Yoichi professione samurai vol. 1 – Yuu Minamoto – recensione

Pubblicato il 26 Aprile 2011 alle 14:33

Yoichi professione samurai

Autore: Yuu Minamoto
Editore:
Goen
Provenienza:
Giappone
Prezzo:
€ 4,50
Recensione


Yoichi Karasuma è un energico adolescente che ha sempre vissuto in montagna con il padre, il quale lo ha cresciuto sottoponendolo a duri allenamenti per fare di lui un vero samurai.

Deciso a rafforzare oltre ai muscoli anche il suo spirito, Yoichi parte per la città, diretto al dojo Ikaruga della scuola Ukiha-Kamikaze. Dopo aver creato un po’ di scompiglio per via dei suoi modi di fare degni di un guerriero dell’antico Giappone, Yoichi fa la conoscenza della prorompente Ibuki, la maestra del dojo, e delle sue tre eccentriche sorelle.

In un susseguirsi di malintesi e situazioni ambigue, il giovane samurai si trova a fare i conti con le distrazioni generate dalla presenza femminile e la nuova vita di città.

Goen arricchisce il suo parco titoli presentando al pubblico italiano Yoichi professione samurai (Asu No Yoichi), shonen manga di Yuu Minamoto, serializzato in origine su Monthly Shonen Champion e raccolto in quindici volumi.

Il segno della Minamoto è sottile e preciso, per un disegno che in sé si presenta leggero e attento ai dettagli. Purtroppo, l’uso massiccio e indiscriminato di retini, spesso dalla trama vistosa, appesantisce notevolmente le figure, appiattendole sugli sfondi e creando ombre e riflessi francamente inutili.

Le tavole sono dinamiche, grazie a una costruzione che punta su poche vignette. La regia privilegia i piani, riducendo al minimo indispensabile le scenografie, impiegate esclusivamente per contestualizzare l’azione. Le pagine scorrono tutto sommato senza troppa fatica.

Per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi, alla ricercatezza del costume design si contrappongono personalità fortemente stereotipate. L’autrice punta per ciascun protagonista su un unico elemento distintivo, soprattutto con riferimento alle quattro ragazze: si va dal binomio tsundere-yandere incarnato rispettivamente da Ayame e Chihaya, passando per la timidissima Kagome, per poi finire con la violenta Ibuki che porta su di sé la responsabilità di sorella maggiore. Al contrario, quando i personaggi interagiscono tra di loro, la banalità complessiva della trama risulta attenuata.

L’edizione italiana è molto buona. Gli albi (11×17) hanno la sovraccoperta e rilegature solide, per circa 200 pagine in bianco e nero su carta bianca e consistente. Buono anche il lavoro di traduzione e adattamento che permette di godere di testi scorrevoli e comprensibili. Il rapporto qualità-prezzo è pertanto più che proporzionato.

Concludendo, Yoichi professione samurai si rivela una lettura sotto le aspettative da più punti di vista, che non aggiunge nulla al panorama degli harem shonen dal fanservice facile e fine a se stesso.


VOTO: 6-

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