Punisher di Garth Ennis 1 | Recensione del primo Omnibus dell’autore irlandese

Le serie che hanno rilanciato il personaggio nell'etichetta Marvel Knights raccolte in un gigantesco Omnibus

Pubblicato il 17 Novembre 2022 alle 19:00

Autori: Garth Ennis, Steve Dillon, Darick Robertson, Tom Mandrake, Cam Kennedy, John McCrea, Doug Braithwaite
Formato: 18.3X27.7, 1088pp., C., colori
Prezzo: € 89,00
Casa Editrice: Panini Comics
Provenienza: USA
Data di pubblicazione: 08/09/2022

Tobia Brunello
Tobia Brunello
2022-11-17T19:00:33+01:00
Tobia Brunello

Autori: Garth Ennis, Steve Dillon, Darick Robertson, Tom Mandrake, Cam Kennedy, John McCrea, Doug Braithwaite Formato: 18.3X27.7, 1088pp., C., colori Prezzo: € 89,00 Casa Editrice: Panini Comics Provenienza: USA Data di pubblicazione: 08/09/2022

Tra le opere Marvel più significative uscite tra la fine degli anni ‘90 e l’inizio del nuovo millennio, uno dei periodi più caotici e allo stesso tempo creativi della Casa delle Idee, bisogna sicuramente ricordare il Punisher di Garth Ennis.

Personaggio sfruttato all’estremo negli anni ‘80 e all’inizio dei ‘90, il Punitore aveva da anni perduto appeal verso il pubblico. Quando Joe Quesada e Jimmy Palmiotti, i due autori all’epoca titolari della piccola Event Comics, ricevettero l’incarico di rivitalizzare alcune serie minori sotto l’etichetta Marvel Knights, tra cui anche Punisher.

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Un primo tentativo di rilanciare il personaggio in chiave soprannaturale non incontrò il favore del pubblico, ma la mossa era stata fatta nell’attesa che si liberasse l’autore che Quesada e Palmiotti volevano fin dal principio per Punisher: Garth Ennis.

Nella seconda ondata di titoli Marvel Knights che arrivarono sugli scaffali nei primi mesi del 2000 ci fu quindi l’esordio di una nuova maxiserie in 12 episodi, intitolata semplicemente The Punisher, scritta da Garth Ennis e disegnata dal suo fidato collaboratore, il compianto Steve Dillon con il quale stava ultimando la serie Vertigo Preacher, vero e proprio fenomeno di costume dell’epoca. 

Famoso per il suo umorismo grottesco e per la capacità di raccontare storie crude ed estreme, Garth Ennis ricevette carta bianca per il rilancio di Punisher, liquidando le precedenti avventure “angeliche” in un paio di battute e riportando il personaggio alla dimensione più prettamente urbana che aveva fatto le fortune delle più celebri storie del personaggio, quelle firmate da Mike Baron o Chuck Dixon.

Attraverso il suo giocare con l’estremo però Ennis è riuscito anche a rimodulare il personaggio in una chiave che evita molti dei problemi che hanno avuto gli scrittori precedenti: Frank Castle non è un eroe, un anti-eroe o un qualsiasi modello da seguire. Frank Castle è un uomo traumatizzato e violento, uno psicopatico che ha incanalato la sua malattia mentale in una non meglio specificata vendetta contro i criminali. Non c’è nessun tipo di giustificazione (tanto che Frank colpisce i suoi stessi emuli con la stessa violenza che riserva ai criminali), nessun tentativo di empatizzare con il protagonista: Punisher è una macchina omicida inarrestabile, in cui vi è una sorta di bussola morale ma i cui sentimenti sono completamente repressi e le cui motivazioni non vengono mai esplorate.

Se la maxiserie in 12 episodi (intitolata in maniera azzeccata Bentornato Frank) si concentra maggiormente sul black humor grottesco e sull’azione, sfruttando anche alcuni classici personaggi Marvel (Daredevil e Spider-Man) per sottolineare il ridicolo e l’assurdo del mondo dei supereroi in confronto alla dimensione più cupa e realistica in cui si muove Frank, la successiva serie regolare, sempre sotto l’etichetta Marvel Knights, spazia maggiormente su altre tematiche.

Affiancato anche da altri disegnatori (Darick Robertson, con cui poi Ennis realizzerà The Boys, Tom Mandrake, Cam Kennedy e John McCrea, suo compagno sull’altra serie cult Hitman) Garth Ennis esplora scenari più complessi come il dramma dei reduci o la corruzione nella polizia, offrendo spaccati di vita in cui nessun personaggio ne esce mai immacolato e allo stesso tempo barlumi di umanità risplendono nei posti più improbabili.

Più la narrazione prosegue però e più si nota che i “paletti” dell’universo Marvel limitano sempre di più la narrazione di Ennis, che chiude la serie non a caso con un’avventura con ospiti Spider-Man, Daredevil, Wolverine e Hulk dai toni quasi demenziali. Successivamente avrebbe portato Punisher all’interno dell’etichetta MAX, dedicata alle produzioni riservate ai lettori maturi, dove libero dalla continuity e dalle limitazioni narrative dell’universo Marvel avrebbe potuto esplorare fino in fondo il trauma della guerra del Vietnam e raccontare storie dai toni decisamente più adulti e meno grotteschi. Probabilmente la produzione MAX rappresenta l’apice della produzione di Garth Ennis su Punisher, ma è il culmine di un processo che nasce e i cui semi si possono già leggere sulle pagine di queste serie Marvel Knights.

L’Omnibus raccoglie in appendice anche la prima storia di Ennis su Punisher, un What If…? disegnato da Doug Braithwaite in cui Frank Castle dedica la sua vita ad eliminare non i criminali, bensì tutti gli eroi dell’Universo Marvel. Una storia distopica ed efficace, in cui Ennis dimostra che nonostante il suo evidente disprezzo per i supereroi è comunque capace di scriverli efficacemente.

Non è inclusa invece la miniserie Punisher War Zone in cui Ennis e Dillon avrebbero ripreso il personaggio nell’etichetta Marvel Knights per raccontare il seguito di Bentornato Frank. Sarà probabilmente inserita in uno degli Omnibus successivi, ma forse sarebbe stata meglio insieme al resto della produzione Marvel Knights invece che in mezzo alla produzione MAX.

In Breve

Storia

7.5

Disegni

7

Cura editoriale

7.5

Sommario

Un ciclo di storie fondamentale e imperdbile per gli amanti del black humor e dell'azione. Un volume gigantesco, che raccoglie anche alcuni extra sfiziosi ma che forse sarebbe stato più completo aggiungendo l'ultima miniserie realizzata da Ennis e Dillon. Il lavoro di Dillon appare particolarmente adatto per le ambientazioni di Punisher, meno quando entrano in scena elementi più supereroistici. Gli altri disegnatori coinvolti fanno un buon lavoro, oscillando tra il realismo e il grottesco.

7.5

Punteggio Totale

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