Doctor Strange 28 & 29 | Recensione

Pubblicato il 19 Dicembre 2017 alle 19:00

Conoscete l’Uomo Cosa, la creatura della palude più mostruosa dell’Universo Marvel? Non perdete il suo ritorno in una miniserie scritta dal celebrato autore di Piccoli Brividi, R. L. Stine, pubblicata in appendice nella testata di Stephen Strange!

Come ho scritto in numerose occasioni, il Dr. Strange sta attraversando un periodo di grande popolarità, grazie anche ai film a lui dedicati, e il suo albo pubblicato da Panini Comics è senz’altro uno dei migliori. La serie Doctor Strange, in effetti, è stata impreziosita dall’abilità narrativa di Jason Aaron e dall’estro grafico del bravissimo Chris Bachalo che si sono resi responsabili di episodi davvero inusuali e avvincenti.

Da qualche tempo è iniziata la pubblicazione pure di Dr. Strange and The Sorcerers Supreme, comic-book incentrato su Stephen e un gruppo di eroi legati alla magia. Scritto da Robbie Thompson, è forse meno incisivo del precedente, ma altrettanto interessante. Nei nn. 28/29 l’autore conclude la lunga vicenda che ha visto Strange e compagni alle prese con una terribile entità chiamata Autore della Parola di Dio. Nel tentativo di sconfiggerla, i maghi sono rimasti imprigionati nelle pagine di un libro occulto.

Riusciranno a liberarsi? Forse sì, ma la situazione non migliorerà e a farne le spese sarà Wiccan, il figlio di Scarlet e Visione, che potrebbe essere destinato a diventare in futuro il nuovo Mago Supremo. Thompson scrive una vicenda intrigante, puntando sull’ironia, e la trama funziona. L’episodio del n. 9 di Doctor Strange and The Sorcerers Supreme è illustrato dallo spagnolo Javier Rodriguez che realizza tavole psichedeliche, elaborando in modo personale gli stilemi ditkiani e raffigurando incredibili paesaggi surrealisti degni di Salvador Dalì. Il n. 10 è invece firmato dal meno efficace Nathan Stockman che comunque si rivela funzionale.

Questi due albi si segnalano anche perché propongono i primi due episodi di Man-Thing, miniserie dedicata all’Uomo Cosa, il mostro della palude ben noto ai vecchi Marvel fan e a suo tempo protagonista di una splendida collana scritta dal compianto Steve Gerber. I testi sono dell’autore della celeberrima serie di romanzi intitolata Piccoli Brividi, R. L. Stine, che ci propone un Uomo Cosa lievemente diverso. La creatura era un tempo Ted Sallis, scienziato che in seguito a un incidente si trasformava in un mostro, perdendo la lucidità mentale e la capacità di parlare.

Adesso Ted ha recuperato il dono della parola, agisce in maniera razionale e lavora a Hollywood. Tuttavia, i suoi sogni hollywoodiani sono destinati a finire poiché il mondo del cinema e il pubblico dei cinefili non gradisce una creatura mostruosa come lui. Per una serie di circostanze, si scontra con una versione di se stesso e finisce nelle paludi delle Everglades, il luogo in cui un tempo agiva, solo per scoprire che è accaduto qualcosa di preoccupante.

Là si trova infatti il Nesso di tutte le Realtà, un portale dimensionale una volta sorvegliato proprio dall’Uomo Cosa. Qualcuno lo ha aperto e nella nostra realtà deve essere arrivata un’entità malvagia che potrebbe distruggere tutto. Sono queste le premesse della trama concepita da Stine che si preannuncia interessante. Lo scrittore propone un delizioso mix di horror e ironia e, almeno per il momento, riesce a incuriosire. I disegni sono dell’ottimo German Peralta che ha un tratto cupo e ombroso, perfetto per un personaggio dark come questo.

Man-Thing, inoltre, propone alla fine di ogni episodio alcune deliziose storielle autoconclusive, sempre scritte da Stine, in linea con le atmosfere dei suoi romanzi. Sono avventure del brivido, quasi sempre con protagonisti incauti individui che fanno una brutta fine. L’autore ci propone la vicenda di un ragazzo amante delle realtà virtuali che dovrà affrontare, suo malgrado, un incubo; e quella di un uomo che ha il pessimo vizio di maltrattare la sua compagna e finisce in un b&b sperduto che non è quello che sembra. I disegni sono di Christopher Mitten e Kate Niemczyk che fanno entrambi un ottimo lavoro. Nel complesso, quindi, l’edizione italiana del Dr. Strange continua a essere valida e va presa in considerazione.

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