Valkyria Chronicles Remastered [Recensione] PS4

Pubblicato il 13 Giugno 2016 alle 15:25

Siamo nel 1935 in un’Europa alternativa, basata indicativamente sulla situazione geopolitica del nostro continente alle porte della Seconda Guerra Mondiale.
L’area geografica è occupata da due fazioni politiche: a Est vi è la Federazione Imperiale, una sorta di Germania dei primi del 900′, che ricorda in buona parte quella nazista, la quale sembrerebbe comprende la zona corrispondente alla Russia e governata da un sovrano assoluto, invece a Ovest troviamo l’Alleanza Atlantica, formata da un gruppo di stati democratici.

Le due superpotenze sono in uno stato di costante tensione per il possesso della ragnite, un importantissimo minerale energetico che rappresenta grosso modo ciò che il petrolio è per noi.

Così anche il pacifico regno di Gallia, situato ai confini dei territori dell’Alleanza Atlantica verrà immediatamente preso di mira dalle invasioni imperialiste per via della sua ricchezza mineraria.

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In questo modo a difendere i confini della propria amata patria contro le incursioni del principe Maximilian e dell’implacabile e misteriosa guerriera Selvaria, ed a risolvere le sorti del conflitto toccherà a Welkin Gunther, studente universitario e figlio di un eroe di guerra.

Proprio a lui verrà assegnata la piccola settima divisione dell’esercito di Gallia,   che col passare del tempo diverrà più unita e affiatata che mai.

Valkyria-Chronicles

Come avrete potuto notare dal titolo, l’edizione che ci stiamo apprestando a recensire è una rimasterizzazione del gioco di ruolo tattico sviluppato da SEGA, in gran parte dallo stesso team che si occupò della celebre serie di Sakura Wars e pubblicato nel 2008 su PlayStation 3.

Il gioco ora è in grado di sfruttare la maggiore potenza dell’hardware di PlayStation 4, garantendo una risoluzione a 1080p e una maggiore fluidità grazie ai 60 fotogrammi al secondo stabili.

Il comparto grafico è ancora di tutto rispetto, in quanto il titolo sfrutta la tecnica del cel-shading, che maschera bene gli 8 anni che lo separano dal suo lancio ed è  arricchito da qualche piccola correzione come il leggero miglioramento degli effetti e l’ampliamento del campo visivo. E non va trascurato il grande sforzo artistico del quale ha goduto il titolo originale.

Il gameplay è rimasto sostanzialmente invariato e vede ancora una volta affrontarsi a turni la divisione di Welkin a bordo del proprio carro armato Edelweiss e quella imperiale di turno, andando alla conquista del campo base avversario, sfruttando le coperture offerte dal territorio o dalle barricate.

Ma è proprio a livello tattico e strategico, che il titolo sa dare il meglio, grazie alle diverse caratteristiche delle cinque classi disponibili: scout, unità d’assalto, lanciere, cecchino e ingegnere dotate da una buona seppur non eccellente IA. Tutte contraddistinte da un determinato quantitativo di vita, range d’azione, velocità, tipo di armi con relativa precisione e abilità speciali.

Inoltre ogni membro schierabile sui vasti campi di battaglia sarà ben definito dalla propria personalità, dalla quale dipenderanno i numerosi bonus e malus che influiranno durante la partita, come il sollievo generato dalla presenza di un determinato compagno, la tranquillità della natura oppure con più sfortuna l’allergia al polline, la solitudine e la stanchezza.

Al termine di ogni missione sarà possibile scorrendo il menu di gioco, raffigurato dalle diverse sezioni del libro, potenziare ogni strumento del nostro equipaggiamento, addestrare le truppe e reclutarne di nuove e nel caso lo desiderassimo leggere ogni dettaglio sui personaggi e le armi disponibili nel glossario.

La vera pecca del gioco a nostro avviso è identificabile nella mancanza di varietà nel gameplay, che negli scontri più lunghi potrebbe stancare facilmente i meno pazienti, soprattutto durante i turni d’azione del nemico dove dovremo semplicemente attendere e subire le sue diverse mosse.

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La difficoltà del titolo è mediamente tarata verso l’alto, il che richiederà di effettuare più tentativi per compiere una determinata missione, proprio per questo corre in nostro soccorso la possibilità di salvare la partita nel bel mezzo delle battaglie.

Una che a nostro parere arricchisce il gioco è la possibilità di vedere i membri della propria divisione morire, in caso ricevano il colpo di grazia dal nemico o non ricevano in tempo i soccorsi medici, dando vita ad una breve scena di intermezzo in cui i soldati pronunciano le proprie ultime parole, esprimendo sentimenti di fierezza, rimpianti o disillusioni.

Le musiche accompagnano davvero bene le curate cutscene, che narrano con scorrevolezza gli eventi principali del conflitto e in più di un’occasione non mancherà di coinvolgere emotivamente il giocatore, seminando qua e là diverse testimonianze e pensieri.

Una volta che la guerra sarà finita, voglio che si ricordi una cosa: non è solo una questione di persone che uccidono altre persone, ma anche in guerra c’è nuova vita.

Se speravate che il titolo venisse tradotto nella nostra lingua almeno in questa edizione, siamo spiacenti di confermarvi la presenza della sola lingua inglese (non troppo difficile da capire per chi lo mastica un po’) per i testi, mentre per le voci è possibile optare anche per quella originale (giapponese).

Il prezzo, che si aggira attorno ai 25 euro, è piuttosto allettante, dato che l’edizione include tutti i contenuti extra e la sola campagna principale ci terrà compagnia per una ventina d’ore abbondante.

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