Aqualung Vol. 3 di J. Paliaga & F. Carlomagno | Recensione

Pubblicato il 21 Marzo 2018 alle 18:00

“…e dall’acqua arriverà la fine di ogni cosa”

Arriva in formato cartaceo sempre per la puntualissima BAO Publishing, la terza stagione di Aqualung il pluripremiato webcomic firmato da Jacopo Paliaga e French Carlomagno.

Il terzo capitolo è da sempre fondamentale – basti vedere quanto siano fondamentali gli album numero tre delle grandi band rock dai Metallica agli Iron Maiden – e Aqualung non è esente da questa tradizione anche perché di fatto la serie è stata pensata sulla base di cinque stagioni per cui questa terza rappresenta concretamente il giro di boa per la serie.

La seconda stagione densissima di azione e rivelazioni – la nostra recensione qui – si era chiusa con una nota malinconica – un funerale – e rabbiosa – con la protagonista Holly che stanca dei segreti del padre decideva di abbandonare per sempre la cittadina di Cold Cove ed i suoi misteri.

Questa terza stagione riprende esattamente da dove si era interrotta la seconda ma Paliaga decide di “sgambettare” i lettori facendo di Beth – la teenager dal tocco velenoso conosciuta nella scorsa stagione – la protagonista di questa terza stagione.

E’ lei infatti l’unica rimasta ad indagare sui misteri che hanno come epicentro Cold Cove e che coinvolgono la misteriosa organizzazione R.A.I.N. ed i suoi esperimenti genetici. Proprio quando Beth sembra essere arrivata ad un vicolo cieco quando viene raggiunta da Isabel – la donna-pesce capace di manipolare l’acqua –  la quale la avverte che gli abissi sono tutt’altro che sopiti ed infatti i segnali dell’apocalisse non tarderanno a palesarsi.

Le due ragazze verranno quindi attaccate da una enorme creatura marina, attacco che contribuirà a portare allo scoperto tutte le pedine presenti sulla scacchiera: la R.A.I.N – capeggiata dallo spietato Fred Bishop – il misterioso Ordine a difesa degli abissi e persino qualche personaggio ritenuto morto o scomparso.

La terza stagione di Aqualung è un diesel.

Parte piano quasi in sordina con una narrazione stringata, senza fronzoli, e con una atmosfera che già dalle primissime pagine è tesissima ed inquieta per poi aumentare di intensità ed esplodere in una serie di rivelazioni e sequenze d’azione sbalorditive in cui ancora si mostra nella sua carica dirompente l’eterogeneità delle influenze che vivono nella scrittura di Paliaga.

La lettura del volume è vertiginosa e catapulta il lettore da subito al centro degli intrecci che nelle due passate stagioni i due creatori avevano certosinamente intessuto chiudendosi poi con un inaspettato finale che getta le basi per la prossima stagione in maniera convincente ed altrettanto inaspettata con una inversione di ruolo per quello che fino a questa terza stagione era stato uno dei personaggi fondamentali della serie.

Jacopo Paliaga decide saggiamente di dare sostanza tutti quegli elementi che aveva disseminato nelle stagioni precedenti e ordinarli dando così un primo quadro più completo ai lettori che finalmente possono usufruire di numerosi payoff con qualche risposta agli interrogativi posti nei precedenti volumi ponendo però di nuovi e più freschi su nuovi aspetti delle vicende legate a Cold Cove e ai personaggi – Mr Joy, l’Ordine, la natura del contenuto della Gabbia.

La terza stagione è quasi uno “spiegone” e preme sull’aspetto più sci-fi della serie piuttosto che su quello mistery, questo non è assolutamente un male anzi fornisce concretezza alla serie riprendendo quelle suggestioni provenienti dalla serialità dei comics e diluendola, mai come in questa stagione, con quella componente action spina dorsale degli shonen provenienti dal Sol Levante.

Di qualità altissima come sempre la prova alle matite di French Carlomagno. Il suo tratto spigoloso, ormai vero e proprio marchio di fabbrica della serie, trova una nuova ed inaspettata profondità non tanto nella ricerca anatomica quanto piuttosto in una costruzione della tavola più eterogenea in cui le suggestioni televisive lasciano il campo ad un verticalità tipicamente fumettistica delle scene d’azione che diventano estremamente “fisiche” e wide-screen con suggestive splash-page impreziosite dall’ottimo lavoro di lettering.

Menzione d’onore anche per l’eccellente lavori ai colori dello stesso Carlomagno coadiuvato da Adele Matera. La paletta messa insieme è fatta di blu e verdi che richiamano proprio gli ambienti marini, giusto per ribadire l’elemento cardine della serie, sfumandoli in viola e aranci nelle scene d’azione aumentando così la loro carica di “eccezionalità”.

Aqualung Volume 3 è la definitiva conferma per questa serie, una delle migliori prodotte in Italia negli ultimi 10 anni, ed è anche una conferma per il solidissimo team creativo composto da Paliaga e Carlomagno.

Aqualung Volume 3 è però anche la prova della maturità per la serie con i due autori che coraggiosamente tirano le fila delle trame finora create dando loro sostanza e concretezza ma anche rinnovandole dando il giusto payoff ai lettori ora più che mai rifocillati per proseguire in questa splendida storia di azione e mistero e capace di attirare un pubblico eterogeneo forte delle sue molteplici influenze che vengono rielaborate in maniera sagace e personale.

Va infine rimarcata come sempre l’ottima cura editoriale di BAO Publishing che confeziona un solidissimo brossurato con alette, un balenottero di 224 pagine, stampato in maniera eccellente con una resa grafica sopra la media grazie anche ad un’ottima carta che restituisce nitido il tratto di Carlomagno e brillanti i colori.

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