Dragon Ball FighterZ | Recensione Nintendo Switch

Pubblicato il 9 Dicembre 2018 alle 11:30

Il tanto acclamato Dragon Ball FighterZ, reduce dalla vittoria come Best Fighting Game ai Game Awards (gli Oscar dei videogiochi), è disponibile anche su Nintendo Switch.

Dopo le migliaia di partite ai vari Budokai Tenkaichi per Playstation 2 a casa di amici, non ho mai più toccato dei piacchiaduro, allontanandomi dal genere fino a quando non mi sono imbattuto in Dragon Ball FighterZ: un titolo che trasuda entusiasmo e passione a non finire.

Non mi dilungherò troppo in descrizioni e spiegazioni, rischierei di risultare ripetitivo rispetto alla nostra recensione della versione Playstation 4. Mi limiterò a illustrarvi uno schema generale del gioco, con un focus ovviamente rivolto alle caratteristiche della versione Switch.

Ciò che sorprende del titolo è prima di tutto l’incredibile sinergia tra freschezza e tradizione e, in secondo luogo, quella fra eroi e antagonisti.

Il titolo si basa su combattimenti 2D con scontri 3 personaggi contro 3 in cui possono darsi il cambio e aiutarsi a vicenda con assist di vario tipo, questo sistema rende già la scelta dei personaggi piuttosto tattica: ogni guerriero ha specifiche sinergie che lo rendono adatto a una certa posizione nel team o a determinati compagni. Una ripresa delle origini che cozza grandemente con l’impostazione in tre dimensioni degli ultimi titoli del franchise di Dragon Ball.

La casa di produzione Arc System Works ha avuto un’ottima intuizione: notando la stanchezza dei giocatori, ha proposto qualcosa di completamente fresco, unendoci la componente nostalgica che fa contento qualsiasi tipo di fan. Il sistema di gioco richiede coordinazione e l’uso di una grande pluralità di tasti e combinazioni di essi che però, nella versione Switch, sono stati enormemente semplificati per venire incontro anche alla modalità locale con l’utilizzo di un Joycon a testa per i giocatori.

Sembra incredibile ma lo studio di produzione è riuscito a costruire il mondo di Dragon Ball, sia in combattimento che fuori, in maniera magistrale in ogni dettaglio degli sfondi e in ogni caratterizzazione dei personaggi. Il richiamo alla serie animata ne fa da padrone fra i punti forti del gioco. Grafica, gradazioni cromatiche, dinamiche, movimenti sono divertentissime e immersive in una maniera spropositata. Sembra realmente di entrare all’interno del cartone animato e poter prender parte ai combattimenti a cui abbiamo sempre assistito con grande entusiasmo.

Appena avviato il gioco, ci troveremo di fronte ad un menù molto intuitivo (una sala d’attesa, per meglio dire) nel quale noi impersoneremo la versione piccola di uno dei personaggi per puoi muoverci fra le varie modalità di gioco: la storia principale, la modalità arcade, la modalità sfida (divisa in VS e torneo), la modalità online, la modalità replay, il negozio e la modalità allenamento.

Un’apprezzatissima introduzione è quella della proposizione di una storia inedita sia per quanto riguarda il manga che per qualsiasi trasposizione animata. Inoltre, noi saremo uno “spirito”, un vero e proprio personaggio della storia che dovrà vagare per combattente in combattente per far scaturire la loro vera potenza. Ecco perchè in Dragon Ball FighterZ le speranze della Terra non sono affidate solo a Goku e agli altri combattenti, ma siamo proprio noi giocatori che dovremo agire contro l’attacco della misteriosa e folle Androide Numero 21, nuovo androide donna che vuole mangiare/assorbire tutti i guerrieri più potenti (alla Cell/Majin Bu maniera).

La modalità storia presenta una mappa attraverso cui noi viaggeremo e incontreremo diversi nemici in battaglia. Queste sono suddivise in tutorial, scontri e boss. Le uniche battaglia necessarie sono quelle contro i boss ma i livelli e punti esperienza sono ben bilanciati per far sentire il bisogno al giocatore di dover affrontare il numero maggiore di battaglie disponibili nella mappa per poi lasciare all’ultimo il boss. L’utente è anche spronato a godersi le battaglie con diversi abbinamenti di personaggi per sbloccare cutscene diverse. Inoltre, sono disponibili tre diverse modalità storia, la prima dal punto di vista degli eroi, la seconda da quello dei classici cattivi della serie e la terza dal vero cattivo del videogioco, Androide Numero 21 insieme agli altri androidi.

Modalità sfida presenta VS e torneo, la prima offre puro gameplay contro la CPU o contro amici in locale mentre la seconda offre la possibilità di affrontare un torneo di 16 giocatori.

Per mettere alla prova le proprie abilità, il giocatore può accedere alla modalità Arcade nella quale può seguire “Via del Serpente”, “Estrema Gravità” o “Stanza dello Spirito e del Tempo” nelle quali incontreremo diverse squadre di nemici che, a seconda di quanto punteggio otterremo, diventeranno sempre più ostici (sbloccando anche diverse difficoltà).

La modalità allenamento permette al videogiocatore di imparare i moveset dei combattenti permettendo anche di cambiare diverse impostazioni.

Parliamo ora dei comandi semplificati. Questi sono delle “scorciatoie” ideate per permettere di giocare con un singolo Joycon a cui mancano i pulsanti dorsali dietro L ed R che sarebbero stati indispensabili per eseguire tutte le mosse. L’utilizzo del Joycon non è così ostico, specialmente se viene utilizzato da entrambi i giocatori in locale ma è comunque sempre preferibile la versione con due Joycon e grip oppure, ancora meglio, il Joypad Pro.

Per quanto riguarda il roster dei pesonaggi sono fin da subito disponibili i personaggi DLC ma non sono inclusi con l’acquisto del singolo gioco. Infatti, i personaggi saranno tali e quali a quelli disponibili per le altre versioni, più le aggiunte dei personaggi gratuiti come i Super Sayan Blue che però devono essere sbloccati successivamente. Tutti i personaggi aggiunti tramite DLC acquistabili rimarranno tali: è un peccato ma rimane comunque una decisione comprensibile. Ogni personaggio ha un moveset e un parco mosse totalmente diverso l’uno dall’altro, i personaggi hanno una propria personalità e non risultano ripetitivi, aumentando la voglia dell’utente di scoprirli tutti per selezionare quelli più adatti a se stesso.

Per concludere, la scelta del team di sviluppo è stata quella di riportare il suo prodotto tale e quale per la versione Nintendo Switch, al di fuori dei comandi speciali sopra citati, e, ovviamente, della possibilità di sfidarsi tra Switch vicine, come è tipico per i giochi della console. Questo è un punto di forza soprattutto per quanto riguarda il comparto tecnico che permette al gioco di viaggiare a 60 fps nella versione portatile (con pochissimi e rarissimi cali) con una definizione di 720p. Quello che sorprende è però la fluidità della versione docked, infatti rimangono i 60 fps anche in 1080p, un lavoro non perfetto (alcuni cali nei dettagli) ma sicuramente encomiabile per ciò che offre Nintendo Switch.

 

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