Justice League: Crisi su Terra-Uno – Recensione DC Comics Story n. 20

Pubblicato il 30 Novembre 2014 alle 11:00

E venne un giorno in cui giunse la Crisi e l’Universo DC non fu più lo stesso! Non perdete la riproposta degli storici episodi della Justice League che introdussero ufficialmente il concetto delle terre parallele grazie all’immaginazione di Gardner F. Fox e all’estro grafico di Mike Sekowsky!

justice league 21

Quando l’editor Julius Schwartz propose le nuove versioni di Flash e di Lanterna Verde non si collegò alle vicende della Golden Age. Nel primo episodio di Flash, però, il protagonista Barry Allen faceva un riferimento al precedente velocista, Jay Garrick. L’eroe, infatti, decideva di prendere il nome dal suo predecessore dopo aver peraltro sfogliato un fumetto ad esso dedicato. Successivamente Gardner F. Fox, nel n. 123 di Flash, fece incontrare i due giustizieri, inserendo un elemento narrativo che sarebbe diventato essenziale per la DC: quello delle terre parallele. L’autore stabilì che il moderno Flash viveva su Terra 1 mentre quello della Golden Age su Terra 2.

Fu l’inizio ufficiale del Multiverso composto appunto da terre parallele che sono da sempre croce e delizia dei DC fan. E il concetto di terre parallele va di pari passo con il termine Crisi. Periodicamente gli eroi della casa editrice affrontano una terribile crisi (come nel caso, per esempio, della recente Multiversity di Grant Morrison), sulla scia di alcune importantissime avventure della Justice League realizzate negli anni sessanta che Lion propone in questo volume della collana DC Comics Story.

L’autore è sempre Gardner F. Fox che approfondì il concetto delle terre parallele con esiti interessanti. Se su Terra 2 esisteva il Flash della Golden Age, da un punto di vista logico dovevano esistere pure altri DC character dello stesso periodo. Ciò diede a Fox l’opportunità di utilizzare personaggi dalle grandi potenzialità. Nei nn. 21-22 di Justice League America, quindi, un gruppo di nemici della Lega scopre l’esistenza di Terra 2 e si allea con alcuni villain di quel mondo. Il loro scopo è distruggere Superman, Batman e soci; ma anche i malvagi di Terra 2 hanno una squadra da annientare e cioè la Justice Society formata da Atom (diverso da quello della JLA), Black Canary, il Dr. Fate, Jay Garrick, la Lanterna Verde Alan Scott, Hawkman e Hourman.

Queste avventure sono passate alla storia dei comics e Fox si sbizzarrisce con una trama che nel primo capitolo ha un andamento macchinoso e cervellotico, complesso per gli standard narrativi dell’epoca; ma che poi si trasforma nella seconda parte assumendo un ritmo indiavolato. L’autore si diverte con i numerosi protagonisti e caratterizza abilmente anche i cattivi come, tra gli altri, Chronos, Felix Faust o Icicle che appariranno nel corso degli anni in parecchi mensili.

Il volume include poi altri episodi intriganti. Le atmosfere sono fantascientifiche e Fox di solito inserisce il team in contesti visionari e immaginifici: pianeti alieni, strane dimensioni, galassie inconcepibili. In un certo qual modo, la serie potrebbe essere considerata escapista e, al di là di riferimenti che fanno pensare al clima da guerra fredda che ossessionava l’America, non ci sono tracce delle problematiche imperanti nella società statunitense presenti invece in altri comic-book DC così come in quelli Marvel. Ma nel complesso le storie sono godibili.

Va segnalato il n. 23 con l’esordio della perfida e sexy Queen Bee, il n. 24 che ha come guest-star Adam Strange, allora protagonista di Mystery In Space, e il n. 25 dove la Lega affronta un altro memorabile villain, l’inquietante Despero. I testi di Fox sono ridondanti, verbosi e didascalici ma efficaci e l’autore non manca di trarre ispirazione da elementi storici e letterari. Ci sono, per esempio, allusioni a ‘Tamerlano’ di Edgar Allan Poe e ad Alessandro Magno.

Il penciler Mike Sekowsky ha uno stile spigoloso e grezzo ma in questi lavori il tratto inizia a presentare maggiore plasticità, specialmente per quanto riguarda la raffigurazione di Flash e di Wonder Woman, e il dinamismo delle sequenze d’azione è evidente. Struttura pagine formate da vignette minuscole e altre dalle inquadrature più ampie e spaziose e si dimostra a suo agio quando illustra le ambientazioni allucinate e psichedeliche partorite dalla fervida fantasia di Fox. Si parla sovente di materiale definito con troppa facilità storico. Ma questo lo è davvero ed è imprescindibile per qualsiasi estimatore dei comics americani.

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