Dark: fra viaggi nel tempo e universi paralleli

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Ricordo bene quando ho iniziato a seguire per curiosità la prima stagione di Dark (della quale qui trovate la mia recensione, mentre la mia recensione della seconda stagione di Dark si trova qui): le primissime parole pronunciate sono: “Noi siamo convinti che il tempo sia qualcosa di lineare“, e già lì avevo capito che l’avrei amata alla follia.



Esistono diverse teorie scientifiche che si occupano (e preoccupano) proprio dei viaggi nel tempo, e sovente gli autori di opere di fantasia come Dark scelgono di impiegare una sola fra queste teorie per la costruzione del proprio mondo. Ebbene, uno dei punti di forza di questa produzione originale Netflix nata in Germania e in particolare di questa seconda stagione è invece l’introduzione di elementi e teorie scientifiche sempre nuovi, che arricchiscono la narrazione e vanno a integrare e completare la nostra visione dei viaggi nel tempo così come sono stati concepiti dai creatori di Dark, Baran bo Odar e Jantje Friese.

OPERE DI FINZIONE E TEORIE SCIENTIFICHE SUI VIAGGI NEL TEMPO

Per seguire al meglio le vicende narrate, occorre prima iniziare ad avere dimestichezza con la teoria sui viaggi nel tempo utilizzata fino a questo momento per la creazione di Dark. Ne esistono diverse, per cui le opere da esse derivate seguono logiche e meccaniche differenti:



INCONTRARE IL PROPRIO DOPPIO

Un altro tema molto interessante che riguarda le teorie sui viaggi nel tempo, scientifiche o fantascientifiche che siano, riguarda il proprio doppio (o i propri doppi, nei casi più estremi): Stando a una di queste teorie, fra tutte le cose da evitare quando si viaggia nel tempo, oltre a evitare interazioni superflue è fondamentale non incontrare assolutamente il proprio doppio, per evitare che si creino ulteriori paradossi temporali o addirittura l’annichilimento dell’Universo stesso.

Tuttavia, esistono delle opere di finzione che non si pongono affatto questo problema, per cui chiunque può tranquillamente parlare con il suo alter ego proveniente dal passato o dal futuro, un po’ come avviene, ad esempio, in Ritorno al Futuro 2, quando il Biff del futuro consegna alla sua versione più giovane un almanacco sportivo contenente tutti i risultati delle maggiori manifestazioni sportive dal 1950 al 2000, innescando così una serie di reazioni a catena e nuovi eventi che alterano lo spazio-tempo, creando quindi una linea temporale e un universo paralleli e alternativi in cui Biff si è arricchito sfruttando l’almanacco.



In Dark, non solo l’interazione con il proprio alter ego di un altro tempo è prevista, ma è fondamentale per il verificarsi di quegli eventi che sono considerati come inevitabili: un giorno Jonas diventerà Adam e questo è inevitabile semplicemente perché Adam esiste e perché, in virtù della sua presa di coscienza della inalterabilità degli eventi e dei cicli, Adam si prodigherà in ogni modo per far sì che accada tutto ciò che è necessario affinché Jonas diventi lui, inclusi l’inganno e l’omicidio della donna amata da entrambi (poiché sono la stessa persona): insomma Adam arriva al punto di farsi del male da solo perché sa che senza quegli eventi semplicemente Jonas non potrebbe mai diventare un giorno lui.

Tutto questo avviene in maniera talmente simile a quanto mostrato nel film del 2014 Predestination che ho intuito subito molte cose, fra cui quali fossero le reali intenzioni di Adam quando spinse Jonas a viaggiare nel tempo con la promessa che così facendo avrebbe finalmente posto fine al ciclo. Il giovane Jonas era troppo ingenuo e ansioso di rimediare a quella paradossale situazione per fermarsi a riflettere su un semplice dettaglio: se Adam era lì, significa che il ciclo non è mai stato interrotto, per cui l’unica opzione possibile è che Adam abbia ingannato il se stesso più giovane non per fargli interrompere il ciclo, ma, al contrario, per far sì che lo stesso potesse continuare a esistere.

Jonas e Adam sono due personaggi diametralmente opposti, eppure sono la stessa persona. Ma come è possibile? Semplicemente, un giorno Jonas, dopo aver provato inutilmente svariate volte a rimettere le cose a posto (lo stesso Adam dirà a Jonas che i molteplici viaggi ai quali si è sottoposto lo hanno indebolito e deturpato: per quale motivo avrebbe dovuto viaggiare nel tempo così spesso, se non per cercare di spezzare il circolo vizioso nel quale Winden è intrappolata?), giungerà alla conclusione che ciò non sia possibile e, arresosi a questa evidenza, fonderà i Sic Mundus con lo scopo di preservare il ripetersi dei cicli che un tempo avrebbe voluto interrompere.

COME SPIEGARE I PARADOSSI TEMPORALI

Una delle tante particolarità di Dark è il fatto che, mentre in teoria si dovrebbe cercare di non creare paradossi temporali, questa serie invece si basa in gran parte proprio su di essi.

Fino a questo momento, abbiamo potuto comprendere come funziona la teoria dei viaggi nel tempo impiegata per la realizzazione di Dark: essa si basa sul Principio di autoconsistenza di Novikov, una teoria concepita dal fisico russo Igor Dmitriyevich Novikov negli anni ’80 come possibile risoluzione ai paradossi che il viaggio nel tempo può creare come alternativa alla nascita di universi paralleli.

Secondo questa teoria:

Inoltre, nel terzo episodio della seconda stagione di Dark, Spettri, si fa esplicita menzione del Paradosso di Bootstrap o Paradosso della Predestinazione, secondo il quale un oggetto o una informazione del futuro viene inviato nel passato, creando un paradosso a causa del quale quell’oggetto semplicemente esiste senza essere stato creato da nessuno in particolare: in Dark, l’orologiaio H.G. Tannhaus riceve un libro sui viaggi nel tempo che scriverà nel futuro, grazie al quale può costruire la sua macchina del tempo, il che spiega perché l’uomo si ritenga un impostore, poiché creerà la macchina del tempo semplicemente seguendo delle istruzioni che provengono dal futuro e che, quindi, non ha ancora scritto, creando un paradosso a causa del quale Tannhaus non avrebbe mai potuto scrivere il suo libro senza prima averlo letto.

Altri paradossi riguardano invece i bizzarri legami di parentela che legano alcuni personaggi, il più paradossale di tutti riguarda Elisabeth Doppler, che è al contempo figlia e madre di Charlotte Doppler.

ESISTONO GLI UNIVERSI PARALLELI IN DARK?

Tenendo presente quanto detto fino a questo momento, la risposta è chiaramente no, poiché il ciclo è inalterabile. Eppure esistono alcune persone che desiderano opporsi a questa ineluttabilità e, dunque, al progetto di distruzione del mondo dei Sic Mundus: si tratta di Claudia Tiedemann e di Jonas Kahnwald, il quale deve anche lottare con se stesso per evitare di diventare Adam.

Jonas ipotizza che, se è vero che i macroeventi non possono essere modificati, è tuttavia possibile apportare dei cambiamenti all’apparenza impercettibili ogni volta che ci ritrova nelle medesime circostanze all’interno del loop, i quali, sommati fra di loro, daranno origine a una serie di eventi non previsti dal loop stesso, ponendovi di fatto fine e creando, dunque, un universo parallelo in cui le cose sono finalmente andate diversamente e il ciclo è terminato. Ma questa è solo una sua supposizione.

Tuttavia vengono forniti alcuni indizi i quali invece lasciano intendere che ciò sia possibile:

Non resta ora che attendere di vedere come si dipaneranno i complessi intrecci di Dark nella terza stagione della serie, sperando che non sarà necessario anche questa volta dover attendere due anni.

Dark è una serie originale Netflix e la seconda stagione è disponibile sulla piattaforma di streaming online a pagamento dal 21 giugno 2019, mentre sono iniziate già le riprese per la terza stagione della serie. Vi ricordo infine che i costi di alcuni abbonamenti per Netflix hanno subito degli aumenti, come potete leggere in questo articolo.

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