Preacher 3×10 – The Light Above | Recensione

Pubblicato il 29 Agosto 2018 alle 17:00

Si conclude la terza stagione della dissacrante serie tv prodotta da AMC.

Carneficine e catarsi sono al centro di The Light Above, decima e ultima puntata della terza stagione di Preacher, uno show che per puro divertimento cerca incessantemente di spingersi oltre, di provocare un altro po’, di far arrabbiare i benpensanti i più sensibili.

La cosa straordinaria di questa serie a tratti straordinaria è il semplice fatto che vada in onda. Un’altra cosa straordinaria è il fatto – non semplice, né tanto meno scontato – che vada in onda in tempi come questi. Tempi in cui l’indignazione è la parola d’ordine di ogni singolo giorno.

The Light Above non è un episodio perfetto, e anzi è inferiore anche ai due precedenti, ma chiude comunque su una nota più che positiva una terza stagione piuttosto soddisfacente (forse non come la prima, ma di certo molto più della seconda), ed offre agli spettatori della serie di Seth Rogen ed Evan Goldberg una degna conclusione delle trame attuali in attesa di vedere ciò che accadrà nei prossimi episodi.

Scritto e diretto da Sam Catlin, l’episodio mostra finalmente Jesse riprendersi la sua rivincita: avendo riacquistato la Voce di Dio il nostro può permettersi di tornare ad Angelville con una sorta di polizza assicurativa a coprirgli le spalle. La cosa divertente è che, dopo vent’anni, il rancore accumulato e di cui ha bisogno di liberarsi lo porta a scegliere di usare i suoi poteri il minimo indispensabile, dando modo al regista di mettere in scena una bella resa dei conti vecchio stile.

La morte di Jody però non è emotivamente efficace come avrebbe dovuto essere (del resto è l’uomo che ha ucciso il padre di Jesse, dovevamo sentirlo un po’ di più),  dato che il personaggio nel corso della stagione è stato leggermente tralasciato.Si tratta di un tipo di dimenticanza di cui la serie si dimostra colpevole spesso e volentieri: tanti personaggi, ma poco tempo (o forse anche volontà) per esplorarli tutti a dovere (un altro esempio potrebbe essere il Santo degli Assassini, apparso pochissimo in questa terza stagione e al quale in questo ultimo episodio si cercherà di dare maggior spazio, mettendolo contro l’Angelo della Morte e Satana in persona).

Anche la storyline fra Cassidy ed Eccario, una delle trovate più interessanti delle puntate precedenti, viene portata a conclusione (e nel migliore dei modi probabilmente), e la stessa cosa accade con la vicenda di Tulip all’Inferno. La situazione è abbastanza simpatica se relazionata a quella di Eugene: il ragazzo crede che Dio abbia in serbo un destino speciale per lui, che la sua sofferenza abbia fatto parte di un grande disegno, ma non solo non è così, anzi addirittura Dio non sa neanche chi lui sia; al contrario, Dio ha grandi progetti per Tulip, su di lei ha organizzato i suoi machiavellici piani, ma in un divertente ribaltamento è la ragazza a non essere affatto interessata al divino.

E infine come dimenticare lui, Herr Starr, che attirerà Jesse nella roccaforte del Graal per affrontarlo una volta per tutte. Un’intera organizzazione contro un uomo solo armato della Voce di Dio. Secondo voi come andrà a finire?

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