Sturmtruppen achtung! Festecciare cinquant’annen!

Pubblicato il 20 Ottobre 2018 alle 12:00

Tutto quellen ke c’è da saperen sulle truppe tetesken di Bonvi, ach!

«Le Sturmtruppen sono un’efficace satira dell’ottuso militarismo nazista. Soldati pasticcioni, paurosi, con una gran voglia di tornare a casa, suscitano il riso con il buffo tedesco maccheronico delle loro battute; ma si tratta di un riso amaro, che fa riflettere sulla stupidità e la crudeltà della guerra.» (Enciclopedia Treccani)

  • Il Sergenten Bonvi e la sua leggenden

Modena, primi giorni di ottobre del 1968. In un periodo storico colmo di tumulti e cambiamenti post-bellici, all’interno di una locanda nasce un nuovo “tumulto a fumetti”, creato dal giovane creatore del personaggio di Cattivik, il modenese Franco Bonvicini (in arte Bonvi, 1941-1995). Una striscia comica a cui verrà dato il tedesco nome di Sturmtruppen è nata e inizierà la sua scalata verso il successo di pubblico e di critica.

Neanche il tempo di “emettere il suo primo vagito fumettistico” che, dopo un mese, la strisce riceve il premio della Città di Lucca durante il suo IV Salone dei Comics, oltre a ricevere il premio come migliore striscia umoristica dal quotidiano “Paese Sera”, che sarà il primo a ospitare le strisce dell’autore modenese a partire dal 23 novembre 1968.

Questi piccoli soldati tedeschi senza identità (e molto spesso anche senza occhi, nascosti dai loro elmetti) dimostravano in maniera ironica e grottesca la vita militare, senza nascondere frecciatine satiriche alla situazione politica attuale. I personaggi variavano costantemente, tranne alcuni come il Sergenten, il cuoken, la piccola fedetta prussiana (nome che si ispira alla “piccola vedetta lombarda” narrata all’interno del libro Cuore di Leonardo de Amicis), gli eroiken portaletteren e portaferiten, il tenente, il capitanen dalle tendenze omosessuali e Galeazzo Musolesi, unico personaggio che possiede un’identità definita (italiano proveniente da San Giovanni in Persiceto, alleato delle truppe tedesche, incarna tutti gli stereotipi degli italiani in periodo di guerra).

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Un fenomeno a fumetti che ha avuto un successo strepitoso, non solo in Italia: le divertenti disavventure delle truppen tetesken sono state tradotte in ben venti Paesi e in undici lingue, tra le quali il russo (è stato infatti il primo fumetto straniero mai pubblicato nell’ex URSS). Quasi seimila strisce sono state pubblicate da svariati editori su diverse riviste e periodici per più di 25 anni, fino all’incidente automobilistico in cui l’autore perse la vita nel 1995. Le Sturmtruppen di Bonvi hanno fatto le loro campagne militari sui quotidiani “L’Ora di Palermo”(1969), “La Gazzetta di Parma” (1971), “Il Resto del Carlino-La Nazione” (1981), “La Voce” (1994) e sui periodici “Segretissimo” (1970), “Corriere dei ragazzi” (1974), “Corriereboy” e “Nick Carter” (1976), “Sorrisi e Canzoni TV”(’70), “Radiocorriere TV” (1985), “Bi-Bop-Alula” (1984), “Be Bop A Lula” (1986), “The European” (1990), Comix (1992). Nel 1975 Max Bunker lo ospita sulla rivista “Eureka” fino al 1975; dopo un anno di pausa, Editoriale Corno raccoglie le strisce pubblicate (1350 circa) nell’edizione Eureka Pocket e poi gli dedica un’intera rivista, “Sturmtruppen Koloren (1978), al quale segue la cronologia “Sturmtruppen Mese” (1981). Quasi in contemporanea, la stessa Corno pubblica una raccolta di figurine (1977) che ottiene un grosso successo.

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  • Il Cuoken – Umberto Smaila nel film che serve “sbobben”

Cinquant’anni fa, la risposta del pubblico fu imponente e calorosa. I tempi erano infatti maturi per poter portare il fumetto più conosciuto dell’autore modenese fuori dalle pagine dei quotidiano: fu così che, a opera di Renato Pozzetto, Cochi Ponzoni e Salvatore Samperi nacquero ben due film, Sturmtruppen (1976) Sturmtruppen 2 – Tutti al fronte (1982) con un cast comico d’eccezione che vede presenti Massimo Boldi, Teo Teocoli, Umberto Smaila e Sandro Ghiani. Tra bombe a mano saltate in anticipo, divise adamitiche e capitani omosessuali compare anche lo stesso Bonvi più volte, nella parte del condannato a morte che cerca di trovare i modi più fantasiosi per sfuggire alle fucilate.Risultati immagini per sturmtruppen film

Pochi anni dopo, all’interno del programma-contenitore Supergulp! Fumetti in tv è stata trasmessa la prima trasposizione dei fumetti in formato televisivo: le sei puntate avevano una durata di 12 minuti circa a testa, accompagnate dalla sigla composta da Pietro Montanari. La serie ebbe vita brevissima, venne trasmessa nell’aprile del 1981 e, successivamente, ri-trasmessa  nel programma di Red Ronnie  Be Bop A Lula sotto forma di strisce animate.

Nel 1992, l’editore Idea pubblica il videogioco Sturmtruppen: The Videogame, giocabile solo su Amiga. Il gioco era uno sparatutto a scorrimento, che ebbe un discreto riscontro da parte del pubblico e della stampa. Successivamente si iniziò a sviluppare anche un gioco per Commodore 64, che non venne mai portato a compimento.

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  • Il Portaletteren che raggiunge il parco dedicato alle truppen

Molte sono state le iniziative nate negli anni successivi alla morte di Bonvi: tra le tante, nel 2011 a Modena (la sua città natale) è stato inaugurato il Bonvi Parken, progettato dalla figlia dell’artista, l’architetto Sofia Bonvicini. Il parco ospita permanentemente delle esposizioni riguardanti i capolavori più conosciuti di Bonvi (oltre Sturmtruppen) come Storie dello spazio profondo (create con l’amico Francesco Guccini) e Nick Carter. 

In occasione del cinquantennale dalla nascita delle Sturmtruppen, Mondadori Comics pubblica settimanalmente l’opera omnia cronologica di tutte le strisce pubblicate, in seguito a un lavoro minuzioso di recupero e ricerca operato dalla casa editrice. Non solo: dal 7 dicembre 2018 al 7 aprile 2019 ci sarà una grande mostra, dal titolo “Sturmtruppen. 50 anni”, presso Palazzo Favia a Bologna. Fine della mostra sarà quello di «rivelare come Bonvi sia stato non solo un cartoonist originale, ma anche un artista completo, apprezzato grazie alla trasversalità e all’universalità del suo messaggio dal grande pubblico e da quello intellettuale, a partire da Umberto Eco e Oreste Del Buono. I “soldaten” chiusi nelle trincee sempre in battaglia contro un nemico che non si vede mai, sono in realtà uno spaccato della società perché, come diceva l’autore, le Sturmtruppen siamo noi.»

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