The Little Drummer Girl di Park Chan-Wook | Recensione

Pubblicato il 28 Gennaio 2019 alle 20:00

La serie, tratta dall’omonimo romanzo di John Le Carré, è stata prodotta da BBC One.

C’è la raffinatezza del capolavoro a sorreggere l’impianto filmico di The Little Drummer Girl, nuova mini-serie spy-thriller tratta da John Le Carré dopo il successo di The Night Manager con Tom Hiddleston e Olivia Colman: quella realizzata da Park Chan-Wook non è soltanto una delle serie limitate dell’anno, ma anche uno dei picchi della carriera di questo autore tanto discontinuo quanto unico, il cui esordio nel mondo della televisione non solo è degno in tutto e per tutto del suo film più bello e recente, The Handmaiden, ma rischia di spodestare La Talpa del danese Tomas Alfredson dalla cima del podio dei migliori esempi del genere degli ultimi anni (e di gran lunga superiore al lungometraggio di George Roy Hill del 1984).

Il mestiere della spia in The Little Drummer Girl diventa quello del cinema, con attori che interpretano attori, diventano attori, mascherano se stessi per poter vivere attraverso gli occhi, le emozioni e le menti di personaggi studiati a tavolino, e Chan-Wook fa esprimere alla sua regia la sottigliezza di questo complesso lavoro psicologico barra gioco delle parti come se lo schermo televisivo fosse il palco di un teatro sul quale gli interpreti interpretano più personaggi contemporaneamente, fingendo fra loro e ingannando lo spettatore nel processo di assuefazione che li porta a trasformarsi.

La storia, che si sviluppa nell’arco di sei episodi (tutti diretti da Chan-Wook e sceneggiati a quattro mani da Michael Lesslie e Claire Wilson), è ambientata negli anni ’70 e segue la giovane e talentuosa attrice Charlie (Florence Pugh, ormai degna di essere ribattezzata Regina Mida), la quale durante una vacanza in Grecia conosce e si invaghisce di un affascinante straniero di nome Becker (Alexander Skarsgård).

Ben presto, Charlie si rende conto che le intenzioni del misterioso uomo sono tutt’altro che romantiche: lui è un agente segreto dell’intelligence israeliana e vuole reclutarla per insegnarle il mestiere del doppiogiochista così da poterla integrare nel complesso ma geniale piano di spionaggio ideato dal suo direttore, Kurtz (Michael Shannon). Charlie accetta di interpretare il ruolo più importante della sua carriera per porre fine a una serie di attacchi terroristici perpetrati da un gruppo di palestinesi, ma molto presto inizierà a domandarsi chi, in quella vicenda, è il buono e chi il cattivo.

Sarà in grado di interpretare la parte di una persona cattiva senza diventarlo? Saprà giustificare a se stessa le menzogne, e le azioni violente, in nome di un bene superiore?

La maggior parte di queste idee non è particolarmente originale o innovativa per il cinema di spionaggio, anzi è un tema ricorrente per tutta l’opera di Le Carré, ma ad essere conturbante è la maniera con la quale Chan-wook ce le racconta: sensuale e intimista, avvolgente e ipnotico, The Little Drummer Girl fa scivolare lo spettatore sotto le pelli dei suoi personaggi, con l’Europa degli anni ’70 che rinasce davanti all’occhio del regista, vivace e appassionato di dettagli.

Skarsgård e la Pugh formano una coppia perfetta sullo schermo, e la maestria con la quale Chan-Wook riesce sempre a farci capire quale personaggio stanno interpretando è a dir poco mirabile: scena dopo scena, allestisce delle trappole nelle quali cadere è sia facile che auspicabile.

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