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Superman di James Gunn: recensione del film che “guarda in alto”
Federico Vascotto 11/07/2025

“Look up”. “Guarda in alto”. Quanto significato in una frase così semplice.
La frase campeggiava sul teaser poster di Superman con un’enorme responsabilità. Il film di James Gunn infatti aveva non solo il compito di inaugurare il nuovo corso della DC al cinema, proprio per mano di Gunn e Peter Safran. Ma anche di riportare sul grande schermo il supereroe più famoso (e più amato) della DC Comics. Un simbolo di speranza in tempi bui. Proprio come la S sul suo petto.
Dopo Christopher Reeve e Henry Cavill, Gunn sceglie un taglio molto diverso per il proprio Azzurrone, pescando maggiormente dall’anima fumettosa, colorata e spensierata dello stesso.
Fin dalla prima (coraggiosa) scena, sceglie infatti di mostrarci l’eroe più super di tutti nel suo momento meno super. Di sconfitta e di sofferenza. Tanto che dovrà mettere in discussione la propria identità. Quello di David Corenswet è un Superman più umano. Si fa aiutare dagli altri, in primis il cane Krypto, vero eroe della pellicola.
Le tematiche del film sono principalmente due: l’odio sui social sempre più dilagante e una strizzata d’occhio a ciò che sta accadendo sulla Striscia di Gaza. Un film quindi a suo modo politico e tecnologico, con tutti i limiti del caso. La paura per una volta non è quella dell’intelligenza artificiale ma di ciò che l’umanità riesce a fare attraverso la tecnologia, ovvero distruggere in un attimo la reputazione di qualcuno. Basta aver visto quel celebre episodio di The Good Wife per saperlo. Il potere di farlo è ciò che Lex Luthor brama, mosso dall’invidia, sentimento profondamente figlio dei nostri tempi. Senza dimenticare la tematica animalista sempre cara a Gunn.
Corenswet ci ha convinto come Superman e la sua chimica con Rachel Brosnahan e Nicholas Hoult ci appare innegabile. Specialmente nella scena dell’intervista – una delle più riuscite della pellicola. Soprattutto perché racchiude ciò che fa tutto il film in pratica: smontare e rimontare la figura del Supereroe per antonomasia, metterlo in dubbio e in discussione invece che celebrarlo come un Dio inarrivabile ed intoccabile nelle proprie azioni.
D’altronde, non dimentichiamocelo, si tratta di uno dei più amati proprio perché più vicino agli uomini che agli alieni che lo hanno mandato su un altro pianeta per salvarlo.
Il difetto principale di questo Superman è probabilmente l’aver scelto una linea comica che molto spesso appare forzata (e non fa ridere) fin dalla prima scena. Inoltre molti rapporti di causa e conseguenza tra un atto e l’altro appaiono non sempre fluidi, con un CGI a volte invasiva. Per contro, ci sono troppi personaggi e troppo poco approfondimento degli stessi, a parte il trio protagonista. La musica è preponderante e ruffiana, e in alcune sequenze action ricorda proprio Guardiani della Galassia.
Eppure la pellicola ha un cuore enorme e questo è il suo più grande merito, ricordandoci che il cervello vince sui muscoli. Come si dicono Clark e Lex in uno dei confronti più interessanti di Superman di James Gunn.
In breve
Giudizio Globale
7.5
Sommario
Un film imperfetto con un cuore enorme come Superman.


