Intervista a Jacopo Paliaga e French Carlomagno: «Con Aqualung 4 abbiamo finito di apparecchiare e ora si mangia»

Pubblicato il 16 Febbraio 2020 alle 09:30

Ci si avvicina sempre di più alla conclusione delle avventure di Cold Cove e dei suoi misteri sott’acqua. Aqualung arriva alla sua quarta stagione sia sul web che sul cartaceo, grazie a Bao Publishing (in libreria dal 31 novembre 2019), e continua a sorprendere con disgrazie e disavventure che colpiscono gli abitanti del paese, a volte più comuni e quotidiani di quello che si possa pensare…

Abbiamo intervistato gli autori Jacopo Paliaga e French Carlomagno per farci raccontare degli sviluppi di questa quarta stagione e cosa dovremmo aspettarci per il futuro.

MF: Tornano le avventure ambientate a Cold Cove e troviamo un leggero cambio di rotta. Cosa sta succedendo nel piccolo paese di mare?

JP: Nessun cambio di rotta. Tutto è dove deve essere, così come pensato all’inizio (e grazie a BAO che ci ha spinti e aiutati in questa impresa). Per questa quarta stagione, in realtà, abbiamo cercato di ritornare alle atmosfere dell’inizio, più cupe e apocalittiche, più intime e familiari, se vogliamo. Con le stagioni 4 e 5 legate in un’unica grande storia, abbiamo pensato di cogliere l’occasione per creare una lettura anti-climatica in cui portare a galla le conseguenze di tutto ciò che hanno vissuto i protagonisti fino a ora, in totale contrapposizione a quello che sarà l’ultima grande stagione.

Diciamo che, con la conclusione di questo volume 4, abbiamo finito di apparecchiare la tavola, e ora si mangia. Per quanto riguarda Cold Cove, nella piccola cittadina di mare non succede niente di particolare, come sempre. O quantomeno in superficie, mentre gli ingranaggi celati si muovono pian piano: Andy Greenberg è subentrato a Fred Bishop alla guida della R.A.I.N. con l’illuso pensiero di riuscire a plasmare un’Organizzazione differente. Holly e Beth hanno riaperto il “Fish Dish” e ci lavorano, anche se tecnicamente non potrebbero (ma, ehi, è Cold Cove, figuriamoci se con tutto quello che succede qualcuno si mette a chiedere i documenti…). Philip King sta perdendo il controllo del proprio corpo, così come Beth, anche se in altro modo, o Isabel. Mentre Connor… è Connor: cerca di mettere la testa a posto, ma sappiamo tutti che è fatica sprecata.

MF: Per il personaggio di Isabel c’è una “novità in arrivo”. Come mai avete sviluppato il suo personaggio verso quella direzione?

JP: Non so come rispondere a questa domanda senza spoilerare il volume 4, ma ci provo! Isabel ha perso tutto, letteralmente: nel corso delle varie stagioni, l’abbiamo vista perdere la sua umanità e trasformarsi in un mostro, l’abbiamo vista perdere il controllo della sua mente così come l’amore della sua vita, per ben due volte.

Volevamo offrirle una seconda possibilità – soprattutto dopo il finale della terza stagione – ma essendo io e French molto scorretti, ed essendo Aqualung una serie che non regala niente a nessuno, ci siamo chiesti: davvero Isabel può essere nuovamente felice, in qualche modo? Può – un essere umano mutato in quella maniera – dare alla luce qualcosa di puro? La risposta arriverà entro la fine della stagione 4, e guarda caso si sposa alla perfezione con la parabola discendente di un altro dei protagonisti…

Personalmente, con Aqualung cerco sempre di tenere i personaggi in equilibrio su una corda, dalla quale possono cadere o possono rimanere impigliati per poi risollevarsi. L’unica certezza è che i protagonisti vi camminano sopra come dei funamboli, tutti insieme, ed è quindi normale che le azioni che compiono siano legate tra loro e che, in qualche modo, si ripercuotano sulla vita e sul futuro degli altri.

MF: Aqualung nasce come webcomic ma è stato subito pubblicato in cartaceo da BAO Publishing. Tolte le difficoltà iniziali nell’adattare il fumetto su due supporti diversi, come avete evoluto lo storytelling per quest’ultima stagione? Come riuscite ad avere una narrazione fluida sia per web che per la carta stampata?

FC: È vero, Aqualung nasce come webcomic e inizialmente qualche difficoltà nel passare dal web alla carta c’è stata, ma direi che si è trattato di una cosa circoscritta al primo volume, in quanto quella stagione nasceva totalmente su web e solo dopo si è concretizzata la possibilità della pubblicazione con BAO.

Per le successive stagioni è stato tutto molto più semplice: sapevamo che ci sarebbe stato questo passaggio da fare e l’esserne consapevoli ha sicuramente facilitato il tutto. Quello che abbiamo fatto dal secondo volume in avanti è stato pensare prima al cartaceo, perché sicuramente necessita di più attenzione e precisione, soprattutto per quanto riguarda la foliazione e la gestione dei colpi di scena, e poi abbiamo costruito l’adattamento su web di conseguenza.

MF: Nella quarta stagione, la protagonista finora è la quotidianità, nei piccoli gesti di tutti i personaggi e nel lavoro di tutti i giorni. Ma avete anche affrontato i pericoli che la quotidianità cela. Quali altri temi “caldi” affronterete (o vorreste affrontare) con i protagonisti di Aqualung?

JP: Il tema portante di Aqualung è sempre stato la famiglia, intesa non come una mera discendenza di sangue ma come le persone con cui scegli di vivere. È una famiglia fatta di adolescenti, mostri, qualche assassino, persone sofferenti che si fanno forza a vicenda.

Ognuno dei protagonisti ha perso qualcosa, in termini di rapporti umani: chi la moglie, chi un fidanzato, chi un padre, e ci serviva un momento di calma (per quanto illusoria) per metterli davanti alle problematiche del quotidiano, tra le quali fare la spesa o affrontare un evento traumatico. In futuro non intendiamo affrontare altri temi “caldi”, ma ci concentreremo nel raccogliere quanto seminato, cosa che comprende anche “il grosso evento traumatico” mostrato a metà del quarto volume, che chiaramente avrà delle conseguenze e servirà a definire una volta per tutte uno o più personaggi coinvolti nella vicenda.

MF: Confermata la palette di colori, notiamo un’evoluzione nel disegno. French, cosa diresti al te stesso delle prime tavole di Aqualung?

FC: Sono contento del percorso che sto facendo e dell’evoluzione che ho avuto. Sicuramente ero più acerbo e il fatto di aver dovuto disegnare così tante pagine nel giro di un paio d’anni ha aiutato la mia crescita. Al me stesso delle prime tavole di Aqualung, probabilmente direi che non sapeva disegnare un fumetto. Scherzi a parte, gli direi che col duro lavoro e con l’impegno, pian piano, i risultati si vedono.

MF: La quarta stagione è appena terminata, siete già proiettati verso la quinta?

FC: Assolutamente sì! Stiamo cominciando a lavorarci proprio in questi giorni e a breve ne saprete di più. Jacopo sta mettendo insieme tutti i pezzi del puzzle in vista del finale, ma siamo a buon punto. Non vediamo l’ora di farvi leggere le ultime duecento pagine.

MF: Ci sono alcuni elementi narrativi disseminati lungo questo quarto volume che fanno pensare ad un Aqualung 2.0 o magari ad uno spin-off, ci avete pensato?

JP: In realtà, no. Aqualung è una serie dalla narrazione fortemente incasellata, dove ogni pezzo dev’essere al proprio posto, il tutto in attesa della chiusura del cerchio prevista per l’anno prossimo. Lasciare una porta aperta per uno spin-off o un sequel vorrebbe dire togliere un mattoncino dalla nostra costruzione di Lego, facendola traballare. Non potremmo pensare a uno spin-off o a un sequel legato alla storia principale, perché questa si chiuderà con il quinto volume, come da programma.

Chiaro, qualche spunto per proseguire o ampliare l’universo di Aqualung ci sarebbe, ma preferiamo concentrarci a chiudere col botto piuttosto che allungare il brodo. In via del tutto ipotetica, però, ho sempre scherzato con French sul fatto di riprendere i personaggi di Aqualung tra dieci anni, con Holly cresciuta, magari sposata, con una vita diversa e con protagonisti diversi. Sempre che sopravviva alla fine, è ovvio.

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