Namor Il Sub-Mariner Vol. 1 | Recensione

Pubblicato il 22 Dicembre 2018 alle 11:00

Volete leggere la storie classiche del primo supereroe Marvel? Allora non perdete questo Masterwork con gli episodi di Sub-Mariner firmati da Stan Lee e Gene Colan! Inoltre, potrete scoprire lo storico episodio di Marvel Comics che diede il via alla gloriosa era Timely!

Il Principe Namor, Sub-Mariner, è un personaggio dalla valenza storica indiscutibile. Si tratta, infatti, del primissimo eroe Marvel, creato nel 1939 dal compianto Bill Everett quando la casa editrice si chiamava Timely. In realtà, molti studiosi dei comics reputano il tarzanide Ka-Zar come il primo vero personaggio Marvel, perché introdotto in alcuni romanzi pulp usciti prima del 1939. Poi la Timely ne propose una versione fumettistica nello stesso albo che segnò l’esordio di Namor, diversa, però, da quella che negli anni sessanta Lee e Kirby idearono in un episodio degli X-Men.

Rimanendo, comunque, nell’ambito dei comics, Namor apparve nel n. 1 di Marvel Comics, insieme alla Torcia Umana originale, Angel e, appunto, Ka-Zar. Ebbe un grande successo negli anni quaranta, al pari di Capitan America, e quando nei primi anni sessanta iniziò l’era Marvel Stan Lee decise di riprenderlo in chiave moderna nello storico n. 4 di Fantastic Four. Il Sorridente non prese però in considerazione il passato Timely e chiarì solo che era stato un supereroe che aveva, tra le altre cose, combattuto i nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale.

Almeno inizialmente, il Namor dell’epoca moderna era un villain che provava rancore nei confronti degli esseri umani e cercava di ritrovare il suo regno sottomarino di Atlantide. Nei mesi successivi, tuttavia, Lee comprese che un personaggio simile non poteva essere davvero un criminale e, di conseguenza, lo ripresentò come un buono a tutti gli effetti, sebbene piuttosto collerico e poco incline a fidarsi degli uomini di superficie.

Namor è il figlio di un umano, il capitano McKenzie, e una bella atlantidea, la Principessa Fen, ed è l’erede al trono di Atlantide. Dotato di capacità anfibie, può respirare sia sott’acqua che in superficie e ciò diede modo a Stan Lee di giocare con svariate ambientazioni. Questo volume della collana Marvel Masterworks presenta le prime splendide storie del Namor moderno.

Il volume, tuttavia, include innanzitutto lo storico episodio tratto da Marvel Comics n. 1, scritto e disegnato da una leggenda del fumetto: Bill Everett. Si tratta, naturalmente, di un lavoro che oggi potrebbe sembrare ingenuo. Va letto, però, tenendo presente le convenzioni grafiche e narrative dell’epoca e ha il merito di introdurre non solo Namor ma pure la Principessa Fen e specialmente Dorma che in era Marvel diventerà il grande amore di Sub-Mariner.

C’è poi lo splendido n. 7 di Daredevil, importante non solo perché è la prima storia in cui Matt Murdock indossa il celebre costume rosso ma perché crea le premesse della serie di Namor. Il sovrano di Atlantide giunge nel mondo di superficie in cerca di giustizia poiché ritiene che la razza umana si sia resa responsabile di gravi crimini nei confronti del suo popolo. La sua strada incrocia quella di Devil e Stan Lee descrive un entusiasmante e drammatico scontro tra i due, evidenziando l’umanità e la vulnerabilità del Diavolo Rosso e il carisma e la nobiltà di Namor.

I disegni sono del leggendario Wally Wood, altro nome imprescindibile del fumetto statunitense, che realizza tavole caratterizzate da una fluidità, un’eleganza e una plasticità incommensurabili. Si passa poi alla serie di Namor vera e propria con i nn. 70-87 di Tales sto Astonish, il comic-book che all’epoca presentava le storie di Sub-Mariner, appunto, e quelle di Hulk. Anche in questo caso, i testi sono dell’onnipresente Stan Lee che si rende subito responsabile di avventure memorabili, tuttora reputate tra le migliori della Marvel.

Dopo lo scontro con Devil, Namor torna ad Atlantide e scopre che è stato detronizzato dal rivale Krang. Per una serie di ragioni, l’eroe anfibio è costretto a cercare il tridente del dio Nettuno, un manufatto che rappresenta il potere di un vero erede al trono atlantideo. Ma la ricerca non sarà affatto facile, anche perché, episodio dopo episodio, il perfido Krang cercherà in tutti i modi di ostacolarlo. Oltre a Krang, Lee mette in primo piano la bella Lady Dorma e un ruolo essenziale lo giocherà pure l’anziano Lord Vashti, consigliere di Namor.

Lee scrive storie dal ritmo incalzante, ricche di colpi di scena e continue sorprese, e propone nemici come Thakorr e il mostruoso Behemoth, inserendo nella lunga story-line il Burattinaio, classica nemesi dei Fantastici Quattro, ed eroi come Hank Pym e Wasp. Il risultato è di grande qualità e le storie sono un ottimo esempio di avventura supereroica nel senso migliore della definizione.

I disegni sono dell’immenso Gene Colan che in quel periodo si firmava con lo pseudonimo Adam Austin. L’acclamato illustratore di Daredevil, Tomb of Dracula, Dr. Strange e altri gioielli ci dona tavole meravigliose, caratterizzate dallo stile ombroso e oscuro che lo renderà celebre, perfetto per una vicenda che si svolge prevalentemente nei cupi e inquietanti abissi sottomarini. Namor ha una figura dinoccolata e austera e Colan ne rappresenta il carisma in maniera sublime. Lady Dorma è dotata di una bellezza delicata e il perfido Krang sprizza malvagità e meschinità pressoché in ogni vignetta.

Da tenere d’occhio poi le inquadrature di ampie dimensioni, di solito incentrate sulle battaglie e sulle creature spaventose del calibro di Behemoth, che costituiscono l’ulteriore punto di forza della serie. Insomma, questo Masterwork è imperdibile e non può mancare nella libreria di un fan della Marvel degno di questo nome.

 

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