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Gli Incredibili X-Men – Recensione del nuovo corso Dalle Ceneri

Tobia Brunello 19/08/2025

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  • Autori:: Jed MacKay, Gail Simone, Ryan Stegman, David Marquez, AA. VV.
  • Formato: 17X26, S., 72 p.
  • Prezzo: 7,00 euro
  • Casa editrice:: Panini Comics
  • Data di uscita: Novembre 2024

Negli ultimi mesi la serie ammiraglia dei mutanti Marvel è tornata al classico titolo Gli Incredibili X-Men con il rilancio denominato “Dalle Ceneri, Un Nuovo Inizio”.

Dopo la fine dell’era di Krakoa, il mondo mutante si trova, come suggerisce il titolo, a risorgere “dalle ceneri”, e Gli Incredibili X-Men raccoglie le due testate storiche del mondo mutante, ovvero Uncanny X-Men (scritta da Gail Simone) e X-Men (senza aggettivi, scritta da Jed MacKay).

L’approccio iniziale delle serie X è decisamente agli antipodi di quanto visto negli ultimi anni durante il periodo krakoano, quando tutte le testate mutanti partivano da un’ambientazione condivisa e le trame si dipanavano lungo tutta la linea: tutte le serie sono indipendenti (anche se qualche rimando incrociato giocoforza salta fuori), e le ambientazioni sono differenti con location distanti le une dalle altre, anche se nella miglior tradizione mutante le occasioni per qualche limitato crossover ci sono sempre.

Solo nell’ambito de Gli Incredibili X-Men, le due serie si sono incrociate prima nel crossover “interno” Assalto a Greymalkin (tutto contenuto nelle pagine di questo mensile) e poi in X-Manhunt, saga che ha coinvolto anche le altre testate facenti parte del rilancio “Dalle Ceneri“.

In generale, Dalle Ceneri ha visto un tentativo di ritorno alle classiche dinamiche degli incredibili X-Men: se la serie di MacKay predilige uno stile più supereroistico e accessibile, pur con qualche strizzata d’occhio ai fan storici (con echi del ciclo Morrison e del periodo Utopia di Fraction), la Simone in “Uncanny” rilegge archetipi e rapporti tra i personaggi con quel piglio ironico ma raffinato che la contraddistingue. Entrambe le serie poi tengono in considerazione il successo di X-Men ‘97, il revival della classica serie animata degli anni ‘90 che ha spopolato su Disney+.

Eccoci quindi tornati ai mutanti emarginati (e traumatizzati dopo la caduta di Krakoa), con una squadra che si stabilisce a New Orleans mentre l’altra fa base in Alaska, sempre in bilico fra la difesa degli ideali e il confronto con un’umanità diffidente o ostile, qui rappresentata, dalla minaccia goverantiva di ONE e della prigione Greymalkin, una sorta di campo di concentramento per mutanti sorto sulle rovine della Scuola Xavier.

Ecco quindi un Magneto che torna a essere più cinico che mai, un Ciclope leader pragmatico e stratega eccellente (ma anche vittima di attacchi di panico), un Wolverine burbero e a suo dire solitario, ma che in realtà è il collante del gruppo, Gambit e Rogue più innamorati e travolti dalla passione che mai, Bestia tornato finalmente ad essere l’adorabile genio furry di un tempo, cancellando il suo recente (ma nemmeno troppo) passato da machiavellico sociopatico.

Inoltre torna un elemento chiave delle serie degli X-Men, ovvero i “nuovi mutanti” che entrano nel gruppo per imparare a gestire i propri poteri: su X-Men troviamo gli adulti Ben Liu e Jen Starkey, mentre su Uncanny si uniscono ben quattro giovani già dotati di costumi e nomi in codice: Jitter, Calico, Deathdream e Ransom. Dinamiche diverse, ma in comune il fatto di essere perseguitati e di trovare un rifugio sicuro sotto l’egida della X.

Dal punto di vista grafico i disegnatori in campo sono molti, dato che le due serie originale hanno una periodicità di 18 numeri l’anno. Ryan Stegman si conferma solido interprete del fumetto mainstream USA: tavole cariche d’azione, ottima sequenzialità e qualche scelta interessante per ringiovanire i volti dei protagonisti – talvolta un po’ troppo, al punto che Ciclope e Kid Omega sembrano quasi coetanei, ma si tratta di dettagli che non scalfiscono il piacere visivo complessivo.

Su X-Men si alterna con un Netho Diaz veramente sorprendente, che si sforza di riprendere lo stile di Stegman riuscendo a non far sentire il salto stilistico ma mantenendo sempre una sua cifra personale. Su Uncanny, il cast di disegnatori ruota con stili un po’ più classici ma sempre efficaci nella costruzione dell’atmosfera: il risultato è una cornice estetica che regge bene il ritrovato senso di avventura, con un David Marquez in forma smagliante come disegnatore principale (in particolare davvero efficace nelle espressioni dei personaggi), aiutato dapprima dai buonissimi Javier Garron, Edgar Salazar, Andrei Bressan e Gavin Gaudry e poi dal “cotitolare” fisso Luciano Vecchio, altro disegnatore che negli ultimi tempi ha alzato notevolmente la qualità del suo lavoro.

Lo stile narrativo, in entrambe le testate, appare volutamente lineare e quasi “di ripartenza”, lasciando da parte le trame labirintiche degli ultimi anni in favore di storie più accessibili, incentrate sulla crescita dei personaggi e sui temi universali della diversità e dell’appartenenza. Soprattutto nei primi numeri, la cui lavorazione era iniziata prima di sapere i dettagli delle ultime storie della gestione precedente, si notano alcune forzature a livello di storia e di caratterizzazioni, ma con il passare dei numeri i due sceneggiatori fanno sempre più propri personaggi e situazioni e la narrazione scorre più fluidamente.

 

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In breve

Storia

7

Disegni

7.5

Cura editoriale

7

Sommario

Una ripartenza fresca, che mira a recuperare gli elementi cardine degli X-Men dopo la lunga parentesi dell’era krakoana. Entrambi i serial ci mettono qualche numero prima di mettersi a fuoco narrativamente parlando, ma una volta passato il periodo di rodaggio il piacere della lettura aumenta esponenzialmente. Niente da dire sul reparto grafico, di altissimo livello sia per quanto riguarda i disegnatori “titolari” che per i sostituti.

Punteggio Totale

7.2

stars

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