The Death of Superman | Recensione

Pubblicato il 24 Luglio 2018 alle 15:00

Quando a Metropolis giunge una inarrestabile creatura, Superman è costretto all’estremo sacrificio pur di salvare la sua città e tutta la Terra. Una delle più celebri saghe fumettistiche con protagonista Superman ritorna in questo film animato dal titolo inequivocabile: The Death of Superman.

Dopo aver monopolizzato il panorama delle serie animate per tutti gli anni ’90 ed i primi 2000 grazie a serie seminali come Batman The Animated Series e Justice League Unlimited, DC e Warner Bros. decisero di lanciarsi, nel 2007, nella creazione di un universo cinematografico animato, affidandosi a colui che era stata la mente dietro quelle serie, ovvero Bruce Timm il quale partì da un progetto ambizioso.

Si trattava di adattare il mastodontico arco narrativo de La Morte di Superman; vide così la luce Superman: Doomsday, un adattamento che in poco meno di 80 minuti dovette condensare, ed eliminare, parecchie “sfumature” di quel lungo arco narrativo, risultando perfettamente in linea con i prodotti animati precedenti ma comunque “striminzito” per molti appassionati che cercavano la complessità e l’intreccio della storia a fumetti in forma animata.

Dopo 11 anni la DC ci riprova con The Death of Superman prima parte di un adattamento più fedele che si svilupperà in una seconda parte – intitolata Reign of Superman – prevista nel 2019. Il progetto è curato da Jake Castorena, Sam Liu e prodotto James Tucker con una sceneggiatura di Peter J. Tomasi – autore proprio della serie a fumetti Superman fino a pochi mesi fa.

E’ bene sottolineare anche come The Death of Superman sia perfettamente in continuity con il sotto-universo animato, il DCAMU, partito nel 2013 con Justice League: The Flashpoint Paradox, e si colloca cronologicamente dopo il discreto Suicide Squad: Hell To Pay – la nostra recensione QUI.

Gli avvenimenti dei precedenti film non sono, ovviamente, necessari per la visione di The Death of Superman basti sapere che la Justice League si è formata combattendo Darkseid – come visto in Justice League: War del 2014, e che dal punto di vista del character design anche questo film è influenzato dal look che molti personaggi sfoggiarono durante i New 52.

Superman protegge senza paura Metropolis mentre l’introverso Clark Kent, ormai colonna del Daily Planet, ha stretto una relazione con la collega Lois Lane alla quale tiene però ancora segreta la sua doppia identità. Quando un attacco dell’Intergang, con tecnologia proveniente da Apokolips, allerta la Justice League, Superman chiede consiglio a Wonder Woman sulla sua vita sentimentale e si confronta con Flash, il quale gli conferma di aver confessato il suo segreto ad Iris molto tempo fa.

Intanto un misterioso meteorite precipita sulla Terra attirando l’attenzione di Lex Luthor. Il suo contenuto si rivelerà infatti letale: un abominio inarrestabile dalla forza spropositata inizia allora la sua lenta ma inesorabile marcia di devastazione proprio verso Metropolis dove Clark ha finalmente deciso di confessare il suo segreto a Lois.

La Justice League intanto viene messa al tappeto dal mostro, ribattezzato dalla stessa Lois Lane come Doomsday, costringendo Superman ad intervenire. La battaglia è brutale e, sullo sfondo di una Metropolis devastata, Superman compie il sacrificio estremo mettendo a segno, con le ultime forze rimaste, il colpo che stende il mostro ma il prezzo è altissimo: l’eroe giace morente fra le braccia di una Lois incredula così come increduli sono i suoi compagni della League.

Chi prenderà il posto di Superman come difensore di Metropolis? Chi prenderà in consegna la carcassa di Doomsday? Ma soprattutto chi ha violato il sepolcro dell’eroe?

Pur partendo dal pressupposto di voler adattare in maniera più fedele l’arco narrativo fumettistico, datato 1992 ricordiamolo, The Death of Superman deve necessariamente prendersi delle “libertà” che lo sceneggiatore Peter J. Tomasi riesce a sfruttare in maniera comunque sapiente rendendo organico sia il ruolo della Justice League sia riuscendo ad introdurre i futuri quattro sostituti in maniera fluida nel plot principale strizzando un occhio anche alla continuity interna del DCAMU.

C’è da dire che la prima metà del film ha ritmo forse eccessivamente posato, insistendo anche sulla sottotrama romantica di Lois e Clark elemento che bisognava necessariamente incastrare per non correre il rischio di perdere alcuni passaggi fondamentali della seconda parte della storia, salvo poi esplodere nei 45 minuti finali in cui è l’azione a farla da padrone.

La qualità delle animazioni è tutto sommato costante, pur avendo alcuni momenti meno brillanti, mentre la regia “ruba” più di una coreografia dal Man of Steel di Zack Snyder, e nello specifico dalla Battaglia di Smallville, riuscendo a costruire in maniera crescente una tensione che sfocia nel climax della morte dell’eroe.

Con le scene post-crediti, o meglio dire fra-i-crediti, vengono agilmente reintrodotti i quattro sostituti a cui si era soltanto brevemente accennato durante il film.

Non mancano però scelte interlocutorie come il voler far partecipare, ad un certo punto, Lex Luthor alla battaglia fra Superman e Doomsday così come il cast di doppiatori che non si è dimostrato all’altezza, cosa davvero più unica che rara nei film animati della DC. In tal senso la prova di Jerry O’Connell (Superman), Rebecca Romijn (Lois Lane) e Rainn Wilson (Lex Luthor) è davvero insufficiente.

The Death of Superman mantiene alta la qualità dei prodotti animati targati DC, 80 minuti che scorrono con alcuni momenti davvero epici in attesa della seconda parte, come detto prevista nel 2019, che avrà il difficile compito non solo di narrare le vicende di ben 4 personaggi diversi ma dovrà anche tirare le fila di alcune trame lasciate in sospeso, Lex su tutti, e curare anche l’aspetto emozionale che rappresentava la spina dorsale della controparte fumettistica.

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