Black Lightning 1×13 – Shadow of Death: The Book of War | Recensione

Pubblicato il 18 Aprile 2018 alle 19:30

…this is a hard world.

E’ tempo di season finale per Black Lightning che chiude così questa prima stagione con il 13° episodio forte già del rinnovo per una seconda.

Alla fine dell’episodio della scorsa settimana – la nostra recensione qui – Black Lightning era riuscito a respingere l’attacco di Tobias Whale e Painkiller, ovvero Khalil tornato nuovamente a camminare, intenzionati a catturarlo per consegnarlo all’ASA. Lo scontro tuttavia era stato quasi fatale per l’eroe salvato solo dal provvidenziale intervento della figlia Jennifer che, grazie ai suoi ancora acerbi poteri, l’aveva letteralmente rianimato.

L’episodio di questa settimana, intitolato Shadow of Death: The Book of War,  riprende con una breve sequenza flashback, in cui riviviamo i giorni delle rivolte di Freeland e la prima manifestazione dei poteri di Jeff, mentre la famiglia Pierce è nascosta sia all’ASA che a Whale grazie all’aiuto di Gambi. Proprio Jeff intanto è ancora privo di conoscenza.

L’ASA e Whale, parallelamente, sono alla ricerca di Black Lightning, con la prima che ha vitale bisogno per non perdere i soggetti catturati negli anni passati che stanno deperendo. Proprio quando il cerchio si stringe intorno al rifugio, Jeff esce dal coma ma con una inaspettata sorpresa riguardante i suoi poteri…

Nello scontro ancora una volta sarà fondamentale Jennifer mentre Whale decide di assaltare proprio la base dell’organizzazione dando un piccolo vantaggio a Black Lighting e alla sua famiglia. La resa dei conti sarà quindi breve, forse un po’ troppo, con Whale invece che, eliminata la concorrenza, sarà pronto a riprendere il controllo di Freeland.

Shadow of Death: The Book of War gioca molto bene con il topos della morte e resurrezione dell’eroe, topos che, in ambito fumettistico, è diventata una sorta di passaggio obbligato oltre ad essere stato usato, rivisto, corretto, aggiornato e chi più ne ha più ne metta.

Ovviamente qui il tutto viene concentrato in 40 minuti e fra alcune scene flashback suggestive inizialmente – grazie all’uso del bianco e nero a contrasto con l’azzurro dei poteri nascenti di Jeff – ma alla lunga un po’ stucchevoli – causa componente drama forse un po’ troppo gratuita – servono per alimentare una tensione crescente che sfocia nella seconda parte dell’episodio frenetica e caratterizzata dall’azione, prima con l’assalto al nascondiglio di Black Lightning e famiglia e poi con quello di Whale alla base dell’ASA.

Questa season finale riesce a raggiungere la sufficienza per il rotto della cuffia e non senza qualche perplessità. Showrunner e sceneggiatori fanno quadrare il cerchio incastrando a colpi di martello alcune sottotrame mai incisive come quella di Lala – il redivivo boss di quartiere – e cercando di riportare l’attenzione proprio su Whale come vero villain anche se questo porta a liquidare un po’ banalmente l’ASA.

E’ chiaro che gli spiragli per la seconda stagione dovessero essere lasciati aperti ma rimane, alla fine della visione, un certo senso di insoddisfazione: si poteva fare di più ed invece si è scelta la strada più semplice anche cadendo in alcuni passaggi davvero stereotipati con tanto di villain che declamava lo slogan “make America great again”.

Partita discretamente e con premesse estremamente nobili, Black Lightning si è rivelata una serie acerba con una prima stagione che si è delineata sostanzialmente come un grande prologo che però non ha saputo capitalizzare non tanto nel finale quanto in una parte centrale eccessivamente evanescente fra episodi di passaggio e la mancanza di un villain vero e proprio che potesse esaltare il ruolo dell’eroe. La serie è inoltre stata penalizzata da scene d’azione quasi mai all’altezza e qualche stereotipo che poteva essere francamente evitato. La vera nota positiva è rappresentata senza ombra di dubbio dalle sottotrame delle due figlie dell’eroe, Anyssa e Jennifer, e dai loro poteri nascenti. Soprattutto per Jennifer gli showrunner sono quasi riusciti a rendere l’idea, tutta fumettistica, di adolescente con superpoteri, per questo non sarebbe per nulla una cattiva idea insistere su questo frangente, e con maggiore convinzione, la prossima stagione sperando che la serie mantenga il format snello da 13 episodi.

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