Recensione Nabari vol. 1 – J-Pop

Pubblicato il 3 Novembre 2010 alle 11:45

Autore: Yuhki Kamatani
Editore
: J-Pop
Provenienza
: Giappone
Prezzo
: €  5,90


Ogni cosa ha un lato visibile e uno nascosto. Il “Nabari no Yo”, è il mondo nascosto in cui gli shinobi hanno continuato ad esistere, adattandosi di volta in volta ai mutamenti della società senza lasciar trapelare nessun indizio della loro presenza.

Qualcosa però agita i clan, animati dalla brama di potere: lo shirabansho, la tecnica segreta che dona la conoscenza per dominare tutte le cose, si sta risvegliando. A farne le spese è il quattordicenne Miharu Rokujo, studente delle medie barricato dietro un muro di indifferenza assoluta verso tutto e verso tutti, che si ritrova padrone dello shirabansho e al centro della guerra per impadronirsi della tecnica più potente di Nabari.

Accanto a lui, il professor Kumohira  e i compagni Koichi e Raimei, esperti di tecniche ninja e pronti a difendere Miharu dalle mire dei lupi grigi di Iga, per fare di lui il re di Nabari. Peccato che l’unica cosa che interessi al ragazzo sia preservare la sua vita di indifferenza…

Dopo il successo dell’anime, J-Pop porta in Italia “Nabari”, manga di Yuhki Kamatani serializzato a partire dal 2004 sulle pagine di Monthly GFantasy della Square Enix, e recentemente conclusosi per un totale di 13 volumi.

Il tratto della Kamatani è sottile e pulito, senza diventare troppo fino né troppo marcato, in un perfetto equilibrio visivo che si coniuga magistralmente con la caratterizzazione dei personaggi. L’autrice dimostra attenzione ai dettagli, ma il disegno non ne risulta appesantito per via di uno stile che non è mai eccessivamente accurato, specialmente nelle gag dove i protagonisti in versione deformed sono davvero ridotti a semplici schizzi dal sapore prescolare. Tratto distintivo delle figure umane sono i grandi occhi in stile shojo, impiegati come principale veicolo espressivo, con risultati davvero buoni.

Le tavole sono organizzate con equilibrio, le vignette sono disposte in modo ordinato, per una lettura facile e scorrevole. Buono anche l’impiego di retini, utilizzati solo quando necessario per creare profondità e sfumature. Le sequenze di azione sono rese con grande semplicità e chiarezza, mantenendo il disegno leggero eppure flessibile e in grado di adattarsi perfettamente alle caratteristiche proprie di ciascun personaggio.

Anche per quanto riguarda la caratterizzazione dei protagonisti, la Kamatani dimostra di saper coniugare abilmente l’aspetto grafico con quello caratteriale, che si completano a vicenda.

Il tratto sottile esalta l’indifferenza di Miharu, apparentemente fragile ma sempre controllato e scaltro. Il chiaroscuro netto riflette le ombre nel passato del professor Kumohira. L’autrice sembra divertirsi molto a sorprendere il lettore facendo compiere ai suoi personaggi azioni in contrasto con il loro aspetto esteriore, creando così ripetuti colpi di scena e dando spessore a figure, che, senza questo espediente, risulterebbero prive di originalità.

Questa particolare gestione dei protagonisti trova un suo corrispettivo anche nel tono narrativo, fortemente permeato da umorismo e comicità, che però riserva anche momenti di alta tensione e violenza, perfettamente amalgamati tra loro senza soluzione di continuità.

L’edizione italiana curata dalla J-Pop è al solito di alto livello. Rilegatura solida, carta bianca e resistente, sovraccoperta e inserto a colori su carta lucida, per un rapporto qualità-prezzo proporzionato. Buono anche l’adattamento, con testi scorrevoli e comprensibili. Qualche perplessità, forse, rimane sulla scelta del titolo italiano, semplicemente “Nabari” anziché “Il re di Nabari” (oppure “Nabari no Ou”, il titolo originale).

In conclusione, “Nabari” è una lettura consigliata agli amanti del genere e a quanti apprezzano la sperimentazione che caratterizza un po’ tutte le opere targate Square Enix. Il risultato è un mix accattivante che convince già dal primo numero e invoglia a proseguire la lettura.


VOTO: 7,5

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