Star Trek: Discovery 2×03 – Point of Light | Recensione

Pubblicato il 1 Febbraio 2019 alle 20:00

Le distorsioni non hanno attirato solo le attenzioni della Federazioni ma anche dell’Impero Klingon. Intanto si intensifica il mistero intorno a Spock e si dipana quello intorno a Tilly.

La scorsa settimana Star Trek: Discovery aveva prodotto un episodio che aveva attinto a piene mani dalla tradizione più classica del franchise – la nostra recensione QUI – impegnata anche a solidificare quella che era non solo la trama portante di questa seconda stagione ma anche il suo mood.

L’episodio di questa settimana intitolato Point of Light vede la Discovery sempre impegnata ad indagare sulle misteriose distorsioni e Michael Burnham cercare di comprenderne la connessione con gli avvenimenti che hanno coinvolto il fratello Spock. A bordo inoltre giunge a sorpresa Amanda, la madre dei due, che ha trafugato dalla struttura psichiatrica dove si era consegnato i referti medici di Spock nella speranza di ottenere aiuto sia da Michael che dal Capitano Pike.

Ben presto i contorni della vicenda legata a Spock diventano nebulosi con un accusa di omicidio mentre Amanda e Michael si confrontano sulla misteriosa entità nota come Red Angel. Michael confessa quindi alla madre di essere distaccata volontariamente dal fratello e che una riconciliazione sarebbe ardua.

Le distorsioni hanno allertato anche l’Impero Klingon dove la pace con la Federazione è mantenuta da una altrettanto flebile pace interna fra le varie casate. Incontriamo quindi L’Rell e Voq/Ash Tyler i quali non solo devono difendere la loro peculiarissima situazione – Voq era stato modificato psico-fisicamente per prendere il posto di Tyler come spia – confessandosi un incredibile segreto che costa loro la vita se non fosse intervenuta la misteriosa Section 31 della Federazione.

Sulla Discovery intanto Tilly ha un crollo psicologico. Chi è il “fantasma” che la sta assillando da quando ha avuto l’incidente con l’asteroide? Una intuizione di Burnham sembra però svelare il mistero.

Point of Light si configura come un eccellente episodio forte di una narrazione per filoni narrativi paralleli ma anche del ritorno di alcuni personaggi fondamentali nella seconda parte della prima stagione.

Tutto questo si traduce con il ritorno della componente più “politica” della serie – i Klingon ovviamente – ma anche con quello della componente più spionistica con una inaspettata virata verso un punto di vista più inerente alla Federazione che non dei Klingon come era invece accaduto nella prima stagione.

La componente drama è ancora una volta riservata al personaggio di Michael Burnham e alla sotto-trama di Spock, trama che sta crescendo forse un po’ troppo lentamente e potrebbe non sortire l’effetto – emozionale soprattutto – sperato da showrunner e sceneggiatori. Compie una svolta anche la trama con protagonista Tilly che muta da comic relief a completamente sci-fi e si lega al motore a spore a quanto pare, elemento che non si vuole abbandonare ma che potrebbe aver esaurito la sua spinta narrativa.

Da segnalare l’eccellente regia dal taglio spiccatamente cinematografico e estremamente influenzata da quella di J.J. Abrams e che trova i suoi momenti migliori nelle sequenze con protagonisti i Klingon e soprattutto la scena d’azione.

Questo terzo episodio in definitiva si candida come perfetto raccordo fra i temi della prima stagione e le “intenzioni” di questa seconda. Tanti spunti interessanti che se ben amalgamati potrebbe far decollare velocemente la seconda stagione.

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