Deathbed di Joshua Williamson & Riley Rossmo | Recensione

Pubblicato il 22 Aprile 2019 alle 18:00

Chi è Antonio Luna? E’ il più grande avventuriero del mondo ma non solo questo! E quando una scrittrice deciderà di scrivere un libro sulla sua vita, avrà a che fare con situazioni incredibili, pericolose e deliranti, come scoprirete in Deathbed, miniserie Vertigo di Joshua Williamson e Riley Rossmo!

Lion propone in un unico volume Deathbed, miniserie Vertigo di cinque numeri che definire di difficile classificazione è un eufemismo. Scritta dall’abile Joshua Williamson, che molti probabilmente conosceranno per la sua run di Flash, ha a che fare con una miscellanea di situazioni narrative davvero spiazzante. C’è un po’ di tutto, dall’horror alla fantascienza, dal thriller al noir, e l’autore si è fatto suggestionare dalla gloriosa tradizione dei racconti pulp e di certi b-movie.

Nello stesso tempo, Deathbed è un’acuta riflessione sulla scrittura e sul ricordo. Questi due elementi sono preponderanti e influenzano in maniera profonda la trama concepita da Williamson. Tutto ha inizio con Valentine Richards. Da ragazzina aveva vinto un concorso letterario e ciò l’aveva spinta a intraprendere la carriera di scrittrice. Crescendo, in effetti, Val è riuscita a realizzare il suo sogno, pubblicando un romanzo che ha ottenuto il plauso del pubblico e della critica.

Il sogno, però, ben presto è svanito. Non è, infatti, riuscita a bissare il successo e per giunta la mancanza di ispirazione ha compromesso le sue capacità creative. Per sbarcare il lunario, quindi, è costretta a scrivere qualche articolo di giornale e a fare la ghostwriter, occupandosi delle biografie di persone famose. In altre parole, non si occupa della sua vita ma di quelle altrui e ciò non la soddisfa. Un giorno, però, riceve uno strano incarico. Le viene offerta l’opportunità di scrivere la biografia di Antonio Luna.

Ma chi è Antonio Luna? Val non ha mai sentito parlare di lui. Tuttavia, dopo aver fatto la sua conoscenza, entra in contatto con una realtà incredibile. Si tratta di un eccentrico novantenne che nel corso della sua esistenza è stato tantissime cose: avventuriero, detective, capo di una setta, pittore, rockstar e così via. Possibile che Luna sia riuscito a essere protagonista di tante avventure? E cosa c’è di vero in ciò che racconta? E, soprattutto, c’è da fidarsi dei suoi ricordi?

Man mano che la vicenda prosegue, in effetti, lo stesso Antonio comprende che la sua memoria forse è stata manipolata da qualcuno. Come se non bastasse, non mancano i pericoli. Antonio è finito sulla lista nera di persone che vogliono ucciderlo a tutti i costi e Val rimane coinvolta insieme a lui in situazioni spaventose incentrate su mummie assassine, lupi mannari, sette di cannibali, meduse dalle strane proprietà e addirittura un angelo vendicativo. I due protagonisti si trovano perciò inseriti in contesti visionari, psichedelici e deliranti e il tutto viene raccontato da un narratore nascosto la cui identità verrà rivelata solo alla fine della miniserie.

Williamson concepisce una trama interessante e coinvolgente, caratterizzata da un ritmo narrativo veloce, che forse ha il solo difetto di essere un mix eccessivo di generi disparati. Non significa, comunque, che Deathbed non sia un’opera valida e di certo potrà interessare i fan della Vertigo. I disegni sono dell’ottimo Riley Rossmo che ha realizzato diverse cose per DC, Image e Marvel. Il suo stile non è naturalistico ma punta sul grottesco, con influssi indie e qualche richiamo a Sienkiewicz, palese fonte di ispirazione del penciler.

Rossmo ci propone tavole dal lay-out costantemente inventivo, con inquadrature di dimensioni mutevoli, incastonate in modo da formare sovente incredibili mosaici. Le matite sono, inoltre, valorizzate dai colori vividi e psichedelici di Ivan Plascencia che contribuiscono a renderle ulteriormente pop. Quindi, benché, come ho scritto, la sceneggiatura di Williamson sia valida, il vero e proprio punto di forza di Deathbed è costituito dai disegni di Rossmo.

Nel complesso, il volume è da tenere d’occhio si rivolge a coloro che intendono provare qualcosa di diverso dai soliti supereroi.

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