenonesi, rassicura De Vita, inizialmente perplessi e diffidenti dal nuovo progetto si sono via via fatti coinvolgere, soprattutto grazie alla voce diffusa che un palazzo un tempo degradato è stato rimesso a nuovo ed è ora frequentabile da tutta la famiglia.

Luca Raffaelli sostiene con gioia il progetto curandone la linea editoriale: “Il fumetto è il contrario di quello che si è sempre detto essere, ovvero un linguaggio diseducativo e adatto a persone disattente. Si tratta di un linguaggio freddo rispetto al cinema che è caldo, diceva Marshall McLuhan, poiché ha bisogno di essere scaldato dal lettore con la propria attenzione e partecipazione, non sfogliato come i vecchi critici d’arte facevano. La mostra permanente del Museo sarà sulla storia del fumetto e sarà quindi partecipata, non passiva da parte del visitatore. Ci saranno fantastici originali ma anche riproduzioni, da scoprire aprendo ante e cassetti”.

PAFF! Gli artisti e le mostre presenti

PAFF!

Corriere dei Piccoli, L’eternauta, Ruggero Giovannini, Hugo Pratt (uno dei rari autori presenti con più opere), Simone Angelini, Eugenio Sicomoro, Ivo Milazzo, Laura Scarpa, Marjane Satrapi, Moebius, e così via (un centinaio di originali in tutto). La mostra sarà suddivida in capitoli, ognuno dedicato a uno dei formati del fumetto, fondamentale per un autore. Gli autori ospitati saranno internazionali ma avranno necessariamente una visione italo-centrica, come i vari Tex e Diabolik che hanno fatto la storia del fumetto italiano. Ovviamente ci sarà equilibrio tra le varie nazioni presenti. Grazie a Giancarlo Soldi (anche lui presente alla presentazione), ci sarà una tavola inedita del Maus di Spiegelman in esclusiva per il PAFF!.

Continua Raffaelli: “Il fumetto è un linguaggio sempre in evoluzione, non statico, e così sarà anche il PAFF, avrà una rotazione anche per preservare lo stato delle opere, per la mostra permanente, dato che nei mesi successivi ci sarà un discorso di archiviazione e catalogazione, in modo che nessun visitatore possa dire ‘Non ci torno più perché ho già visto tutto”.

De Vita si candida scherzosamente al ruolo di ‘ladro internazionale’ in riferimento agli altri direttori di musei: “Continueremo ad avere delle acquisizioni, la nostra dichiarazione d’intenti è di dover continuare a farle ma contiamo molto su prestiti e donazioni, possibili scambi che avremo, grazie allo status di Museo che stiamo per acquisire potremo aprire un dialogo con altri musei internazionali, e così via”. Un’altra particolarità è che gli originali potranno essere retro illuminati, e quindi visti a tutto tondo: ogni tavola può nascondere vari segreti interessantissimi da vedere come pecette, cancellazioni a matita e altri ritocchi dell’opera originaria”.

Presente a Roma anche Ivo Milazzo che ha detto: “Veder trattare letteralmente con i guanti bianchi un fumetto – questa la possibilità data ai visitatori, ndr – mi ha molto emozionato, ha reso questo medium da espositivo ad interattivo, e credo che incarni esattamente lo scopo mediatico del fumetto. Per gli autori che fanno questo mestiere non è per niente facile. Si tratta di un mondo fantastico che fatica a vivere in un mondo razionale come il nostro”.

Ovviamente non mancheranno anche le mostre temporanee, tra cui citiamo quella in corso su Will Eisner, padre putativo del fumetto nella più grande esposizione finora a lui dedicata, è appena terminata quella su Tony Wolf e attualmente c’è anche il Tex del pordenonese Emanuele Barison. La peculiarità sarà quindi l’interattività che comprenderà anche video degli autori che spiegano il loro lavoro, quiz, schermi da toccare e che diventano vivi. Una sorta di caccia al tesoro fumettistica per arrivare ai contenuti insomma. Spazio anche ai nuovi talenti emergenti e giovanissimi, dato che l’Associazione di De Vita, Vastagamma, nasceva oramai 20 anni proprio con questo intento. Spazio anche agli autori locali, come si diceva, dato che l’autoproduzione è l’underground è tutto. “Maus veniva da lì” ricorda Raffaelli. Tutto va proporzionato dato che gli spazi non sono enormi e vanno organizzati.

È stata aperta la call per gli operatori museali che andranno a lavorare all’interno del PAFF! Le scuole superiori hanno sdoganato il pregiudizio negativo sul fumetto. Questo grazie soprattutto alla generazione di insegnanti che oramai corrisponde a quella cresciuta a pane e cartoni animati giapponesi.

Spazio infine al proto-fumetto, con una parte realizzata in maniera anomala dal pordenonese Davide Toffolo. Un grande pannello con protagonista Yellow Kid il primo personaggio popolare che ha dato il via in un certo senso al fumetto. Una vignetta si Rodolphe Töpffer che ha stabilito le regole della nona arte. Che vive e vivrà al PAFF!

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