Sharp Objects e Wind Gap: dietro le quinte dell’orrore | Recensione Home Video

Pubblicato il 7 Gennaio 2019 alle 19:00

In cofanetto blu-ray la miniserie con Amy Adams che ha riempito momentaneamente il vuoto lasciato da Big Little Lies.

L’abito non farà il monaco ma a volte un luogo fa i suoi abitanti. È ciò che accade a Wind Gap, la cittadina immaginaria dove è ambientata la storia di Sharp Objects, la miniserie HBO tratta dal romanzo Sulla pelle di Gillian Flynn (Gone Girl), adattato per la tv da Marti Noxon (Girlfriends’ Guide to Divorce) e diretto da Jean-Marc Vallée (Big Little Lies), ora distribuito in home video da Warner Bros. Home Entertainment Italy.

Come ci raccontando nell’unico extra presente Creare Wind Gap i protagonisti Amy Adams, Patricia Clarkson, Chris Messina, Eliza Scanlen, Matt Craven, Miguel Sandoval, la scrittrice Gillian Flynn e il regista Jean-Marc Vallée si tratta di un paese rimasto come fermo nel tempo, in cui esiste la ricca borghesia, di cui fa parte la famiglia della protagonista, e i poveri che lavorano per la suddetta borghesia. Nessuna classe media. Lo scontro derivato dal divario sociale, peggio che nella Neptune di Veronica Mars, rende Wind Gap ancor più claustrofobica e, di conseguenza, sede di indicibili eventi.

Per la cittadina tipica del Sud degli Stati Uniti hanno trovato terreno fertile per girarla in Georgia, lo stesso dicasi per la casa di Adora, storica della famiglia Preaker. Una città che sta implodendo nel proprio marciume di segreti sopiti nel tempo ma mai davvero dimenticati. Una città che celebra il Calhoun Day dedicato a Millie Calhoun, la sposa bambina stuprata e torturata dai nordisti per non aver detto loro dove si nascondeva il marito. Una città in cui si beve a tutte le ore del giorno, per poter andare avanti e riuscire a respirare l’aria opprimente della cittadina in cui si vive.

La protagonista Camille Preaker (Adams, che ha trovato molto impegnativo emotivamente interpretare questo ruolo) ha seri problemi di alcolismo e autolesionismo, la sorella Amma ha problemi ad accettarsi mentre la madre Adora (Clarkson) ha il bisogno innato di essere ben vista e rispettata dalla comunità. Le apparenze contano moltissimo a Wind Gap e questo farà pagare un prezzo molto alto alla famiglia Preaker.

La storia è quella di Camille, una giornalista di cronaca nera appena uscita da un istituto psichiatrico che rientra nella sua città natale, nel Missouri, per indagare sulla scomparsa e la morte di due ragazzine. Il rapporto con la sua famiglia, specialmente con la madre, non è dei migliori, complice anche lo “spettro” della sorella Marian, morta molto giovane. Al contempo la donna cerca di supportare le famiglie vittime degli omicidi e allo stesso tempo supplica Camille di comportarsi come cittadina e, soprattutto, come una Preaker (come quando, al funerale di una delle bambine, tenta di impedirle di prendere appunti per risolvere il caso).

Una miniserie funzionale oltre che creativa, candidata a svariati Golden Globes, che va a colmare il “vuoto” estivo lasciato da Big Little Lies (che, nata come miniserie, tornerà quest’anno con una seconda stagione), successo senza precedenti del 2017. Il regista è lo stesso, eppure qui l’atmosfera è molto diversa. Anche stavolta si raccontano verità e segreti terribili, ma stavolta sono molto più inconfessabili, e il crimine che fa da sfondo alla vicenda è molto più crudo e cruento. Big Little Lies era vivace, solare, merito anche della sceneggiatura di David E. Kelley e del concentrato di vitalità che è la Madeline di Reese Whiterspoon.

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