Recensione Boy Rocket – Black Velvet

Pubblicato il 31 Agosto 2010 alle 09:19

Autore: Massimo Giacon, Mimi Colucci
Casa Editrice:Black Velvet\Altrevisioni
Provenienza: ITA
Prezzo: € 13, 112 pp


Scrivere recensioni per passione. Per far compartecipare altre persone al piacere dell’immaginazione, della alterità immaginifica. Per dare forma alle proprie opinioni, ramificati tentacoli su mille dettagli amati e\o odiati.

Scrivere per capire meglio… quello che non ti sembra di aver afferrato per niente.

Questa recensione del lavoro di Massimo Giacon e Mimi Colucci, artisti attivi sin dagli anni ’80 nel campo della grafica, e di riviste come Frigidaire, Altr Alter, Cyborg etc. è un’arrampicata in tempo reale di quei barlumi che son riuscito a raccogliere tra una pagina e l’altra di questa prima parte, della rivisitazione illustrata del secondo romanzo di Colucci.

La storia: Una donna nello spazio, una specie di star dello spettacolo. Un meteorite la colpisce, diventa pura spiritualità, energia. Ossessionata dall’idea del figlio abbandonato in adolescenza, crea uno spirito che protegga e renda onnipotente suo figlio che sarà il nuovo salvatore del mondo. Il figlio è un maniaco sociopatico, amico di altri sociopatici e parla con gli spiriti di dittatori e statisti del passato.

La possibile analisi:… possiamo partire dal vaneggiamento che Boy Rocket è un’opera para-biblica.

Il tema del sacrificio, dell’omicidio rituale, la venuta degli astri come portatore di cambiamenti spirituali. Il figlio come simbolo di rottura e unione allo stesso tempo, elemento di continuità e cambiamento. La salvezza del mondo e il curioso ed umanissimo miscuglio di cinismo, sesso, pateticità, incredulità dietro ad una serie di eventi intellegibili che devono essere letti senza essere compresi. Considerati reali punto e basta.

Il nuovo salvatore ha allucinazioni, parla e viaggia nel tempo con Hitler, Henry Ford e Giulio Cesare… uccide per divertimento, uccide per salvare, uccide per dormire dentro le frattaglie dei cadaveri, simulacro del ventre materno a cui è stato strappato.

Il momento del concepimento del nuovo messia è un atto meccanico, di sudato sesso tra una portatrice di handicap e un animalesco venditore ambulante. Un atto carnale puro, legato anche alla sfera spirituale ma che non rifugge il materialismo dell’atto.

Psicologi, squinternati, poliziotti e televisori, agenti dello spettacolo ed una struttura narrativa frammentata presentano questa rivisitazione, aperta, amorale, non della Bibbia e dei suoi contenuti, ma dei suoi ruoli, dei suoi schemi narrativi.  Presi e trasposti a metà strada fra il post-moderno, quello più disincantato e sarcastico e lo splatter fine a se stesso.

Ma è un’opera incompiuta, necessita l’atto successivo  per capire se l’intuizione.. se il desiderio di rielaborare certi elementi, certi stereotipi ha un gusto semplicemente fine a sè stesso o è più elaborato, più profondo nella sua interpretazione. Per ora, e forse per colpa mia come lettore distratto, solo alcuni stralci di linee si possono afferrare e leggere con una visione critica.

Aspetto il seguito di questa opera, che, comunque, promette  complessi risvolti.


Voto: 7, 5

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