Marvel Masterworks – Thor vol. 4: Riscoprite la magia della Marvel anni sessanta – Recensione

Pubblicato il 9 Agosto 2015 alle 11:25

Arriva un nuovo Masterwork dedicato al Dio del Tuono Thor! Riscoprite la magia della Marvel anni sessanta con storie classiche realizzate dai maestri Stan Lee e Jack Kirby ancora oggi considerate tra le pietre miliari del fumetto americano!
Compra: Marvel Masterworks The Mighty Thor 4

Quando Stan Lee creò Thor, uno dei personaggi fondamentali della Marvel, all’inizio non si concentrò sugli aspetti mitologici e fantasy che caratterizzano le sue storie. Il Sorridente descrisse infatti il Dio del Tuono come una specie di Superman della Casa delle Idee, impegnato ad affrontare minacce che non avrebbero sfigurato in un albo dell’Uomo d’Acciaio. L’unica eccezione era rappresentata dal malvagio fratellastro Loki, il Dio del Male.

In seguito, però, Lee si rese conto che c’era un intero pantheon mitologico da sfruttare e presto apparvero character essenziali come Balder, Heimdall, Odino e i Tre Guerrieri e gli elementi fantasy divennero sempre più rilevanti. Per diverso tempo, comunque, Mighty Thor fu un comic-book che alternava situazioni immaginifiche e fiabesche con altre più classicamente supereroiche. Ma poi Stan si concentrò sulle vicende di Asgard e degli dei norreni. La svolta avvenne con l’eliminazione di Jane Foster, l’amore terreno di Thor, sostituita dalla splendida dea Sif che assunse un ruolo importante nelle story-line.

Di ciò vi potrete rendere conto con questo quarto Masterwork dedicato a Thor che include i nn. 140/152 del comic-book originale. In questi episodi, Thor è ormai un personaggio inserito in un contesto cosmico, sebbene non manchino riferimenti alle vicende del Marvel Universe propriamente detto. E Lee insiste su un dettaglio tipico delle storie del Dio del Tuono: le incomprensioni tra quest’ultimo e il padre Odino. Se in passato i due erano sovente in disaccordo a causa del rapporto tra Thor e Jane Foster, adesso non mancano altri motivi di scontro che spingeranno il sovrano di Asgard a privare l’eroe dei suoi poteri.

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E non si potrebbe verificare in un momento peggiore, considerando che le minacce non mancano, come avrete modo di vedere. Usando questo pretesto, tuttavia, Lee chiarisce che Thor è un eroe non tanto per la sua forza e il suo potere ma per l’animo nobile che lo contraddistingue e descrive il suo lato più umano, vulnerabile e fallibile, fedele al motto ‘supereroi con super problemi’. Stan è scatenato e inventa personaggi letteralmente dal nulla, dimostrando di essere un vulcano d’idee. In questo libro quindi vedrete le prime apparizioni dell’Uomo Crescente, di Replicus, dei temibili Incantatori e del Demolitore.

Il ritmo delle story-line è serrato e adrenalinico e non c’è un attimo di pausa. Inoltre, Stan si diverte a usare tanti personaggi del Marvel Universe come il terribile Super-Skrull, Ringmaster e il suo Circo del Crimine, il letale Distruttore e il mostruoso Ulik. L’importanza poi di Balder, della splendida Sif, dell’infida Karnilla, di Loki e della crudele Hela è innegabile e questi personaggi diventano, a conti fatti, autentici co-protagonisti del mensile.

I testi di Lee sono retorici e verbosi, a volte pacchiani, tanto da poter essere considerati persino ironici. Ma a modo loro risultano efficaci e vanno collocati in un’ottica tipicamente sixties. Non è nemmeno da escludere che ci sia stato lo zampino di Kirby, anche lui portato alla ridondanza espressiva (basti considerare le sue serie DC come New Gods e Kamandi, tra le altre, per accorgersene).

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Quanto al Re, si può dire che i disegni sono un altro punto di forza del volume. Le matite di Kirby sono in parte compromesse dalle chine di Vince Colletta che non sempre riesce a valorizzarne la dinamicità (da questo punto di vista, per ciò che concerne l’era Marvel, è stato Joe Sinnott l’unico capace di rendere tridimensionali le matite del Re).

Ma la forza e la potenza espressiva dei disegni emergono lo stesso e basta osservare la maestosità e il carisma di Thor e dei suoi alleati, la bellezza di Sif, le smorfie e le espressioni perfide di Karnilla e Loki, la mostruosità di Ulik e degli altri avversari del Dio del Tuono, i paesaggi tenebrosi e inquietanti del regno infernale di Hela per comprendere il talento di uno dei penciler più acclamati del fumetto statunitense. Insomma, questo volume è Storia con la maiuscola. Non trascuratelo.

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