The Names: un thriller del visionario Peter Milligan – Recensione

Pubblicato il 9 Marzo 2016 alle 11:20

Il pianeta è minacciato ma non dai supercriminali o dai soliti cattivi del fumetto! La nostra società rischia di crollare a causa degli algoritmi oscuri! Cosa sono? Ce lo spiega il visionario Peter Milligan con The Names, dirompente serie Vertigo ambientata nel mondo dell’economia e della finanza!

Il vero potere non è quello dei politici. Il vero potere risiede nell’economia e nello spietato sistema di mercato che ci controlla e condiziona da tempo. Basta un gruppo di finanzieri, banchieri e tecnocrati per manipolare e influenzare le attività di un governo e per trasformare in maniera radicale la società.

Lo vediamo ogni giorno, considerando che l’economia ormai coinvolge ogni aspetto della nostra vita. E ce ne accorgiamo quando le crisi, magari architettate a tavolino da individui senza scrupoli, causano il fallimento di intere nazioni, con esiti sconvolgenti.

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Su questo deve aver riflettuto parecchio Peter Milligan, visionario e trasgressivo autore di opere anti-convenzionali come Shade The Changing Man, Enigma, The Extremist ed X-Statix, giusto per citarne alcune.

Appartenente alla scuola britannica che ha innovato e rivoluzionato il comicdom statunitense, ha dato spesso il meglio di sé alla Vertigo. Proprio per la divisione editoriale adulta della DC ha realizzato The Names, ambientato nel contesto disumano della finanza internazionale.

La serie potrebbe essere definita thriller e in effetti l’impostazione hard-boiled della trama e molte delle situazioni descritte sarebbero perfette per un telefilm genere crime. Ma non mancano elementi surreali che la rendono peculiare. Tutto inizia quando un importante uomo d’affari viene costretto a suicidarsi.

La sua seconda moglie, Katya, è disperata ma non crede affatto che l’uomo si sia tolto spontaneamente la vita. Inizia quindi a fare ricerche sulla faccenda e presto scoprirà una realtà pazzesca.

Esiste infatti un gruppo denominato I Nomi. Ne fanno parte finanzieri e businessmen che in segreto controllano le fila dell’economia mondiale. Sono spinti dalla voglia di successo e potere e, da questo punto di vista, non hanno scrupoli sui metodi da usare che vanno dall’omicidio alle tecniche di manipolazione mentale.

C’è però di più, una minaccia sviluppatasi all’interno del sistema economico/finanziario. Una razza senziente chiamata Algoritmi Oscuri che può distruggere tutto. I Nomi, quindi, cercano a tutti i costi di fermarla.

Un ruolo importante nella story-line lo svolge Philip, figliastro di Katya. E’ un genio sedicenne, decisamente strano e sessualmente attratto dalla matrigna, ed è l’unico che forse può comprendere la vera natura degli Algoritmi Oscuri e comunicare con loro.

Determinante è poi il Chirurgo, serial killer ben inserito nel mondo del business, membro di una congrega di psicopatici che si annida nel cuore di Wall Street e degli altri centri di potere finanziario. Con tutti questi elementi, Milligan delinea una trama ad alta tensione, valorizzata da un ritmo veloce e sincopato, coinvolgente e con un pizzico di ironia.

Omicidi, mutilazioni, inseguimenti, sparatorie, madri infide e pericolose, poliziotti corrotti, uomini d’affari rispettabili in definitiva non dissimili, nei metodi e nella mentalità, dai mafiosi. Sono gli ingredienti di The Names, provocatoria e irriverente critica della società contemporanea e denuncia di uomini perfidi che possono, anche solo per un capriccio, mandare in bancarotta intere nazioni.

In pratica, Milligan descrive la nostra realtà attuale, quella dei tecnocrati di Bruxelles e dei banchieri corrotti. Con testi intensi e riflessivi e dialoghi incisivi, dunque, l’autore di Shade firma senza ombra di dubbio uno dei suoi lavori più graffianti.

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Il penciler è l’ottimo Leandro Fernandez che, grazie a un tratto ruvido e aggressivo, rappresenta in maniera egregia le folli situazioni immaginate da Milligan. Lo stile può far pensare, pur con i dovuti distinguo, a quello di Eduardo Risso. Punta molto sul grottesco, enfatizzando i tratti disturbanti dei personaggi.

Il viso del Chirurgo, per esempio, è scarno e innaturalmente allungato, quasi ad evidenziarne la natura deviata e perversa. Katya, invece, è sensuale e perciò il desiderio che Philip prova nei suoi confronti è più che giustificato.

Il lay-out di Fernandez è inventivo e conferisce a The Names notevole dinamismo. In parole povere, questo tp è da tenere d’occhio ed è consigliabile ai Vertigo fan e a coloro che volessero leggere qualcosa di diverso dai soliti supereroi.

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