Intervista ad Albhey Longo | Cartoomics 2019

Pubblicato il 20 Marzo 2019 alle 16:30

Il giovane autore torinese presenta al Cartoomics il suo nuovo graphic novel sulla vita dei millenials.

Oltre 190 pagine dove due ragazzi, alla soglia dei trent’anni, dovranno trovare la loro strada, tra voglia di esprimere se stessi e compromessi con la vita reale. Uscito in anteprima per Cartoomics 2019, Sfera di Albhey Longo arriverà nelle librerie e fumetterie a partire dal 21 marzo. In occasione della fiera milanese, abbiamo chiesto all’autore, arrivato al suo secondo volume per Bao Publishing (dopo La quarta variazione), qualche ulteriore dettaglio su Damiano e il suo particolare potere di far nascere dal nulla strane sfere nere…

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MF: Grazie per la disponibilità! Parliamo di Sfera o meglio, di sfere: perché il protagonista ha la capacità di creare queste sfere nere?

AL: Devo andare un po’ indietro a livello cronologico: quando lavoravo a La quarta variazione (Bao, 2016), avevo già iniziato ad abbozzare la trama di Sfera. Il potere del
protagonista è stata la prima cosa che ho pensato, perché trovo renda bene l’idea dell’arte come atto creativo. Nelle sfere c’è anche la mia fascinazione per i buchi neri, intesi come materia che assorbe, che secondo me richiamano anche il concetto classico di superpotere nel fumetto pop, ovvero quello del campo di forza. Tempo dopo, mi hanno anche fatto notare che c’è la statua di una sfera nera fatta da Armando Testa davanti la stazione di Porta Susa a Torino: anni fa ci passavo spesso davanti e forse l’ho interiorizzata. La sfera è misteriosa, non ha spigoli, è nera, non si intravede cosa c’è dentro… l’ho trovata subito azzeccata come scelta, dunque mi sembrava plausibile che per i personaggi del graphic novel diventasse una forma d’arte.

MF: Dicevamo della genesi di Sfera

AL: Inizialmente avevo in mente solo il protagonista, Damiano, e il potere delle sfere. Poi, dato che non avevo alcuna fretta nel realizzare la storia, l’ho costruita per bene. La fase di progettazione è durata circa un anno e mezzo: praticamente la storia è cresciuta con me, mentre nel frattempo scrivevo e pubblicavo altre storie per altre edizioni, come Attaccapanni Press, Dayjob e Manticora. La fase di realizzazione è durata un anno circa, lavorandoci in maniera completamente rilassata, con tutta la vita che mi passava in mezzo.

MF: Sfera è uscito anche in edizione variant, con la copertina firmata da Nova. Chi ha scelto l’autore della variant?

AL: La scelta della variant di Nova e nata da una cena dove eravamo presenti sia noi due che parte della redazione Bao Publishing! Ci è sembrata subito un ottima idea visto che tutti e due stimiamo i lavori reciproci. Poi Nova è una bomba, quindi ho accettato al volo!

MF: Tutto il gruppo di Wilder ora è anche un gruppo di autori Bao Publishing. Cosa provi nel condividere questa esperienza con i tuoi colleghi, come Capitan Artiglio?

AL: è sempre bellissimo! Io e Capitan Artiglio, con Oscar Ito, abbiamo co-creato il webcomic Sappy, pubblicato su Wilder, e adesso che abbiamo finito di lavorare ai nostri libri stiamo già pensando a come continuarlo. Abbiamo più tempo libero per pensarci e per recuperare la storia. Anche ritrovarsi in fiera è molto bello: praticamente sono in vacanza dalla scrivania e posso parlare con gli altri dei progetti nuovi

MF: Tecnicamente parlando, hai lavorato sia su un webcomic che su un grafic novel. Sotto il punto di vista della struttura narrativa, su quale dei due ti piace più lavorare?
AL: Beh, io sono un amante del formato libro. La mia esperienza su Wilder è divertente: per Sappy mi occupo di impaginare le tavole. Essendo una storia d’azione, lo scorrere verticale lo rende ancora più dinamica, un effetto che non avremmo su pagine da sfogliare. Nonostante la sperimentazione che il formato web ti regala, io sono ancora molto affezionato al formato libro per le mie storie.

MF: Ci sono degli artisti a cui ti ispiri o ai quali fai riferimento?

AL: Inizialmente lavoravo sempre con libri e i saggi al mio fianco, poi mi sono pian piano distaccato dagli artisti che studiavo e il mio disegno è maturato in maniera più naturale. Uno fra tutti è Jamie Hewlet, disegnatore dei Gorillaz e di Tank Girl: lui più tra tutti mi ha dato la spinta a iniziare. I suoi disegni carismatici e il modo di vestire i personaggi mi hanno influenzato molto. Non ho altri nomi, perché mi lascio ispirare da un mix di tutte le cose che leggo, anche se non si notano subito. Ad esempio, lo stile di Kaneko (autore di White Moon) o anche quello di Inio Asano…

MF: Sei già al lavoro su altri progetti, subito dopo Sfera?

AL: Sto lavorando a un volume per Attaccapanni Press, ma non posso dire ancora nulla su quando uscirà. Continuerò a lavorare su Sappy, come già detto. Ma se dovessi dirti un altro tipo di progetto che mi piacerebbe disegnare, ti direi che vorrei tanto fare un fumetto action. Mi piace un sacco come genere! Sono un grande fan di serie come Cowboy Bebop e Akira. Ho una sorta di bisogno di tirare fuori dalla mia creatività moto, salti, pistole e simili. Cercherò comunque di mantenere lo stile e spero veramente in futuro di pubblicare un fumetto di quel tipo. Inoltre sono stato assistente ai colori di Kids With Guns vol.2 e colorare quella serie mi ha fatto aumentare il desiderio di fare un fumetto di quel genere!

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