Maria Antonietta – La gioventù di una regina | Recensione

Pubblicato il 25 Maggio 2018 alle 15:30

Fuyumi Soryo ci regala un’altra perla da avere assolutamente nella propria collezione!

Il volume si apre con una scena di famiglia in cui Maria Antonietta ed i figli ricevono la visita di re Luigi XVI presso il Petit Trianon, il piccolo castello appartato costruito all’interno del parco di Versailles e primo regalo del re alla novella regina di Francia. Poi la storia torna indietro e ci spostiamo nel Palazzo imperiale della Hofburg di Vienna, dove una giovanissima Antonia, arciduchessa d’Austria, si prepara a partire per il Regno di Francia, dove dovrà sposare il Delfino destinato a diventare il futuro Luigi XVI e dove assumerà il nome di Antonietta.

Il distacco dalla famiglia è duro, come è duro l’ambientarsi in una corte con un cerimoniale rigido, come quello francese, le cui regole sono state dettate addirittura da Luigi XIV, il campione dell’assolutismo monarchico (in realtà non è poi così vero, ma facciamo finta lo sia); e chi mai potebbe pensare di cambiare ciò che il Re Sole ha ordinato? Anche il rapporto tra il Delfino e Maria Antonietta non è così semplice: lui è molto colto ed intelligente, ma spesso incapace di manifestare i propri sentimenti; Maria Antonietta invece è più spontanea, ma anche, complice la poca esperienza nella corte francese, più facile ad essere influenzata dalle diverse correnti.

Fuyumi Soryo non ha certo bisogno di presentazioni: nota per shojo come Mars e opere più adulte Sole Maledetto, in questi anni si è dedicata al manga Cesare il creatore che ha distrutto (tutti in Italia per Star Comics), ispirato alla storia di Cesare Borgia e ambientato nell’Italia rinascimentale, un manga frutto della sua passione per la Storia e, per questo, basato su salde fonti storiche.

Nel 2016 Soryo prende una pausa da Cesare e pubblica questo volume per Kodansha e, a riprova del carattere saldamente storico di questo manga, lo fa con la collaborazione dell’Establissement Public du Chateau, du Musee et du Domaine National de Versailles e delle Glénat Editions. Il fatto che Glénat abbia partecipato a questo progetto lo rende, se ce ne fosse bisogno, ancora più storicamente ineccepibile, dato che la casa editrice francese ha una lunga tradizione nella BD storica che continua ancora oggi con la sua collana di biografie storiche Ils ont fait l’Histoire. Inoltre questo è il primo manga nella storia per la cui produzione l’Établissement Public du Musée et du Domaine National de Versailles ha non solo fornito un supporto completo durante i sopralluoghi e nel reperimento di materiali, ma ha anche curato tutti i dettagli relativi ai costumi, agli elementi architettonici e alle consuetudini di corte in esso rappresentati.

Ed in effetti l’apparato redazionale, di circa trenta pagine, contiene molte ed interessanti informazioni sui personaggi, i palazzi, le date che hanno segnato la vita di Maria Antonietta, oltre alle fonti utilizzate. Informazioni che non si trovano ovviamente tutte nel fumetto, che alla fine deve essere comunque piacevole da leggere. Ed in effetti Maria Antonietta è un manga perfettamente calibrato, con un ritmo calcolato che accompagna il lettore per mano fino alla fine della lettura, senza mai stancarlo. La storia è formalmente quella che molti che sono cresciuti con Lady Oscar si aspettano (anche se qui si prende in considerazione sono il primo periodo di Maria Antonietta in Francia), ma con differenze di non poco rilievo nella psicologia dei personaggi; se siete cresciuti con l’idea di Luigi XVI come rappresentato nell’anime basato sul manga di Ryoko Ikeda, vi sorprenderete di quanto invece Luigi, alla luce delle fonti storiche recenti e scevre della cattiva pubblicità giacobina, fosse ben diverso e interessante. Una storia insomma che merita di essere letta anche se credete già di conoscerla.

Il volume si caratterizza poi anche per un eccezionale comparto grafico, frutto anch’esso però della ricerca storica svolta dall’autrice in collaborazione con il Castello di Versailles. Sia gli esterni che gli interni dei palazzi godono di una ricostruzione perfetta e spesso alle pareti vedrete quadri realmente esistenti. Stessa cura è data alle vesti, agli usi, ai rapporti tra i diversi individui in base alla gerarchia nobiliare. Il tratto è quello leggero ed elegante che caratterizza Soryo e che avete imparato forse a conoscere forse già con Mars (ed in effetti Luigi-Augusto con i capelli sciolti assomiglia molto a Rei Kashino).

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