PES 2019 | Recensione PS4

Pubblicato il 12 Settembre 2018 alle 17:00

Konami Digital Entertainment ha da poco pubblicato PES 2019, forse uno dei titoli della serie tra i più entusiasmanti e meglio riusciti di sempre.

Pro Evolution Soccer 2019 è un videogioco di simulazione calcistica sviluppato e distribuito da Konami e uscito per PlayStation 4, Xbox One e PC su piattaforma Steam, il 30 agosto. È disponibile in due versioni fisiche: una con il nuovo testimonial mondiale Phillippe Coutinho sulla cover della versione standard e l’altra con David Beckham sulla copertina della Special Edition. Il titolo, come da tradizione della serie, è completamente doppiato in lingua italiana.

Come di consueto, appena avviato il gioco si otterrà gratuitamente un aggiornamento delle rose e delle statistiche basato sui dati reali dei campionati di tutto il mondo al momento attuale, cosa che renderà ancor più realistico e immersivo l’impianto di gioco. Il pacchetto offerto da PES 2019 per quest’anno è davvero notevole e include il più grande numero di licenze ufficiali di campionati e di club nella storia della serie e vanta la presenza di oltre 400 club, 10.000 giocatori e più di 40 stadi ufficiali.

Ovviamente non è tutto oro quel che luccica. Partiamo infatti immediatamente dalla più grossa lacuna del gioco, che farà storcere la bocca a tutti i puristi e gli amanti del gioco del calcio. In PES 2019 non è presente la Champions League, e sebbene Konami si sia assicurata la licenza della International Champions Cup, la famosa competizione estiva, e di tanti campionati minori, cioè praticamente tutto quello che non sono presenti in FIFA, la mancanza è decisamente pesante.

Per ovviare alla mancanza di licenze di alcuni grossi club, come ad esempio quelli della Premier League, ci si può come sempre avvalere dell’importazione file opzioni nel gioco, un’operazione abbastanza semplice per avere i nomi delle squadre originali selezionabili.

Una delle modalità offline di Pro Evolution Soccer più gettonate è senza dubbio l’ormai storica Master League, presente nella serie da quasi vent’anni. Nella Master League di PES 2019 è stata introdotta una maggiore difficoltà, attivabile selezionando il livello Sfida, nella quale la gestione del club risulta complicata da alcuni fattori. Ancora presente anche la modalità Diventa un Mito, dove vestiremo i panni di un giocatore esordiente che si deve far spazio tra le fila della squadra per guadagnarsi una maglia da titolare e poi, chissà, diventare anche un pallone d’oro di fama mondiale.

La caratterizzazione di ogni singolo giocatore è impressionante, infatti ognuno ha le sue determinate individualità, sia dal punto di vista tecnico che di movenze. Questo aspetto è sempre stato uno dei fiori all’occhiello delle serie, ed è stata ulteriormente migliorata, grazie a undici nuove abilità che permettono di ricreare le caratteristiche dei vari giocatori, come ad esempio le capacità di finalizzazione sotto porta, il dribbling secco o i passaggi di precisione, solo per citarne alcuni.

Tra gli aspetti che saranno presenti anche in questo titolo vi è l’ormai immancabile myClub; che è stato completamente rinnovato e include molte novità, tra cui la modalità con cui vengono acquistati i giocatori da inserire nella propria squadra. Sarà infatti possibile ottenere High Performance Players che includeranno le Leggende storiche del calcio e anche i migliori giocatori della settimana appena trascorsa, scelti sulla base delle statistiche reali dei campionati di tutto il mondo.

I menu di PES 2019 sono stati totalmente aggiornati, hanno un aspetto molto più dinamico, informandoci sulle ultime notizie direttamente dalla schermata di gioco. Il nuovo look dei menu è esteticamente più gradevole ed esaustivo, oltre ad informarci sulle offerte esclusive disponibili al momento. Anche se c’è da ammettere che, soprattutto per chi è abituato alle vecchie schermate, una certa difficoltà a trovare le varie modalità l’abbiamo riscontrata. Nulla di proibitivo, intendiamoci, ma magari qualche accortezza maggiore rispetto all’intuitività dell’interfaccia sarebbe stata gradita.

Parlando della giocabilità bisogna dire che questo titolo ha compiuto un passo avanti ben evidente. I tasti sono sempre gli stessi, non cambia nulla da questo punto di vista, ma l’interazione tra i giocatori sul campo ha raggiunto livelli di realismo incredibili. Anche compiere un semplice passaggio, se abbiamo un avversario che ci pressa accanto, non sarà affatto facile, dovremo cercare prima in tutti i modi di liberarci dalla marcatura affinché questo vada a buon fine. Stessa cosa vale per i tiri o i cross, avremo bisogno di tempo e spazio per far compiere al giocatore selezionato un comando in maniera efficace, cosa che rende assolutamente interessante e, allo stesso tempo, complesso l’intero apparato delle meccaniche di gioco.

Dal punto di vista grafico, PES 2019 ha fatto un balzo in avanti rispetto al passato, allineandosi alle potenzialità della concorrenza. Il dettaglio dei giocatori grazie alla scansione facciale 3D è davvero impressionante, quasi ormai fotografico, e anche l’effetto visivo vedendoli giocare sul campo è piuttosto realistico. Il tutto è stato anche possibile grazie alle licenze ottenute da Konami con i più grandi club del mondo, ma anche i giocatori delle squadre minori o che non hanno concesso i diritti è comunque più che accettabile e somigliante, almeno per i campioni più rappresentativi.

Il motore grafico usato, chiamato Enlighten, garantisce un’incredibile risoluzione 4K HDR per tutte le piattaforme. Strepitosa la resa delle luci e ombre che rendono nel dettaglio anche i fili d’erba del campo e gli spalti con i tifosi che sembrano pullulare realmente di vita. Ovviamente per avvalersi del 4K con HDR bisogna avere, oltre ad uno schermo adatto, una PlayStation 4 Pro o un Xbox One X, che garantiscono i sessanta fotogrammi al secondo.

Dal punto di vista sonoro, ritroveremo alla telecronaca il celebre e vecchio duo composto da Fabio Caressa e Luca Marchegiani. Variegate come sempre le linee di dialogo e anzi addirittura arricchite, ritroviamo però alcuni vecchi problemi che da sempre affliggono la serie. Infatti ci ritroveremo a volte un’introduzione delle partite, magari anche importanti, presentate come una partitella qualsiasi con un timbro piuttosto sottotono. Mentre a volte capita che i cronisti abbiano un’enfasi esagerata per alcune azioni poco interessanti o poco trasporto per azioni veramente importanti.

Per quanto riguarda invece il tappeto sonoro composto dai cori da stadio dei tifosi creano davvero un’atmosfera che ci immerge in maniera realistica e coinvolgente nell’ambiente dello stadio. Ottima anche la scelta dei brani che fanno da colonna sonora del gioco, composta da brani famosi e ma anche meno noti, ma comunque orecchiabili e adatti alla situazione.

Una delle novità introdotta quest’anno, è la Fatica Visibile, che ci permette di individuare quali giocatori abbiano finito le energie e necessitano di un cambio. Li si può facilmente riconoscere perché si portano le mani ai fianchi dopo un’azione. Oltre a questo, quei giocatori che hanno esaurito le forze sono maggiormente inclini all’errore, sia di un passaggio che di un tiro, oltre ad essere anche più facilmente soggetti all’infortunio, soprattutto se già non erano in formissima prima della partita. Questi giocatori potranno essere velocemente sostituiti grazie un menù rapido introdotto per l’occasione in questo titolo.

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