Attack No. 1 vol. 1 – Chikako Urano

Pubblicato il 23 Giugno 2011 alle 09:44

Attack No. 1 vol. 1

Autori: Chikako Urano
Editore: J-Pop
Provenienza: Giappone
Prezzo: 6,50 €

Recensione


Sei una lettrice/un lettore di un sito che si chiama MangaForever, quindi sarebbe quantomeno pleonastico (come direbbero quelli bravi) stare qui ad annoiarti parlando del manga da cui fu tratto l’anime di Mimí e la Nazionale di Pallavolo.
A te, presumo senza eccessivo sforzo di deduzione analitica, risulterebbe ovvio e retorico riassumere le avventure di Kozue (ovvero Mimí) Ayuhara, tanto quanto sarebbe inutile spiegare a un tifoso del Milan chi é Van Basten o a mia madre il finale de La Mia Africa (l’ha visto cento volte almeno quel film!).
Quindi questa rischia di essere la recensione più corta e inutile della storia, se non fosse…
Se non fosse che Attack no. 1 è davvero un gran bel manga.
Un fumetto che si legge “tutto d’un fiato” (come dicevamo una volta quando consigliavamo all’amico quel romanzo di Urania così sorprendente pieno di trovate geniali).

Una lettura piacevole, divertente, godibile ed anche, perchè no, entusiasmante.
Certo, come sempre il rischio di mancare di oggettività di giudizio quando si legge un manga con questo peso (storico, sociale, culturale) per uno della mia generazione, nato a metà degli anni Settanta, é dietro l’angolo: come puoi giudicare serenamente una storia che ha accompagnato la tua infanzia? E che lo ha fatto cosí piacevolmente, tanto da rimanere impressa nella tua memoria a distanza di anni?

La nostalgia puó giocare brutti scherzi, come ha ben spiegato qualche settimana fa Woody Allen presentando il suo ultimo film al Festival di Cannes (film in cui il protagonista viene magicamente catapultato negli anni Venti, periodo da lui sempre amato): nel ricordare i tempi che furono, ha detto il regista, tutto ci sembra piú bello, anche se poi a ben pensarci non avevi l’aria condizionata a ferragosto e non esisteva l’anestesia per quando andavi dal dentista…

Ma non credo proprio sia il caso di questo ottimo Attack No. 1, splendida iniziativa editoriale della J-Pop che (finalmente) ci permette di aggiungere un altro importante tassello alla storia del fumetto giapponese nel nostro paese.
Questo primo numero (la serie sarà composta da 7 volumi in totale) si presenta con una bella veste editoriale e più di 300 pagine di assoluto divertimento, a confermare con forza quanto “presupposto nostalgicamente”.

Kozue Ayuhara é una giovane studentessa che si è appena trasferita dagli zii, nella piccola cittadina di Fujimigahama.
Frequenta l’istituto scolastico Fujimi e sembra  svogliata ed insofferente: non a caso, infatti, fa amicizia col gruppetto delle teppistelle della scuola, diventandone presto il leader.
Presto si scoprirà, a dispetto delle apparenze, che Kozue é di gran lunga la migliore allieva di tutto l’istituto (non a caso proviene dal prestigioso Mehio di Tokyo, cittá dove viveva coi genitori) e che si è dovuta trasferire in una tranquilla città di mare per problemi di salute.

Grande passione di Kozue è la pallavolo e attraverso questo sport riuscirá, con tutta la tenacia che la contraddistingue, a riabilitare le emarginate del suo gruppo, sfidando (e battendo) la squadra del club della scuola.
Suo primo e più grande tifoso è Tsutomu Ichinose, idolo delle studenti del Fujimi e, ironia della sorte, cugino (non di sangue…) di Kozue.
Dopo aver scoperto che la pallavolo potrà essere la migliore cura al suo male, aver riabbracciato i suoi genitori (che decidono di raggiungerla a Fujimigahama) ed essere diventata capitano della squadra allenata con pugno di ferro dal professor Shunsuke Hongo, Kozue si troverá a dover affrontare il ritorno della viziata figlia dell’uomo più ricco della cittadina, Minami Hayakawa.
Nonostante gli scontri e le prevedibili incomprensioni iniziali tra le due ragazze nascerà  una bella amicizia che si estenderà al campo di pallavolo (visto che anche la Hayakawa é una fortissima giocatrice), senza dimenticare che Minami è innamorata di Tsutomu e che il sentimento di quest’ultimo per Kozue é tutto fuorchè di natura “familiare”…

Insomma, lo shojo di Chikako Urano rispetta tutti gli stereotipi del genere, ma è soprattutto uno spokon duro e puro: proprio come nel “cartone” che amammo da ragazzini (e che tra l’altro viene ancora riproposto con successo, ad esempio sul canale satellitare Man-Ga) è la pallavolo, infatti, a farla da padrona assoluta e in fin dei conti il principio di triangolo amoroso tra i protagonisti rimane abbastanza sullo sfondo.

Sono piuttosto la tenacia e l’incredibile forza di volontá di Kozue i temi centali della storia: personaggio a tuttotondo, dovrà combattere le paure della sua giovane età capendo prestissimo  (e sulla sua pelle) che solo il sacrificio potrà garantirle la possibilità di diventare un Campione di questo sport, spirito di sacrificio che le permetterà di affrontare le sfide e vincerle (memorabile e paradigmatico, in tal senso, il momento in cui Kozue decide, seguita da Minami, di allenarsi con le ragazze dell’universitá durante le due settimane di vacanza).

Strutturalmente Attack No. 1 à una lunga corsa velocissima senza soste a disturbarne la fluidiàá: niente capitoli ma una continua scorribanda di situazioni, avventure, intrighi, partite mozzafiato.
Anche dal punto di vista grafico il manga presenta elementi tipici dei fumetti giapponesi “d’antan”: linea chiara, tratto definito e pulito, inchiostrature decise e niente retini; le tavole sono fortemente organizzate, strette in una “gabbia” come ci si aspetterebbe da qualsiasi fumetto di quegli anni.

Alla fine vale quindi la pena chiedersi: ha fatto bene la J-Pop a pubblicare un “vecchio” manga come Attack No. 1?
La risposta non può essere altro che sì, fortissimamente sì.
Attack No. 1 è un pezzo di storia del fumetto nipponico, un manga che deve essere giudicato contestualizzandolo nel suo momento storico e nell’ottica della sua (enorme) valenza socio-culturale.
Attack No. 1, in tal senso, è decisamente un classico.
E un classico, per dirla con Calvino, “è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire”.

Col cuore, io gli darei 10.


Voto: 8

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