Storie di un tempo lontano, di Leiji Matsumoto: il futuro è già passato – RECENSIONE

Pubblicato il 16 Novembre 2015 alle 11:15

Riscoprite tutta la filosofia malinconica del celebre autore di Capitan Harlock in questa raccolta antologica edita dalla Rw.

Un erudito della Mesopotamia asserì che si può pensare a un sogno come a un altro mondo reale. Credo che potremmo chiederci quanti mondi diversi stiano turbinando come sogni, ora su questo pianeta… visto che è possibile che proprio noi, mentre riflettiamo su ciò, esistiamo fugacemente nel sogno di qualcuno…

Akira Matsumoto – meglio conosciuto al grande pubblico come Leiji Matsumoto – non è certo uno di quegli autori che hanno bisogno di molte presentazioni nel panorama del fumetto internazionale.

La grande importanza del contributo di Matsumoto alla crescita del medium fumettistico e ad uno sviluppo poetico del genere della Space Opera è stata ampiamente riconosciuta non solo dalla critica specializzata e dai migliaia di appassionati che negli anni ’80 hanno amato opere come Capitan Harlock e Galaxy Express 99, ma persino dal governo del Giappone (nel 2001 medaglia d’onore con nastro viola per meriti artistici, nel 2010 nominato cavaliere di IV classe dell’ordine del Sol Levante).

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Data la profondità e la vastità dei temi che questo storico mangaka è riuscito a toccare con il pretesto di contesti prettamente fantascientifici, sarebbe piuttosto ingenuo credere di poter conoscere a fondo tutta la filosofia di cui si compone il Leijiverse solo sulla base delle sue serie più importanti; e ad ulteriore conferma di ciò si pone Storie di un tempo lontano edito da Rw Goen. Storie di un tempo lontano è una raccolta antologica di ben 24 racconti brevi scritti e disegnati da Matsumoto tra il ’75 e il ’76, che veicolano attraverso un linguaggio lirico e metaforico il pensiero negativo – e quasi senza speranza  – riservato dall’autore nei confronti della razza umana e del suo futuro.

Classe 1939, Matsumoto ha mutuato dagli eventi della seconda guerra mondiale e della successiva guerra fredda la prospettiva pessimista di una futura società post-atomica suicida, che dovrà fare i conti con l’inevitabile distruzione del pianeta Terra.

Già ne Il cimitero dei ranforinchi, l’illusione di un viaggio interplanetario per sfuggire alle catastrofiche condizioni delle Terra sembra non presagire nulla di buono: anche provando a trasferirsi in un altro pianeta, l’uomo finirebbe comunque per regredire allo stato primitivo, poiché troppo legato biologicamente ed emotivamente alla sua terra natia, e per questo portato a scegliere di morire sul proprio pianeta, al pari dei ranforinchi (rettili volanti dell’era preistorica).

L’allarmante messaggio ambientalista appare in maniera più esplicita in 3 storie suggestive: La dimora in fondo agli abissi dimostra come solo coloro che si adattano alle esigenze dell’ambiente riusciranno a sopravvivere in futuro; Elza, venuta dal mare – in cui si immagina un Pianeta Terra rimasto completamente coperto dal mare- prova la potenza inarrestabile di Madre Natura nei confronti di coloro che faranno fatica a salvarsi; e  Il Gigafante va ad Ovest, che mette in guardia l’uomo dalle conseguenze del mettersi contro la purezza della natura.

A differenza delle imperturbabili razze aliene (tutte con forme femminili) con cui si confronta nei diversi racconti, il genere umano si dimostra “arrogante e crudele”( La regina del nulla), avido ed materialista nel suo voler depredare ogni  tipo di ricchezza ne Le sabbie di El Alamein, ingenuo e subdolo (Great viking), eccessivamente passionale nel suo vivere al limite il sentimento amoroso in  (Amore tragico sul ponte Bikuni), fallibile nel suo essere mosso da istinti libidinosi (Il rumore dei passi dell’elefante).

Tuttavia, anche se le emozioni ci ingannano e possono renderci deboli, allo stesso tempo sono ciò che ci rende per definizione  “umani” , creatori di valori e inclini alla sopravvivenza: come ci insegna il bellissimo racconto I sogni degli uomini con la coda, ambientato in un futuro in cui ogni attività onirica viene ingiustamente proibita in quanto colpevole del degrado e della corruzione del genere umano.

Come in ogni rispettabile opera fantascientifica, non potevano mancare i topoi della clonazione ( Il subconscio di un teschio) del rapporto uomo-macchina, che in Technologilus raggiunge un acume tragico e ancora più inquietante, mostrando una realtà cupa in cui le macchine (e la tecnologia in toto) hanno preso il controllo totale della vita delle persone, dalla gestione del lavoro a quello del tempo libero.

In lotta contro l’inevitabile  Era della meccanizzazione si porrà soprattutto Capitan Harlock, che cercherà di sottrarre il protagonista s-3 alla sua schiavitù prostrandosi come simbolo di una flebile speranza di salvezza per il genere umano.

A proposito di Harlock, il pirata dello spazio appare anche ne Gli assi del Kilimangiaro in qualità di pilota d’aerei e in Corazzata spaziale Deat Shadow, dove si rimarca la connessione tra Harlock e la sua nave, dimora e tomba errante, strumentale alla sua missione sotto il vessillo della Libertà.

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A parte gli inequivocabili segnali di condanna nei confronti dei terrestri, Matsumoto riflette e fa riflettere su argomenti più astratti, come  la Circolarità e la finitezza dello spazio-tempo, qui presenti soprattutto in La città morta su Venere e Ufo 2001.

Nel primo, due scienziati terrestri scoprono che il Pianeta Venere  – ridotto in condizioni ambientali catastrofiche- non è altro che la proiezione del pianeta Terra nel tempo futuro; mentre in Ufo: 2001 (data ovviamente non casuale) , il racconto più filosofico di questa raccolta- un giovane terrestre incontra una donna aliena intenzionata a viaggiare nel tempo, fino al fatidico 2001 .

Il futuro più lontano è semplicemente il momento appena passato! È come dire che abbiamo il mondo alle spalle stando nel punto più lontano possibile da esso…. com’è romantico!

Fanno capolino anche storie metanarrative (Il canto del giuramento d’amore) in cui dei lettori immaginari commentano in maniera schietta un melodramma amoroso, o storie piuttosto grottesche e dall’efficace umorismo agro-dolce, ambientate nell’era dei vichinghi (Great Viking) o nel Far West tanto caro all’autore, come nel bizzarro Un uomo Serio, in cui una razza aliena scopre tutti i rischi che si corrono nell’inviare nel selvaggio West un essere umanoide rispettoso delle legge, privo di vizi o sregolatezze e moralmente ineccepibile.

Graficamente lo stile del mangaka è inconfondibile: le onnipresenti figure femminili longilinee, aggraziate, affusolate, dai capelli lunghissimi e lo sguardo malinconico sembrano rappresentare un ideale di bellezza e di perfetta sintesi tra l’Apollineo e il Dionisiaco, nonché vere e proprie dei ex machina capaci di far evolvere – in negativo e in positivo- il genere umano nelle situazioni di difficoltà .

Da notare, tra l’altro, che non sono nemmeno troppo sottintesi i riferimenti al possibile ritorno di un Matriarcato o ad un futuro in cui non esisteranno più differenze fisiche e caratteriali tra donne e uomini (ufo 2001).

Viceversa, gli uomini – fatta alcune eccezioni per gli esseri piu razionali- hanno quasi tutti una forma sgraziata, bassa e macchiettistica, che riflette la loro irrefrenabili passioni alcoliche e sessuali. Le tipiche sproporzioni anatomiche e la scomposizione obliqua che contraddistinguono le sue tavole riescono a conferire un senso di forte smarrimento e alienazione, anche se appaiono un po’anti-estetiche.

Nonostante l’eccessiva ripetitività di certi modelli di personaggi e di temi così drammatici, la poetica di Matsumoto non risulta mai scontata o limitata: attraverso il filtro della metafora, i messaggi pessimisti stimolano interpretazioni ed osservazioni profonde sulla nostra condizione e il nostro ruolo sulla Terra, senza nemmeno  presentarsi troppo criptici grazie agli splendidi aforismi esplicativi che chiudono ogni racconto.

La sua è una filosofia malinconica che guarda al passato come ad un possibile futuro e viceversa, che osserva con disprezzo la negligenza e il menefreghismo della società post-atomica, e che spera nel recupero dei valori perduti dell’era Preistorica.

Considerato anche il prezzo molto competitivo (5.95 €) per questo quantitativo di pagine (più di 400 pagine), Storie di un tempo lontano è l’occasione perfetta per prendere contatto con tutta l’universo filosofico creato dal sensei e per abbracciare le sue dichiarazioni come monito per il futuro.

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