Simple & Madama: intervista a Lorenza Di Sepio e Marco Barretta

Pubblicato il 28 Dicembre 2019 alle 16:00

Da Lorenza Di Sepio e Marco Barretta i due autori di un volume come Procrastination, con protagonista la coppia che li ha resi celebri, Simple & Madama, loro alter ego fumettistici “carini e coccolosi”, non puoi aspettarti altro se non che procrastinino l’intervista fino a poco prima delle festività natalizie. Scherzi a parte, abbiamo fatto con loro un excursus dagli esordi a Simple & Madama In Love presentato a Lucca 2019, fino ai prossimi progetti, con qualche annuncio in anteprima. Enjoy.

Prima eri da sola, poi siete stati in due. Come è nato il sodalizio lavorativo dopo quello personale?

Lorenza: Fondamentalmente perché non ce la facevo più a fare tutto da sola, io in realtà ho sempre cercato qualcuno che mi aiutasse con la sua esperienza ma non mi sono mai fidata di nessuno. Poi ho incontrato e approfondito la conoscenza con Marco e mi sono abbandonata all’idea di fare 50 e 50.
Insomma ti serviva un uomo dalle spalle larghe…
Lorenza: Più che altro dalla pazienza infinita che è la cosa fondamentalmente (ride).

Come vi è venuta l’idea dei personaggi di Amamda e Frienderico? Una coppia di amici (spero di no per loro sennò non vi avrebbero parlato più)?

Lorenza: Sono nati per l’esigenza di inserire altri personaggi che non fossero la coppia affiatata e splendida al centro della storia. Purtroppo la friendzone su internet è sempre andata un sacco, sappiamo che magari per i friendzonati non è una cosa bella però volevo seguire altri temi e questo aveva un potenziale per creare una spalla alla coppia protagonista. I nomi sono venuti da sé: molti dicono “Amanda” ma in realtà è l’anagramma di Madama. Mi serviva un personaggio che fosse l’opposto di Madama, quindi è antipatica, piace a tutti, biondissima, piastrata, le caratteristiche più lontane dal personaggio di Madama. Per Frienderico ho cercato un nome che andasse bene con Friend e quindi suonasse tragicamente bene col suo destino.

Avranno mai un fumetto spin-off o secondo voi come spesso capita funzionano più con incursioni momentanee che con una storia tutta loro dedicata?

Lorenza: Noi abbiamo provato a fare il venerdì della friendzone con una vignetta a loro dedicata che aveva allargato la fetta di lettori ma che purtroppo aveva un po’ imbastardito i commenti. Nella nostra community noi siamo contenti perché sono tutti super adorabili e invece nei commenti alla friendzone diventavano tutti un po’ aggressivi, generando discussioni. Abbiamo capito che l’argomento era un po’ spinoso…
Marco: Chi ci sta dentro alla friendzone ne soffre alla fine, ci scherza sopra ma ci sta male. I lettori iniziavano ad odiare il personaggio di Amamda e anche un po’ Frienderico (alcuni dicevano “no ma dovrebbe fare così” e così via) empatizzando un po’ troppo e quindi abbiamo deciso di rallentare un po’.
Lorenza: Infatti quando qualcuno ci chiede di Frienderico diciamo che dobbiamo riequilibrare le sorti dell’universo. (ride)

Lo stile di disegno di Simple & Madama è semplice e immediato, proprio come l’argomento che racconta: la quotidianità della vita di coppia, ed è anche per questo che arriva subito al pubblico. È per questo motivo che hai/avete fatto questa scelta anche con i nomi, un ragazzo e una ragazza semplici?

Lorenza: Quando ho iniziato a fare le primissime vignette le ho fatte per divertimento personale con amici e parenti. Quindi lo stile semplice e immediato era più funzionale alla scrittura che alla lettura. Come quando fai i pupazzetti quando stai al telefono. È stato il frutto di una metabolizzazione di anime, cartoni, di quand’ero piccola. Nel corso del tempo ho aggiustato il tiro. Adesso infatti il concetto è sintetizzarli il più possibile per farli arrivare il più direttamente possibile al pubblico, come una freddura.
Dato che mi avete parlato degli altri nomi prima, Simple & Madama… perché?
Anche quelli in realtà sono stati abbastanza casuali. Quando sono “nati” io lavoravo in uno studio di animazione, non avevo il tempo e quindi sono stati una cosa nata “per caso” e strutturata più tardi. Simple perché l’uomo di solito nei luoghi comuni è il più sempliciotto della coppia.
Marco è silente in tutto questo da buon Simple
Lorenza: Siamo ancora nell’era buia di quando non c’era ancora… (ride)
Marco: Io alla fine ci sono da due anni e mezzo lavorativamente parlando…
Lorenza: Madama perché si presta molto come nome di un personaggio un po’ con la puzzetta sotto il naso ma in realtà l’origine è ancora più “ancestrale” in un certo senso. Quando ho iniziato a creare le vignette le mettevo sul blog, perché all’epoca non avevo Facebook, e il blog si chiamava Madama Lorè dalla filastrocca di Madama Dorè, per cui ho tolto “Lorè” ed è rimasto Madama e suonava bene insieme a Simple.
“Simple & Madama” è molto musicale in effetti.
Lorenza: Infatti i primi tempi c’erano dei fan dall’estero che ci dicevano in inglese si dovrebbe dire “Madama and Simple” ma non aveva lo stesso effetto come suono quindi alla fine sono rimasti così.

Con Daisy (Tunuè) lo stile rimane semplice ma omaggia lo storytelling favolistico, così come la trama. Come è nato quell’esperimento? Ci sarà un seguito come ogni saga che si rispetti?

Lorenza: L’idea di Daisy nasce fondamentalmente dal fatto che dopo cinque anni di Simple & Madama, volevo prendermi del tempo per fare anche altre cose. Già su Instagram avevo iniziato a fare fanart e sketch in altri stili. Mi piaceva far vedere che sapevo fare anche altro. Sai quelle classiche cose che si dicono nei commenti sui social “Ah ma allora sai fare anche altro, sai disegnare davvero“, uno commenta per scherzare ma lascia il segno. Era un po’ di tempo che volevo sperimentare un graphic novel diverso dalle vignette autoconclusive di Simple & Madama, anche se già facevo dei libri non erano dei veri e propri romanzi a fumetti. Purtroppo non avevo la storia perché, come ha visto Marco quando abbiamo scritto insieme Daisy, sono un po’ “psicopatica”: tendo sempre a trovare i difetti e ciò che non funziona in un lavoro, quindi da sola faticavo. Marco è subentrato con il soggetto che mi ha colpito subito, quindi ci siamo buttati ed è andata bene.
Marco: L’idea per il soggetto di Daisy è un insieme di ispirazioni, dai fumetti alle serie tv, non ci dovevano essere elfi perché Lorenza li odia (ride). Per esempio il personaggio di Paglia un po’ ricorda il Mago di Oz, ma non è solo quel personaggio, è stato costruito intorno a Cento Occhi della serie tv Marco Polo, è stato pensato un po’ come un maestro shaolin, un’artista marziale che avesse anche una saggezza innata. Mi piaceva l’idea di inserire anche una parte action nella storia avendo praticato arti marziali.
Lorenza: E’ stato pignolissimo (ride).
Marco: Infatti i vari esempi erano presi da artisti marziali shaolin per farle vedere come si usava il bastone, la lancia, e così via. Poi lavorando sulla stessa scrivania, a volte lei correggeva me, altre volte io correggevo lei, e siamo andati spediti e in 3-4 mesi abbiamo concluso il lavoro.
Lorenza: Ci tengo però a precisare 3-4 mesi disperatissimi. Che non si pensi si possa fare un lavoro del genere in questi tempi (ride).
Marco: Lavoravamo giorno e notte, saltavamo le cene con gli amici, mangiavano sulla scrivania lavorando…
Lorenza: …con l’editore ogni tanto chiamava preso dal panico: “Allora a che punto siete?” e noi mentivamo spudoratamente (ride).
Marco: Però alla fine è uscito qualcosa che ci è piaciuto e ci hanno chiesto un seguito.
Quindi possiamo dire ufficialmente che ci sarà un seguito di Daisy.
Marco: Già e non si chiamerà Daisy 2, per fortuna. L’idea è quella di non realizzare un “due”, ma che sia una storia leggibile anche da sola. Proprio per questo la mia idea originale era quella di togliere “Daisy” dal titolo del libro, ma mi è stato consigliato di lasciarlo per motivi di identificazione e continuity.

Oggi i social media per voi fumettisti, in particolare Instagram dato che vive di immagini, sono uno strumento per tenere “caldo” il pubblico in attesa del nuovo fumetto, del nuovo progetto, tramite strisce quotidiane, meme e quant’altro. Come vivete questo aspetto del vostro lavoro rispetto a quando avete iniziato?

Lorenza: Quando ho cominciato vivevo la cosa in estrema tranquillità, postavo contenuti di qualsiasi tipo, i primissimi mesi di Simple & Madama c’erano l’oroscopo, gli aforismi, non solo pillole, creavo contenuti che mi andava di creare, senza pensieri. Adesso invece la vivo con grande angoscia (ride). Più che altro ora la situazione è più controllata perché Simple & Madama è cresciuto come fenomeno, è diventato più professionale, e Marco è un editor intransigente (ride). Una delle prime cose che mi ha detto quando ci siamo conosciuti è stata “Devi smetterla di postare foto di te con la birra”.
Marco: C’era una foto che impazzava di lei con una pinta di birra di un litro.
Lorenza: Non mi ubriacavo, ma l’immagine che traspariva forse era quella! Io sono prima di tutto un’autrice di fumetti, ed ho iniziato a voler usare i social principalmente per lavoro.
Proprio per questo ora sto più attenta a postare contenuti di qualità, anche perché sento una responsabilità verso chi mi segue.
Capisco l’esigenza dato che in fondo sono i vostri alter ego…
Infatti ora posto foto di me sul divano perché me le ha concesse e vedo che è una cosa condivisa anche con i nostri fan!

A proposito della quotidianità che piace ai lettori e che abbiamo nominato prima, molti fumettisti italiani come voi, da Zerocalcare e Ortolani a Giacomo Bevilacqua e Dado, per fare solo alcuni esempi, piuttosto che raccontare di mondi fantastici e inventati (come avete fatto con Daisy) preferiscono optare per alter ego di se stessi, e questo finora pare abbia ripagato. Come mai secondo voi questo trend?

Marco: Perché credo che il target di riferimento di Facebook non sia lo stesso delle fumetterie, amanti di storie fantastiche e supereroi. E purtroppo questo pubblico non è abituato a questo genere di contenuti “fantastici”. Instagram, come hai detto tu prima, è il social di immagini per eccellenza, e infatti non ci sono link o altro, però se ci pensi che tipo di contenuti visivi propone? La maggior parte degli influencer parlano di se perché le persone vogliono sapere cosa fanno i loro “beniamini”… I fotografi postano quello che fanno e dove vanno, e così via. È davvero difficile che qualcuno segua un autore perché racconta una storia fantastica. C’è quel seguito ma è la nicchia che poi va anche in fumetteria.

Avete avuto sempre idee originali come il font per dislessici utilizzato in Simple & Madama In Love ad esempio, come vi sono venute? Vi hanno contattato da qualche associazione?

Lorenza: Come hai detto tu internet è pieno di vignette della vita quotidiana. Anche all’estero è veramente pieno di fumettisti che ritraggono la quotidianità. Quello che volevamo fare noi era dare un qualcosa di più. Ci piace sempre sperimentare e volevamo regalare un’esperienza diversa in aggiunta a un nuovo libro di Simple & Madama. Poi col fatto che ora ci siamo dati all’autoproduzione da Procrastination in poi, preferiamo curare nel dettaglio tutti gli aspetti del lavoro. Questa idea del font in particolare ci è venuta parlando con un amico di Marco in realtà.
Marco: Ci eravamo resi conto che c’era questo tipo di problema e anche il fatto che fosse fondamentalmente sottovalutato. Si sente spesso dire che i bambini dislessici “non si applicano” o che sono pigri, e invece il problema c’è quindi ci siamo detti “Perché non aiutarli?”. Alla fine il font è un po’ bruttino ma è anche un mezzo per arrivare a più persone, a più lettori.
Lorenza: Abbiamo scoperto che c’era quest’azienda che aveva creato questo font apposta e ci siamo fidati. Ci siamo messi in contatto e abbiamo avviato la partnership con loro… ed effettivamente poi abbiamo avuto un riscontro da tanti fan dislessici in direct su Instagram. Quindi siamo stati doppiamente contenti perché noi non avendo questo tipo di problema non avevamo realmente compreso l’impatto di questa scelta, ma volevamo puntare a sensibilizzare sul tema.
E direi che ci siete riusciti in pieno.

Com’è nata la collaborazione con FoxLife per la serie tv Extravergine? Vi siete divertiti in questo esperimento?

Lorenza: Quello è stato un po’ l’effetto Daisy, perché quando da fuori hanno cominciato a vedere che potevamo fare anche altro, il raggio d’azione si è allargato. FoxLife ci ha contattati e sono stata contentissima. Loro in pratica cercavano di illustrare con delle pillole comiche una situazione piccante, perché la serie parla di questa ragazza che a 30 anni è ancora vergine, e le amiche la spingono a fare il “grande passo”. Quindi hanno cercato in me la persona che potesse creare delle vignette in preparazione all’arrivo della serie in tv, in maniera piccante ma non volgare. Soprattutto da quando c’è anche Marco abbiamo sempre puntato a un tipo di qualità che fosse pulita, anche perché la community come dicevamo prima è fatta di una categoria di persone pulita, anche quelle che vengono in fiera, ci sono anche diversi bambini che ci seguono, soprattutto grazie a Daisy. Cerchiamo di restare il più possibile neutri su questo fronte, e FoxLife aveva percepito quest’aspetto del nostro lavoro e ci aveva chiesto esplicitamente di non trattare il sesso in maniera volgare. Per me è stata una sfida perché trattare l’argomento di per sé, il rapporto sessuale, il bondage, in maniera soft-comica è stato interessante.

Ultima domanda di rito: nuovi progetti in arrivo, da soli o insieme? Qualche esclusiva che volete darci?

Lorenza: Oltre al sequel di Daisy di cui abbiamo parlato prima, abbiamo presentato In Love a Lucca e già avevamo il soggetto per il prossimo libro di Simple & Madama (si guardano e sogghignano come mignolo col prof, NDR), perché oramai abbiamo preso questo trend di un libro di Simple & Madama all’anno; però dato che ci vuole tempo – come per le serie tv – uscirà a Lucca 2021. Ci siamo presi un po’ più di tempo perché i 3-4 mesi di Daisy sono stati un massacro (ride). Infatti per il sequel ci siamo già accordati con l’editore “non coi ritmi del primo”.
E io come i lettori non vedo l’ora di leggerlo.

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