La Città Senza Nome Vol. 2 – Il Cuore di Pietra di Faith Erin Hicks | Recensione

Pubblicato il 6 Dicembre 2018 alle 11:00

Arriva sempre con Edizioni BD il secondo volume della trilogia di Faith Erin Hicks

Sono passati alcuni mesi da quando Ratto e Kaidu hanno sventato l’attentato volto ad uccidere il Generale di Tutte le Lame, ma ovviamente i guai non sono finiti, anzi! La Città, infatti, cade di nuovo nel caos e la soluzione diplomatica studiata dal padre di Kai per garantire agli abitanti un certo controllo sul loro destino trova sempre maggiore opposizione tra le fila dei soldati. A rendere tutto più complicato, Ratto potrebbe essere in possesso della chiave per portare alla luce una spaventosa arma creata dai misteriosi fondatori della Città… un segreto nascosto da secoli e che è ora nelle mire dei Dao. Se rivelarlo vuol dire tradire la Città, non farlo condannerebbe tutto ciò che i ragazzi hanno di più caro…

Anche in questo volume la base della storia e della trama è l’amicizia tra Kaidu e Ratto, che ormai sono riusciti a costruire un rapporto di amicizia solido a dispetto della differente provenienza e nonostante il clima non certo cordiale che esiste tra le differenti popolazioni che abitano quella città  (tanto che Ratto arriva a dimenticarsi che il suo amico è un Dao). Altro elemento cardine è il segreto che i monaci, con i quali Ratto vive, nascondono e che fa gola agli oppositori di Andren, che, come detto, ha ormai convinto il signore della città a creare un consiglio in cui siedano tutte le popolazioni che la abitano. Tuttavia la strada per realizzarlo sarà molto in salita.

Questo secondo volume ci presenta sicuramente una trama molto più votata all’azione rispetto al primo tomo, che quasi per metà si preoccupava di presentarci i personaggi della storia. Ora che questi ci sono già  noti, fin dalle prime pagine si nota un ritmo più veloce che incastra vari episodi che ci conducono, infine, ad un finale che tuttavia, data la trama, troverà  la sua degna conclusione solo nel terzo ed ultimo volume.

Il ritmo del volume non può che vedersi come un aspetto molto positivo rispetto a quanto visto prima, però non è possibile non sottolineare come la trama sia molto lineare nello svolgimento e che la storia sia praticamente priva di sottotrame di rilievo che riescano a dare risalto anche agli altri personaggi; il che è un peccato, trattandosi di una storia che tratta anche di tolleranza, perché un personaggio come Iniko avrebbe potuto essere indagato maggiormente nei suoi sentimenti, invece l’autrice ha solo gettato qualche indizio, ma poi ha abbandonato la cosa. Vedremo se nel terzo volume avrò occasione di ricredermi.

Ovviamene anche lo stile piuttosto cartoonesco di Hicks non muta, mostrando una influenza del fumetto orientale che non guasta data anche l’ambientazione. Si nota sempre una certa abilità nella costruzione delle tavole e nelle inquadrature, molto cinematografiche.

Il volume contiene anche, nelle ultime pagine, una nota dell’autrice in cui racconta le fonti da cui ha attinto per creare La Città senza nome dal punto di vista dell’ambientazione storica, nota seguita da alcuni disegni preparatori e schizzi dei personaggi.

Vi ricordo, infine, che tutti e tre i volumi della saga sono già disponibili in vendita anche in cofanetto.

 

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