Black Lightning 2×14 – The Book of Secrets, Chapter Four: Original Sin | Recensione

Pubblicato il 10 Marzo 2019 alle 15:00

Per Black Lightning e la sua famiglia i pericoli sembrano non derivare solo da Tobias Whale.

Black Lightning sta faticando parecchio questa seconda stagione e prima della pausa di due settimane aveva dimostrato dei piccolissimi passi in avanti con un episodio denso ma incapace di capitalizzare dovere i numerosi filoni narrativi aperti nel corso dei precedenti episodi – la nostra recensione QUI. Se showrunner e sceneggiatori infatti stanno costruendo un climax che porterà, quasi sicuramente, al debutto di Jennifer come supereroina è impossibile non notare certi passaggi goffi e frettolosi – un addestramento che dura appena mezzo episodio – mentre altre sotto-trame sono state sviluppate tardivamente – quella di Grace e Anyssa ad esempio – cercando poi appigli al contesto socio-politico messo forse un po’ troppo colpevolmente da parte.

Ad uscirne meglio è stato, a sorpresa, il villain Tobias Whale che rifocillato da un piano chiaro e conciso, finalmente esce da un certo anonimato che da sempre l’aveva contraddistinto: con il controllo sui “super meta-umani” può finalmente venderli al miglior offerente.

L’episodio di questa settimana, intitolato The Book of Secrets, Chapter Four: Original Sin, recupera in parte alcuni di questi filoni narrativi aprendone inaspettatamente altri. Jefferson viene sequestrato nella scuola da Lala – lo avevamo visto resuscitare nel finale della scorsa stagione dilaniato dai fantasmi dei suoi peccati passati – mentre Gambi cerca di stringere il cerchio attorno a Whale e a progettare una nuova uniforme per Jennifer.

Anyssa intanto decide di mettersi alla ricerca di Grace mentre Lynn viene improvvisamente omessa dall’Agente Odell dalla guida del progetto sui soggetti in custodia nascondendo una inaspettata arma segreta nella sua manica.

The Book of Secrets, Chapter Four: Original Sin tutte le trame, principali o secondarie che siano, procedono a rilento. Risulta quindi bizzarra la scelta di piazzare un episodio del genere, evidentemente di passaggio, proprio quando la serie stava finalmente acquisendo un po’ di inerzia positiva.

Parliamoci chiaro Black Lightning è ormai un orpello rispetto ai filoni narrativi più densi che coinvolgono tutti gli altri membri della sua famiglia e la scelta di relegarlo, letteralmente, in una stanza per gran parte dell’episodio ne è la prova.

Probabilmente, nelle intenzioni degli sceneggiatori e showrunner, c’era la volontà di inserire alcuni elementi che potessero “vivacizzare” lo scontro fra Black Lightning e Tobias Whale, nello specifico recuperando l’Agente Oddell e Lala.

Su quest’ultimo è impossibile non esternare più di una perplessità per la sua reale effettività seppur il filone narrativo “mistico” viene smorzato con un finale che sa molto di pezza per giustificare il tutto.

A dispetto quindi di tutte queste perplessità, l’episodio scorre rapido merito di una regia ben ritmata che riesce a portare avanti i “punti di vista” dei membri della famiglia Pierce in maniera organica e lasciando ad ognuno il proprio spazio pur senza, di fatto, approfondirne nessuno.

Difficile giudicare quale potrebbe essere l’orizzonte a cui mirano gli showrunner per il finale di questa seconda stagione di Black Lightning visto anche permane quella sensazione di un tardivo sviluppo di alcune sotto-trame, potenzialmente interessanti, che ora vengono sviluppate in maniera frettolosa.

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