Doom Patrol 1×09 – Jane Patrol | Recensione

Pubblicato il 13 Aprile 2019 alle 20:00

E’ tempo di visitare l’Underground dove risiedono tutte le oltre 60 personalità di Crazy Jane!

La ricerca di Niles Caulder, prigioniero di Mr Nobody, è ferma e la sua Doom Patrol è allo sbando. I suoi membri hanno prima scoperto l’amaro destino dei loro predecessori e poi, dopo essersi involontariamente sottoposti ad una sessione di terapia di gruppo, si sono più che mai allontanati l’uno dall’altro. Soprattutto Jane sembra ormai attraversare una profonda crisi come testimoniato dall’improvvisa ricomparsa di una delle sue personalità più pericolose ovvero la romantica Jane mentre Vic e Larry erano andati in soccorso di Danny, la strada senziente, contro il Bureau of Normalcy.

Come visto alla fine dell’episodio della scorsa settimana, la nostra recensione QUI, Vic e Larry erano riusciti ad aiutare Danny mentre nel tentativo di farla rinsavire, Rita e Cliff, aveva causato uno shock a Jane lasciandola catatonica.

Da qui riparte l’episodio di questa settimana, intitolato inequivocabilmente Jane Patrol, e con Cliff che con l’aiuto dello Spirito Negativo dovrà compiere un viaggio nella mente di Jane attraversando l’Underground dove risiedono tutte le sue personalità.

Non tutte però saranno collaborative anche perché Jane nasconde molti segreti e mentre Cliff si barcamenerà cercando di aiutarla e riportarla indietro, la stessa Jane farà a sua volta alcune importanti scoperte sulle sue origini e su come funziona la sua mente.

La verità e il ritorno a casa saranno perciò amari e non contrassegnati assolutamente da un “miglioramento” nella condizione di Jane ma solo da una consapevolezza tutt’altro che positiva: cosa altro si nasconde nella sua mente?

Jane Patrol è l’incredibile viaggio nella psicologia di un personaggio creato esplicitamente per rappresentare il trauma e le sue terribili conseguenze così come possono manifestarsi dentro e fuori la psiche umana.

La rappresentazione delle personalità multiple che popolano una immaginaria metropolitana è efficacissima nel rappresentare lo sgomento, la confusione e l’incertezza di un personaggio che ha perso la così detta “bussola morale” e vaga alla ricerca di sé stessa e di risposte.

Se Robotman rappresenta una certa razionalità – il suo essere macchina ancor prima che uomo – fa quindi da contrappeso alla lucida follia e alla sua bizzarra rappresentazione così come (ri)vissuta da Jane e dalle sue molte personalità.

Come dimostrato più volte nel corso di questa stagione Doom Patrol è incisiva quando showrunner e sceneggiatori scavano a fondo nella psicologia di questi bizzarri personaggi e lo fanno tanto senza preconcetti quanto scevri da quel politically correct imperante.

Ecco che le “origini” di Jane risultano ancora più potenti perché lasciate intendere così come il finale è ancora più amaro. L’episodio inoltre fornisce sia le origini segrete di Jane sia fa da corollario allo strano rapporto instaurato fra la ragazza e Robotman, rapporto messo nuovamente a dura prova dal viaggio di quest’ultimo nella sua mente.

Dopo aver esaurito, in maniera estremamente convincente, il filone di approfondimento sui personaggi e sulle loro origini è tempo di tornare su quello principale legato alla ricerca di Chief lasciato leggermente in disparte nelle ultime settimane.

Se si riuscirà a dare una chiusa organica in tal senso Doom Patrol coronerà una prima stagione pressoché perfetta.

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