Fraction, di Shintaro Kago – una recensione

Pubblicato il 23 Luglio 2015 alle 11:30

Psicopatici, serial killer, squartamenti, perversioni sessuali. Shintaro Kago indaga nelle sue storie ero-guro gli abissi più oscuri dell’animo umano.

Nella circoscrizione di Setagaya, metropoli di Tokyo, una serie di brutali femminicidi terrorizza la popolazione, mentre la polizia non sembra in grado di fermare il serial killer, denominato “l’Affettatore“, perché taglia in due tutte le sue vittime.

A riflettere sulle terribili uccisioni è l’intraprendente Ryoko Fujioka, giovane cameriera con il pallino delle investigazioni, che, assieme a Kotaro Higashino, Machiko Soda, Makoto Oyama e Ryo Hayami, lavora nella caffetteria Chat Noir, vicina alle scene del delitto. Chi sarà mai l’Affettatore? Un uomo? Una donna?

Un maniaco privo di senno o un freddo assassino? Nessuno sembra in grado di far luce sul caso. Ad un tratto, però, qualcosa cambia: la “routine” dell’Affettatore viene interrotta e il suo modus operandi si modifica bruscamente. Che cosa può significare?

Nel frattempo, in un altro luogo della città, Shintaro Kago, alter ego dell’autore,mangaka famoso per le sue crude opere ero-guro, ma ormai in crisi di popolarità, propone alla sua redattrice di cambiare genere e di scrivere un fumetto mistery del tutto rivoluzionario.

Avviate su due distinti binari, le storie dell’Affettatore e dell’ingegnoso mangaka proseguiranno separate per lunghi giorni e capitoli pieni di tensione crescente, fino al fatale incontro.

Il termine ero-guro è una costruzione wasei-ego (una parola, cioè, che fonde in maniera originale vocaboli inglesi e nipponici) nata per indicare un movimento artistico, lettarario e cinematografico sorto in Giappone all’inizio degli anni Venti, ma le cui tematiche hanno ripreso vigore nel Dopoguerra fino ai giorni nostri. Erotico, grottesco e nonsense.

Queste sono le tre anime inscindibili dell’ero-guro, che, qualunque metodo espressivo e artistico attraversi, è sempre caratterizzato da contenuti sessualmente espliciti ed estremi, azioni violente e brutali, abbondanza di crudeltà paranoiche e perversioni. L’opera Fraction, di Shintaro Kago, pubblicata in Italia per la prima volta da 001 Edizioni nella sua collana Hikari, è un condensato perfetto di tutto ciò, una sorta di “opera omnia” di tutte le sfumature dell’ero-guro.

Il delirio psicopatico dell’Affettatore fa correre sudori freddi lungo la schiena del più affezionato lettore mistery e splatter (lo stesso editor di Hikari, Valentino Sergi, ha ammesso di “non aver mai letto nulla di simile”), spingendolo ad oscure fantasie attorno alla labilità del confine tra persone “normali” e diabolici serial killer.

L’omicida, infatti, ha, come sempre, il volto pulito e la facciata anonima della persona perbene, quasi noiosa ed insignificante. Ma nasconde dentro di sè i segreti più sconcertanti e le inclinazioni più agghiaccianti.

In cofronto ai deliri dell’Affettatore, i capitoli con protagonista il mangaka, rappresentano quasi un’oasi di lucidità e sanità mentale.

Le pagine scorrono lente, statiche, dense di dialoghi, in un vivace e stimolante scambio di battute tra il disegnatore e la sua redattrice.

Shintaro Kago accompagna la donna in un viaggio alla scoperta delle meravigliose ed inesplorate potenzialità del mezzo fumettistico, dei tanti “giochi di prestigio” che un autore consapevole può realizzare alle spese dell’ingenuo lettore, di cui può sfruttarne i pregiudizi e le costruzioni mentali. Un vero e proprio saggio critico a vignette sul potere latente della metanarrazione.

Su questa alternanza tra capitoli pieni d’ansia e di orrore e capitoli di vivace e apparentemente innocua conversazione, si gioca il meccanismo d’attrazione di Fraction, che non si riduce così ad un mero fumetto splatter, ma, attraverso l’intervento diretto dell’autore che vi compare in forma di personaggio (uno dei personaggi chiave, addirittura), assume uno spessore ben maggiore, come un labirinto che, invece di svilupparsi su un solo livello, comincia improvvisamente a salire e scendere lungo tortuose scale.

Shintaro Kago dà quindi vita ad un’opera nuova, un “ero-guro-mistery”, che recupera in ingegnosità narrativa ciò che può perdere con il proprio surrealismo e nevrotivismo sfrenato. Shintaro Kago ha fatto della sua stessa personalità unica ed estrema il vero marchio di fabbrica del proprio successo, surclassando talvolta con le proprie personali peculiarità il valore dei suoi manga.

Ironico, paradossale, fuori dagli schemi nelle proprie opere come nella vita reale, attratto in maniera viscerale dalle feci e da tutto ciò che ruota attorno al mondo dell’escremento solido (descrive i propri lavori come “merda” e ha voluto chiamare la prima edizione della sua movie convention “Shit Film Festival”), Shintaro Kago colpisce il proprio lettore con storie che sono un pugno nello stomaco, ma un pugno ben studiato, soppesato e mirato.

D’altro canto, i disegni del mangaka di Tokyo riflettono un grande equilibrio e una precisione stilistica di alto livello, che arriva a coinvolgere la struttura stessa della pagina, l'”architettura” delle vignette, spostata e modificata a piacimento.

Fumetto come cinema, vignetta come obiettivo della telecamera, che poco mostra e che tanto nasconde al di fuori dei propri ristretti confini. Un concetto articolato e profondo, quello affrontato dall’autore, che si allarga ad una più generale riflessione sul modo in cui le persone guardano, percepiscono e giudicano il mondo.

A seguito di Fraction, dopo un piccolo e comico glossario dell’horror e dello squartamento, viene riportato il “colloquio speciale” tra Shintaro Kago e Ryuichi Kasumi, maestro del giallo e del bakamisu, sfumatura del mistery dove è particolarmente accentuato l’elemento assurdo e fantastico.

Tra il mangaka e lo scrittore si instaura un divertente scambio di battute riguardo al lavoro dei due artisti, alle loro scelte artistiche e alle rispettive influenze. Un connubio di idee e considerazioni che, chissà, potrebbe sfociare in una futura collaborazione.

Il volume edito da Hikari, infine, si chiude con quattro racconti brevi: L’uomo che fece ritorno, Tremiti, Crollo, Irritazione. Qui l’elemento meditativo e (parzialmente) razionale presente in Fraction cede il passo all’ero-guro, totale e purissimo, con abbondanza di scene di splatter, perversione ed erotismo.

In conclusione, Fraction raccoglie alcune delle opere più significative di Shintaro Kago, ma se la prima parte ha la levatura di un manga surreale che scavalca i limiti di genere e forma espressiva, la seconda, con le sue storie brevi intrinsicamente ero-guro, potrà propbabilmente incontrare il gusto soltanto di un vero appassionato del genere.

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