Universal War Two vol. 1: Recensione Mondadori Comics

Pubblicato il 24 Maggio 2014 alle 10:30

Arriva un’eccezionale saga fantascientifica di Denis Bajram: Universal War Two! Non perdete le drammatiche vicende di una ragazza nel contesto futuribile di Marte! Quando la fantascienza assume toni maturi e introspettivi il suo nome è Universal War Two!

Prima vol. 4 – Universal War Two vol. 1 – Il Tempo del Deserto
Collana Prima

prima 4 universal war two 00

Autore: Denis Bajram (testi e disegni)
Casa Editrice: Mondadori Comics
Genere: Fantascienza
Provenienza: Francia
Prezzo: € 9,99, 21 x 28, pp. 56, col.
Data di pubblicazione: maggio 2014

Mondadori Comics si sta rivelando una realtà editoriale importante, anche e soprattutto per la qualità delle sue proposte. Alle validissime collane Historica e Fantastica ha affiancato Prima, dedicata ad opere di provenienza francofona pubblicate pressoché in contemporanea con la Francia. E Universal War Two, scritta e disegnata dal bravissimo Denis Bajram, appartiene a questa categoria. Si tratta di una saga fantascientifica che si articola in sei volumi ed è il sequel dell’acclamata Universal War One. La storia del presente volume si svolge a trent’anni di distanza dal lavoro precedente ma è leggibile a sé stante.

Ovviamente, trattandosi di science-fiction, non mancano spazi siderali, tecnologie futuribili e tutti gli elementi degni di una space opera che si rispetti. Tuttavia, gli aspetti fantascientifici sono il pretesto che serve all’autore per affrontare tematiche importanti. Ma procediamo con ordine. La terra è stata distrutta e i superstiti hanno creato una civiltà, denominata Canaan, caratterizzata da una spiccata attitudine mistica e religiosa che richiama quella di impronta giudaico-cristiana. Costoro vivono in una situazione precaria, divisi tra la luna, Marte e Titano, e l’equilibrio rischia di essere compromesso in qualsiasi istante. Come se non bastasse, alcuni scienziati hanno scoperto che un wormhole sta consumando il sole e le conseguenze saranno catastrofiche.

Con l’approvazione della più alta autorità terrestre, il Patriarca, decidono quindi di varare il progetto Fenice che rappresenta forse una possibilità di salvezza. Ma non tutti potranno avvalersene. La comunità terrestre insediatasi su Marte, infatti, ha sottomesso e schiavizzato gli abitanti di quel mondo, creando un sistema di oppressione; spinti da un impulso razzista, intendono salvarsi abbandonando i malcapitati al loro destino. Thea, la protagonista principale della storia, nipote del Patriarca, si oppone a tale politica ed è in rotta con la sua famiglia. Cercherà perciò di modificare la situazione. Ma poi accade un fatto inaspettato: nel centro del sole appare un misterioso triangolo. Secondo le autorità, è il simbolo di Dio. Ma è veramente così?

Universal War Two è avvincente sin da questo primo capitolo. I testi di Bajram hanno un’impostazione lirica e aulica che fa pensare allo stile del Frank Herbert di Dune, grazie all’insistenza sull’aspetto misticheggiante della trama. I dialoghi sono intensi ed incisivi ma l’opera è di fatto una condanna metaforica del conflitto tra israeliani e palestinesi. I terrestri che schiavizzano e maltrattano i marziani, infatti, simboleggiano la politica razzista di Israele. I bombardamenti, i raid, i bambini massacrati poiché considerati terroristi per partito preso, rimandano alle tragiche cronache dei giorni nostri. Perciò, utilizzando i cliché della fantascienza, Bajram dimostra lodevole coraggio firmando un’opera di denuncia.

È evidente nella descrizione di una civiltà che con prepotenza si appropria di un paese che non le appartiene (esattamente come ha fatto Israele con i territori palestinesi) e sono sintomatiche le frasi che Bajram mette in bocca a un soldato, cugino di Thea: ‘Sono il braccio armato della politica di Canaan… il tuo popolo è condannato! Tutto ciò non ha niente a che vedere con la cattiveria e la bontà! La storia sta per divorarvi, la natura vi ha voltato le spalle… mi spiace per voi, bambini, dovevate nascere altrove’. Parole agghiaccianti non dissimili da quelle che nella nostra realtà pronunciano i rappresentanti di Israele e i loro squallidi tirapiedi.

Universal War Two è un gioiello pure per i disegni. Il tratto di Bajram è incredibilmente accurato e di grande potenza espressiva. Gli oscuri spazi cosmici, le immense distese dei deserti marziani, le ambientazioni tecnologiche sono raffigurate con vigore mozzafiato e rese ulteriormente intriganti da giochi d’ombra ben impostati. Bisogna altresì segnalare i colori, sempre ad opera di Bajram, ora vividi e intensi, ora tenui e crepuscolari, sempre appropriati per i molteplici contesti della narrazione. Insomma, Universal War Two è l’ennesima pietra miliare pubblicata da Mondadori Comics e vale la pena tenerla d’occhio.

Voto: 8 ½

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