Extremity Vol. 2 – Guerriera di Daniel Warren Johnson | Recensione

Pubblicato il 19 Ottobre 2018 alle 17:00

Secondo ed ultimo volume per Extremity, l’ottima serie sci-fi di Daniel Warren Johnson.

Il primo volume di Extremity – uscito a gennaio, la nostra recensione QUI – era stato una piacevole sorpresa. La serie di Daniel Warren Johnson infatti, a dispetto di premesse bizzarre e uno stile a metà fra l’indipendente e la fantascienza europea, assestava colpi precisi allo stomaco del lettore grazie ad un profonda riflessione sulla guerra sottesa all’azione e all’impostazione di chiara matrice sci-fi e weird-fantasy.

In attesa della nuova serie dell’autore – Murder Falcon, che promette un dose di follia senza precedenti – saldaPress pubblica il secondo e ultimo volume di Extremity intitolato Guerriera.

Alla fine del precedente volume la battaglia fra i clan Roto e Paznina aveva subito una drammatica svolta: Thea e Rollo era stati sbalzati nell’Antico Buio, una zona selvaggia dove le conseguenze dall’antico conflitto che aveva devastato il pianeta si erano concretizzate in creature mostruose.

Qui però i due ragazzi verranno inaspettatamente salvati da un terzo clan, gli Essene che, raccogliendo membri reietti degli altri clan, praticano la via del sacrificio e della pace dedicandosi a preservare, come monito per le generazioni presenti e future, le vestigia tecnologiche e non solo del vecchio mondo.

Intanto Roto e Paznina continuano i loro preparativi per la battaglia finale con Hobbie, il capo dei Roto, deciso ad usare il Richiamo – l’arma finale ora alimentata dalla batteria di Shiloh, l’automa da combattimento riparato da Rollo – mentre Nim, la regina dei Paznina, sicura della sua potenza militare attende l’attacco inviando la figlia alla ricerca proprio di Thea e Rollo.

Proprio quando Thea e Rollo si avventurano alla ricerca di una batteria per Shiloh, i Paznina sferreranno un attacco che porterà ad un escalation degli eventi in cui la furia delle armi usate nell’ultimo grande conflitto deflagrare in tutta la sua potenza e in cui i confini delle fazioni si assottiglierà drammaticamente in un conclusione amara e malinconica.

Se nel primo volume Daniel Warren Johnson aveva evidenziato come la cifra del conflitto, della guerra, è sostanzialmente una continua sottrazione di umanità, ora con il secondo volume, e con l’epilogo della storia, inserisce una serie di sfumature all’idea di sottrazione di umanità che convergono tutte nell’idea di rompere il proverbiale “cerchio” costituito dalla predestinazione e dall’eterno conflitto fra natura e cultura.

Questa riflessione fa, in tal senso quasi da corollario, al malinconico finale: l’inevitabilità del conflitto è solo propedeutica all’ineluttabilità della condizione umana che lotta per cambiare questa situazione con enormi sacrifici e risultati spesso frustranti per non dire impercettibili.

Dal punto di vista grafico l’autore realizza un lavoro forse addirittura migliore di quello mostrato nel primo volume. Anche se la costruzione della tavola è più “pratica” rispetto al volume precedente, il tratto si fa più nervoso assumendo i tratti del Paul Pope meno stilizzato e quelli del Kentaro Miura più attento, fondendo così l’estetica e l’intensità del Mad Max di George Miller alla prorompente visione e cineticità dell’Akira di Katsuhiro Ōtomo. Un mix estremamente fresco e dinamico che può incontrare i gusti di un pubblico decisamente trasversale.

Impeccabile la cura carto-tecnica del brossurato con alette con cui saldaPress presenta Extremity. Buoni sia traduzione che adattamento, da segnalare anche l’ottimo lavoro in fase di lettering di Paolo Tempesta.

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