La Vita In Un Attimo di Dan Fogelman | Recensione

Pubblicato il 13 Febbraio 2019 alle 20:00

Il film è in programmazione nei cinema italiani dal 14 febbraio.

Giusto in tempo per San Valentino arriva in Italia La Vita In Un Attimo, nuovo film da regista dello sceneggiatore Dan Fogelman, che torna dopo l’esordio con La Canzone della Vita – Danny Collins: se il film del 2015 con Al Pacino tutto sommato riusciva nei suoi modesti intenti, siamo invece alle soglie della debacle per questa bruttissima seconda regia, un dramma con un cast spropositato (e infatti è costato dieci milioni di dollari: ne ha incassati sette) e con ambizioni perfino maggiori.

C’è la stessa voglia di sorreggere una montagna narrativa con gambe rachitiche e ginocchia fragili che aveva Collateral Beauty, gettandosi del campo della meta-narrazione laddove il patetico melodramma di David Frankel del 2016 (altro cast spropositato, che includeva Will Smith, Edward Norton, Keira Knightley, Michael Peña, Naomie Harris, Kate Winslet ed Helen Mirren, che però per lo meno incassò bene) flirtava con la metafisica.

Questo La Vita In Un Attimo segue la storia d’amore di Will (Oscar Isaac) e Abby (Olivia Wilde). Man mano che la narrazione si dipana, però, il film salta a Dylan (Olivia Cooke), una giovane problematica che cerca di lasciarsi alle spalle il proprio dolore, ad Irwin (Mandy Patinkin), che cresce la figlia di suo figlio in un mondo pieno di pericoli, al signor Saccione (Antonio Banderas), un ricco proprietario terriero spagnolo, al suo braccio destro Javier (Sergio Peris-Mencheta), che gestisce la piantagione, e alla famiglia di Javier, Isabelle (Laia Costa) e Rodrigo (Alex Monner), da New York alla Spagna da un’inquadratura all’altra.

E il tutto è raccontato dal narratore onnisciente ma inaffidabile Samuel L. Jackson, figlio della fantasia Will, che sta scrivendo una sceneggiatura.

E’ difficile credere che l’autore di questa sceneggiatura abbia partorito non solo quelle di commedie brillanti come Crazy, Stupid, Love Parto Con Mamma, ma anche quelle di film Disney-Pixar come Cars, Cars 2 e Rapunzel; eppure è evidente che sia lo stesso della serie tv This Is Us, data la natura così televisiva de La Vita In Un Attimo, che però condensata in appena 117 minuti diventa un flusso disorientante di personaggi che si susseguono a schermo con poca, pochissima coerenza. Il film non ci dà il tempo di iniziare a provare empatia per le lotte di un personaggio, quando all’improvviso lo saluta per passare a raccontarci i drammi di qualcun altro, e così via fino alla fine.

Fra le note positive le interpretazioni di Isaac e della Wilde, che però nascondono completamente quelle della Cooke e di Monner, che hanno davvero pochissimo tempo a schermo per brillare a sufficienza. E di certo questo non basta per soprassedere ai tantissimi problemi che fiaccano fin troppo l’esperienza che il film, almeno sulla carta, avrebbe dovuto offrire.

Temi ripetitivi e costanti riflessioni melense addensano un minestrone già fin troppo insapore a causa di tutti i tipi di sapori che vuole raccogliere: le si prova tutte per rendere interessante questo strano e girovagante carosello di personaggi, ma nel tentativo di rendere più intelligente una trama incredibilmente fiacca e spesso vuota (nel senso che ha pochissimo da dire, oltre a quello che ci mostra), il dispositivo narrativo diventa un vero e proprio tedio. La vita è complicata, è vero, ma un film non dovrebbe esserlo così tanto.

Probabilmente chiunque avrebbe preferito che Amazon tenesse questo film sottochiave, piuttosto che A Rainy Days In New York di Woody Allen.

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