Pantera Nera La Rana di Re Salomone e il Re dei Comics Jack Kirby [Recensione]

Pubblicato il 18 Ottobre 2016 alle 11:25

Arriva un volume imperdibile per tutti i fan di Jack Kirby! Ecco le storie della Pantera Nera che il Re dei comics realizzò negli anni settanta! Alieni, minacce cosmiche, ambientazioni visionarie: sono gli elementi di avventure caratterizzate dall’azione e da un ritmo adrenalinico!

Per molti Jack Kirby rappresenta la quintessenza del fumetto popolare americano. Al pari di Will Eisner, infatti, fu Kirby a fissare i canoni grafici e narrativi dei comics. Nel corso della sua straordinaria carriera, il Re, come veniva affettuosamente definito dai fan e dai colleghi, ha affrontato tantissimi generi e grazie alla sua sfrenata immaginazione sono nati personaggi ancora oggi apprezzati dal pubblico.

Tuttavia, per i lettori italiani Jack Kirby si identifica con la Marvel degli anni sessanta. Insieme a Stan Lee e a Steve Ditko diede vita al Multiverso della Casa delle Idee e serie come Fantastic Four, Mighty Thor e Captain America si distinsero grazie ai suoi strabilianti disegni e alle sue sceneggiature (ormai si sa che Kirby contribuì spesso alle trame).

Alla fine dei sixties, però, contrasti con Lee e disaccordi di natura economica, nonché le controversie sull’effettiva paternità di tanti personaggi, spinsero Kirby a lasciare la Marvel e ad andare a lavorare alla concorrente DC. Qui Jack ebbe modo di realizzare la discussa saga del Quarto Mondo, ideando character fondamentali per l’universo narrativo di Superman, Batman e compagni.

Ma dopo quell’esperienza Kirby ritornò alla Marvel. La situazione era però diversa e il Re ottenne di non essere sottoposto al controllo di un supervisore, come accadeva per tutti gli autori. Era un fatto anomalo, giustificato però dalla sua caratura di artista.

In questa seconda stagione creativa in casa Marvel Kirby ebbe modo di occuparsi di Captain America e di Black Panther e di varare comic-book di sua creazione del calibro di Eternals, Machine Man e Devil Dinosaur.

Nel caso di Cap e la Pantera Nera, Kirby ignorò tutto ciò che era accaduto loro in precedenza. Bisogna pure tenere presente che nella seconda metà degli anni settanta il fumetto non aveva più le ingenuità di un tempo.

Si erano messi in luce scrittori come Steve Gerber e Steve Englehart che avevano concepito story-line dai toni polemici e critici nei confronti della società statunitense, espressione di una sensibilità progressista. Kirby era notoriamente conservatore e non era interessato a quella visione delle cose.

Per ciò che concerne la Pantera Nera, primo supereroe afroamericano dei comics, da lui creato su Fantastic Four insieme a Lee, il discorso era complicato. T’Challa era stato protagonista di un serial pubblicato su Jungle Action, scritto dal magnifico Don McGregor che aveva narrato storie reputate tra le migliori del fumetto americano e che si era reso responsabile di un capolavoro incentrato su tematiche socio-politiche.

La testata però era stata chiusa a causa delle scarse vendite e McGregor non era riuscito a concludere una sequenza riguardante lo scontro tra la Pantera e il Ku Klux Klan.

Questo volume include i nn. 1-15 di Black Panther, primo comic-book dedicato all’eroe. Kirby decise di trascurare le storie di McGregor e non risolse i punti narrativi in sospeso. Inserisce subito T’Challa in un contesto fantascientifico, in compagnia di un bizzarro nano, Mister Little, e senza mai spiegare in che modo i due si sono incontrati. Si intuisce solo che l’uomo è un ricco e stravagante collezionista di reperti e manufatti dalle incredibili priorità e va in cerca della leggendaria Rana di Salomone.

A contrastarli c’è la perfida e seducente Principessa Zanda che intende a sua volta impadronirsi dell’oggetto. Presto però il trio scopre che la rana è in realtà un congegno che consente il viaggio nel tempo e, tramite esso, arriva un uomo del futuro dall’aspetto mostruoso e dalle pessime intenzioni. Questo è il pretesto che serve a Kirby per imbastire una lunga story-line basata sull’azione allo stato puro e sul ritmo adrenalinico.

Man mano che gli episodi procedono, Kirby introduce il gruppo dei Collezionisti, di cui fa parte Zanda, un’elite di uomini ricchissimi che costringono la Pantera a cercare l’elisir di lunga vita. E in seguito T’Challa avrà a che fare con arcaici samurai, con aggressivi yeti, con wakandiani resi folli dall’esposizione al vibranio e con l’inquietante Kiber. Kirby si fa quindi influenzare dai miti e dalle leggende e dalla fantascienza classica, tipico marchio di fabbrica della sua ispirazione.

Le storie non sono male ma se la Pantera Nera di McGregor è un capolavoro, non si può dire lo stesso di quella di Kirby. L’autore evita qualsiasi forma di riflessione e introspezione e rimane ancorato alle convenzioni narrative degli anni sessanta, basate su una semplicistica dicotomia buono/cattivo che incominciava a essere superata.

Non si tratta di un’opera poco valida, intendiamoci, ma è isolata rispetto all’evoluzione del fumetto americano di quel periodo. Lo stesso Pantera Nera manca di reale profondità. E’ il proverbiale eroe forte e muscoloso, senza macchia e senza paura, che si oppone a villain stereotipati.

I testi a volte risultano didascalici mentre i disegni hanno il consueto dinamismo e l’attitudine aggressiva che fecero del Re il maestro dei comics. Sebbene le chine di Mike Royer rendano le matite eccessivamente stilizzate, l’effetto complessivo è tuttora di grande impatto. Le storie non furono comunque apprezzate da un pubblico ormai smaliziato e gli ultimi episodi vennero affidati a Jim Shooter e a Ed Hannigan che portarono a conclusione la saga di Kyber, con i disegni di Jerry Bingham, penciler influenzato da Neal Adams.

Nel volume ci sono poi i nn. 51-53 di Marvel Premiere. Fu in questa collana antologica che le vicende della Pantera si conclusero dopo la chiusura della sua testata. Hannigan risolse i punti in sospeso della saga kyrbiana e poi, forse sperando in un maggiore riscontro commerciale, fece apparire i Vendicatori e il signore del suono Klaw, acerrimo nemico del sovrano del Wakanda.

Recuperò Monica Lynne e Kevin Trueblood, presenti su Jungle Action, e portò a termine la storia del Ku Klux Klan iniziata anni prima. Dopodiché il percorso editoriale della Pantera Nera cessò e bisognerà aspettare gli anni ottanta per leggere altre sue avventure firmate da Don McGregor.

In definitiva, il libro presenta storie non pienamente riuscite ma coinvolgenti e divertenti. L’importante è non attendersi la maturità di Jungle Action. La Pantera Nera di Kirby è un semplice fumetto di supereroi, nel senso tradizionale della definizione. Una lettura di intrattenimento che però non mancherà di suscitare il plauso degli estimatori del Re.

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