Captain Marvel 1 | Recensione

Pubblicato il 14 Aprile 2019 alle 16:00

Arriva la nuova serie di Captain Marvel! Cosa succede a Carol Danvers quando decide di riprendere il suo ruolo da supereroina? Ce lo rivelano Kelly Thompson e Carmen Carnero nel primo numero di una nuovissima collana Panini Comics!

Panini Comics ha deciso di proporre la nuova serie di Capitan Marvel, alias Carol Danvers, e il primo numero ha il prezzo promozionale di un euro. Come ben sanno i fan della Casa delle Idee, Carol era una volta Miss Marvel ma da qualche tempo ha assunto il titolo che apparteneva all’amatissimo guerriero Kree Mar-Vell. Nella collana precedente, Carol aveva affrontato molte difficoltà, a cominciare dal ferimento del fratello. In seguito era stata costretta a lasciare il progetto Alpha Flight per prendersi cura di lui e infine un killer kree aveva ucciso sua madre.

Con questi traumi alle spalle, Carol ha comunque deciso di riprendere in mano la sua vita ed è in queste circostanze che la scrittrice dell’attuale serie, Kelly Thompson, ce la presenta. Almeno per il momento, Carol continua la sua attività di supereroina, ha un’amicizia con Jessica Drew, alias Spider-Woman, e viene convocata da Tony Stark che intende farle giocare un ruolo più rilevante nell’ambito dei Vendicatori. Iron Man, inoltre, le chiede di occuparsi della giovane e indisciplinata Hazmat, proveniente dall’accademia degli Avengers, dal momento che i poteri di quest’ultima sembrano incontrollabili.

In tale contesto, Carol interagisce con James Rhodes, il suo ex, e con una giornalista trendy che vuole intervistarla. Ma l’arrivo improvviso dell’inarrestabile Mahkizmo complica la situazione. La trama di questo primo episodio può essere riassunta così e risulta di un’esilità e di una banalità sconvolgenti. Questo perché Kelly Thompson appartiene a quella schiera di scrittrici avvicinatesi al fumetto e, in particolare, a quello supereroico, con un’attitudine discutibilmente ideologica, compromessa dal politicamente corretto e dalla scemenze stile #Metoo.

Va da sé, quindi, che Carol è una donna forte, superiore a tutto e tutti in quanto donna, e i vari personaggi maschili presenti nella storia sono imbelli e superficiali, a cominciare da Rhodey, e finendo poi con Iron Man, Thor e Capitan America che rispetto a lei fanno quasi la figura degli sprovveduti. Non poteva, ovviamente, mancare la trita e ritrita denuncia del sessismo, rappresentato da Mahkizmo, e il tutto si riduce al solito predicozzo pseudo-femminista che sta rovinando una parte del fumetto americano.

Il problema è che Kelly Thompson non si pone l’obiettivo di scrivere le storie di una supereroina ma quello di indottrinare lettrici che magari non hanno mai letto fumetti e ultimamente si sono avvicinate a questa particolare forma espressiva. Di conseguenza, propina dialoghi sciatti e banali, degni di una serie televisiva di Chondra Rhymes, con un’espressività da sciampista che lascia il tempo che trova. E c’è, inoltre, l’irritante, insulsa, costante fissazione del politicamente corretto (manca solo il personaggio gay di turno, ma sono convinto che presto o tardi farà la sua apparizione). Insomma, dal punto di vista della sceneggiatura, Captain Marvel è un classico esempio di fumetto spazzatura.

Le cose vanno decisamente meglio sul versante dei disegni, sebbene anche in questo caso ci sia l’infausta influenza del perbenismo politically correct. Infatti, la parte grafica è stata affidata a una donna, Carmen Carnero, e i colori sono di Tamra Bonvillain, senza trascurare il fatto che la testata è supervisionata da Sarah Brunstar (per la serie, i personaggi femminili devono essere scritti e disegnati solo da donne e non più da quei maschi buzzurri e misogini). In ogni caso, va specificato che Carmen Carnero è bravissima e i suoi splendidi disegni sono l’unico elemento che rende sopportabile la lettura di Captain Marvel.

Il suo stile è plastico e dinamico. Le sequenze incentrate sull’azione sono ricche di particolari e impreziosite da un’allure cinetica davvero apprezzabile. Ma l’artista è abile pure nelle tavole più tranquille e la caratterizzazione di Carol, Tony e gli altri personaggi è di grande qualità. In pratica, Carmen Carnero riesce a proporre un fumetto allineato agli standard del Marvel style, senza, comunque, rinunciare alla propria personalità estetica ed espressiva.

Come considerare, quindi, una simile proposta? Al di là dei disegni, direi che Captain Marvel rappresenta degnamente il livello infimo di tanta attuale produzione Marvel. Non la ritengo valida e non ne consiglio la lettura.

 

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