Dark Stagione 1 | Recensione

Pubblicato il 12 Dicembre 2017 alle 15:00

Winden è una tranquilla cittadina tedesca, almeno all’apparenza, ma che nasconde una serie di segreti oscuri che si trascinano da decenni.

Dark è la prima serie in lingua originale tedesca prodotta da Netflix. Creata da Baran bo Odar e Jantje Friese, Dark è un intenso viaggio nei meandri dello spazio e del tempo.

  • La domanda non è dove. Ma quando

La storia ha inizio con la misteriosa scomparsa da Winden, una piccola cittadina tedesca, di due ragazzi, per poi aprirsi sempre più all’analisi delle vite dei membri di 4 famiglie, protagonisti di vicende che coprono l’arco temporale di 3 generazioni e che sono strettamente e indissolubilmente legate.

Dark è un progetto davvero ambizioso, con una trama e un intreccio di vite fra i suoi protagonisti che può essere a tratti difficile da seguire, a maggior ragione se si tengono presenti le diverse linee temporali prese in esame: il presente, ovvero il 2019, il 1986 e il 1953. Per questo, abbiamo scelto di analizzare la complessità degli eventi, dei legami familiari e delle tante interazioni fra personaggi e linee temporali differenti in un articolo separato.

Forse avrete notato che gli anni in cui si svolgono le vicende non sono casuali, e in effetti è esattamente così, poiché gli avvenimenti si ripetono sempre ogni 33 anni: ad esempio, le sparizioni dei ragazzi nel 2019 e le circostanze in cui avvengono, come la moria di uccelli che perdono la vita in volo e piovono dal cielo, sono stranamente simili agli eventi di 33 anni prima, quando, nel 1986, scompare nel nulla un ragazzo…

Non solo sembra che il tempo sia in qualche modo circolare, con il ripetersi degli stessi eventi ogni 33 anni, ma a Winden c’è una misteriosa e oscura grotta che potrebbe celare al suo interno un enorme segreto. Questo fa dunque sorgere un altro dubbio: è forse possibile che gli eventi del futuro siano in grado di influenzare anche il passato e il presente, violando così il principio di causa-effetto?

  • Vite parallele

Il tema del parallelismo, veicolato principalmente dal ripetersi di alcuni eventi a distanze di tempo sempre uguali e regolari, è centrale in Dark, e lo si evince fin dalla locandina della serie e dalla sua sigla iniziale, nelle quali sono mostrate diverse immagini affiancate che non sono altro che l’una il riflesso speculare dell’altra:

Per evidenziare maggiormente gli eventi che si svolgono in parallelo nello spazio, ma non nel tempo, a volte viene usata la tecnica dello split screen, e in generale l’ottima regia e la fotografia guidano lo spettatore verso la corretta comprensione di ciò che sta avvenendo sullo schermo.

  • L’oscurità e il gelo

Dark non è solo una serie oscura, che tratta tematiche oscure e le vite di personaggi oscuri, ma potremmo anche definirla una serie fredda, per via di alcune scelte stilistiche.

L’ambientazione, una cittadina tedesca immersa nel verde, è circondata da un bosco inquietante, per via degli alberi, alcuni dei quali quasi del tutto spogli e che, per questo, trasmettono un senso di straniamento, freddezza e solitudine.

Per quanto riguarda invece gli interni, sono spessissimo molto curati e ordinati quasi in maniera maniacale, e l’ordine eccessivo rende gli ambienti chiusi quasi asettici, trasmettendo spesso un senso di freddezza.

Anche l’uso dei colori verte maggiormente verso quelli freddi, come il blu e il verde, e anche un uso accentuato del chiaroscuro mette in maggiore evidenza le zone d’ombra.

Perfino il clima è piovoso e freddo.

  • Dall’altra parte

Rendere al meglio una storia così complessa e ricca di intrecci, anche fra linee temporali differenti, garantendone al contempo organicità e coerenza senza incorrere in incongruenze, non deve essere stato semplice.

Il rischio, quando si mette troppa carne sul fuoco, è quello di cadere nella facile trappola dell’incoerenza, o peggio ancora esiste il pericolo di non riuscire a seguire tutte le vicende, aggiungendo elementi anche sconnessi e che mal si integrano fra loro.

Se temete tutto questo, potete stare tranquilli: tutto, dalle ambientazioni alla scelta degli attori, dalla regia alla fotografia, dalla sceneggiatura alla produzione, ha come unico scopo quello di creare una serie televisiva di ottima qualità.

Guardare Dark è come osservare un dipinto che rivela i suoi segreti solo scrutandolo con attenzione, facendo caso ai dettagli, alla mano dell’artista e al messaggio che vuole comunicare.

Dark contiene alcuni elementi che potrebbero essere familiari per alcuni di voi: la freddezza, i discorsi criptici di alcuni personaggi, il forte senso di straniamento, la sensazione di non stare cogliendo tutti gli elementi della storia e che vi stia sfuggendo qualcosa. Tutto questo rivela l’influenza del lavoro di David Lynch, in particolare della sua serie cult Twin Peaks.

Uno dei motivi per cui tutto è solido e coerente è il fatto che la serie sia stata creata da sole due persone, Baran bo Odar e Jantje Friese; inoltre, gli episodi sono tutti diretti dallo stesso Baran bo Odar, il che contribuisce a dare un senso di continuità e di organicità a quello che sarebbe facilmente potuto essere un prodotto finale incoerente e caotico, ma che invece è un’opera d’arte da guardare e riguardare.

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