Intervista a Theo: da Il Trono d’Argilla a Murena

Pubblicato il 13 Febbraio 2018 alle 10:30

Abbiamo fatto una piccola chiaccherata con il nuovo disegnatore di Murena

Theo è un disegnatore molto apprezzato in Francia, ma anche in Italia, essendo l’artista di serie come Il Trono D’Argilla (RW Lineachiara) e Il Papa Terribile (Panini Comics). Alla fine dell’anno scorso è uscito in Francia anche il decimo tomo – il primo disegnato da Theo – di Murena, la serie culto ambientata nell’Antica Roma e proposta anche in Italia da Panini Comics.

MF: Benvenuto su MangaForever, Theo; per cominciare raccontaci quando hai scoperto la passione per il disegno.

La passione per il disegno è una cosa che, come per la stragrande maggioranza dei colleghi, mi appartiene da sempre. Adesso mi piace vederla come una passione/un po’ dannazione, nel senso che è stato un modo di rapportarsi al foglio e a me stesso, è stata una esigenza irrinunciabile, da qui anche la definizione di dannazione… semplicemente non ne possiamo fare a meno, tutta la mia vita è stata accompagnata dal disegno a fasi alterne, come alterne sono state le fasi della mia vita. La mia carriera professionale, prima da illustratore e poi da fumettista, naturalmente ha aggiunto carne al fuoco, cioè è diventato un impegno professionale, quindi la passione a volte ha fatto un po’ fatica a sostenere le incombenze, le giornate di lavoro; ci ho ragionato, è una parte importantissima del mio percorso, veramente una terapia fatta di tratti su carta.

MF: Il 3 novembre è uscito il tomo 10 di Murena, che tu hai disegnato, essendo diventato il disegnatore della serie dopo la scomparsa di Delaby. Ci racconti come è avvenuto questo passaggio di consegne e come sei stato scelto?

Beh, la chiamata per Murena naturalmente ha scombinato la mia carriera e non solo. È arrivata un bel giorno assolutamente inattesa. Adesso so qualcosa di più che riguarda i meccanismi che hanno fatto sì che si concretizzasse… il fatto che Delaby stesso avesse notato il mio lavoro parlandone magari proprio tre secondi con Jean Dufaux o qualcuno di Dargaud. Con Dargaud stessa poi avevo dei contatti avviati già da anni, ma che con lavori in corso per Delcourt non avevo potuto accettare. Poi sfortunatamente la vita ha messo le edizioni Dargaud e Dufaux nella dolorosa situazione… intanto di pensare se volevano dare un seguito alla serie e, stabilito quello, a chi affidarla. Penso che un erede naturale sarebbe stato Jérémy (Petiqueux ndr), l’allievo colorista di alcuni tomi di Murena e adesso disegnatore solista, che credo abbia rifiutato perchè sarebbe stato molto difficile per lui questo tipo di ripresa e perchè fosse semplicemente il momento per lui di fare il suo percorso, staccandosi da quello del suo amico e mentore… E quindi niente, mi squilla il telefono e da lì partono svariate settimane di grandi incertezze alla fine delle quali decido di accettare, un po’ con l’idea di dire che mi volevo proprio inguaiare, vedendo come andava. Con questo spirito ho chiamato il mio amico Lorenzo Pieri per proporgli di fare una colorazione ad acquerello, tecnica tradizionale su carta sulle mie chine. Della serie, dato che ci accolliamo una cosa per niente facile… rendiamola ancora più complicata ed estenuante!

MF: Hai avuto difficoltà nell’inserirti in una serie già in corso? Hai cercato di avvicinarti allo stile del tuo predecessore oppure hai ritenuto che sarebbe stato un errore provarci?

Questa è una domanda che mi fanno anche molti lettori… facile assolutamente no, difficile molto, ma è proprio lì che questa avventura mi ha poi dischiuso, come dire, le opportunità e i frutti migliori, perché sono dovuto passare a una fase di studio dello stile di Delaby a livello tecnico, del suo tratto, ma anche degli strumenti utilizzati, del suo modo di raccontare, di alcuni stilemi che fanno parte della serie. Dopodichè, anche il fatto che anche Dargaud mi aveva chiesto una mia versione di Murena e non una copia carbone per far finta con i lettori che nulla fosse successo, insomma volevano una impronta di carattere da parte del disegnatore… questo è stato un altro degli elementi che mi hanno convinto ad accettare la sfida. Quindi vuoi per esigenze di tempo, perché il  lavoro alla fine va fatto, vuoi per inclinazione mia, che non sono assolutamente  né un copista né un disegnatore accademico, per un fenomeno quasi di osmosi ho lasciato rimanere nella mia mano alcune influenze di quelle settimane di studio e sono andato avanti più o meno per la mia strada, cercando la mia versione dei personaggi, creandone di nuovi e trovando alla fine quella che tutti sembra mi riconoscono come una sintesi grafica e interpretazione personale dell’universo di Murena.

MF: Torniamo un po’ indietro nel tempo. Come è avvenuto il tuo ingresso nel mercato francese per Il Trono d’Argilla?

Il mio ingresso nel mercato francese è arrivato sotto forma di assist, calcisticamente parlando, del mio amico Luigi Critone, che era già entrato nel mondo della BD e mi girò la proposta di fare un test per una serie dedicata alla Guerra dei 100 anni e alla figura di Giovanna D’Arco, che per l’appunto scoprii poi chiamarsi Il Trono d’Argilla; test che feci e il resto è storia, con esordio nelle librerie nel 2006 e una buona accoglienza di pubblico. Pian piano ormai tutto il percorso conta diversi albi, per cui ero abbastanza pronto a raccogliere quel tipo di sfida; poi il resto l’ho imparato strada facendo, anche la conoscenza del mondo franco-belga, con i suoi lettori, editori, galleristi, i colleghi, ecc. ecc…. un’avventura iniziata un po’ per “caso” che sto proseguendo ancora oggi

MF: Da alcuni anni la politica delle case editrici francesi è di inflazionare il mercato con sempre nuove uscite. Come vedi tu la situazione da disegnatore? Pensi che ci sia un rischio bolla?

A livello di mercato il rischio di sovrapproduzione è una realtà (ride n.d.r.), più che un rischio, però, per quel che è il mio punto di osservazione, è una tendenza spasmodica degli editori che ha già dato i primi segni di assestamento per cui io ho molta fiducia (in realtà ho sempre molta fiducia in generale). In particolare vedo che gli editori sono tornati a fare gli editori, in maniera più oculata, anche perché è stato evidente quasi subito che inflazionare il mercato, interrompendo molte serie sul nascere, oltre che danneggiare gli autori – e su quello l’editore sulle prime ci può anche chiudere un occhio -, danneggiava gli editori stessi, a livello di immagine presso i lettori e tutto il resto… e questo sta un po’ rientrando. La situazione dell’autore, in particolare, non è semplice perchè, pur essendo il piatto ricco – anzi proprio per quello -, c’è un afflusso massiccio di autori da tutta Europa. Questo è allo stesso tempo stimolante, ma anche può far paura all’esordiente anche a livello proprio di torta da dividere – purtroppo alcuni rimangono con le briciole -, ma questo fa parte della realtà attuale e ogni autore ci deve fare i conti soprattutto all’inizio, perchè, se non è supportato da una sua visione e dalla fiducia che le cose lavorando con passione si possano sistemare, diventa difficile, anche perché è un mercato che ti sollecita a vari livelli, non solamente quello artistico, della serie “me ne sto a casetta, faccio un bel fumetto e tutto andrà bene”, ma bisogna ogni tanto muoversi, poi sarebbe bene anche sapere qualche parola di francese…  insomma saper gestire il lavoro con delle case editrici che hanno delle tempistiche e esigenze  loro. In sintesi è una cosa molto complessa e stratificata.

MF: RW Lineachiara ha da poco realizzato l’edizione italiana del tomi 5 e 6 del Trono, mettendosi in pari con l’edizione originale. Quando vedremo i nuovi volumi de Il Trono d’Argilla?

Sì, sono molto contento che RW-Lineachiara abbia stampato il nuovo albo del Trono, mi limiterei a brindare a questo e non vedrei l’ora di firmarne e dedicarne qualche copia da qualche parte in Italia. Per quanto riguarda il prossimo de Il Trono d’Argilla, in effetti ci sarà da aspettare perché le mie scelte, pur rimanendo legatissimo alla serie, mi porteranno a occuparmi di altri albi, ma il settimo del Trono d’Argilla, tra l’altro già iniziato un po’ di tempo fa, sicuramente è una cosa che porterò avanti nel futuro, questo senza dubbio e posso rassicurare lettori ed editori di ogni Paese.

MF: Su Il Papa Terribile, in Italia per Panini Comics, hai lavorato con Jodorowsky, dopo che questi aveva già scritto la serie I Borgia, con i disegni di Milo Manara; quali sono state le tue reazioni e come è stato il tuo rapporto con Jodorowski?

Riguardo al mio rapporto con Jodorowsky ci sarebbe da fare una megaintervista a parte, perchè è veramente un qualcosa di molto ricco e importante per me. È una collaborazione  che ormai data quasi dieci anni quest’anno. Tre albi fatti e il quarto in corso. Quindi posso raccontare della mia collaborazione attuale partendo però dall’inizio, che è stato l’inizio di un disegnatore che, quando gli propongono di collaborare con un certo Jodorowsky, quasi dubita che si possa trattare veramente di lui, ma poi si butta, così come ho fatto con Murena, nell’avventura, nella sfida, tira fuori dei disegni e degli albi che piacciono all’editore, piacciono soprattutto allo scrittore, e il mio rapporto con lui è sempre stato ottimo; ma, come ho detto in altre interviste, la sensazione è sempre quella di essere di fronte a una grande montagna di esperienza e di aver solo grattato appena la superficie. Devo dire con molta gioia che da quando abbiamo iniziato a lavorare sul quarto volume de Il Papa Terribile (che intendo finire quest’anno) ho avuto appunto l’immenso piacere di vedere la nostra collaborazione, il nostro rapporto umano prima ancora che artistico, arrivare ad un livello superiore di condivisione, per cui ho l’immenso privilegio di vedere non solo lo Jodorowsky istrionico, affabulatore, affascinate, ma anche, come dire, un pochino incombente come figura… anche minacciosa se si vuole… ma lo Jodorowsky forse più vero, anche umano, paterno, sensibile; questa è e rimarrà una delle più grandi gioie come autore di fumetti e prima ancora come persona. Tra l’altro aggiungo che dal punto di vista artistico è stato un sodalizio che mi ha forzato oltre i miei limiti, dovendo disegnare un sacco di cose che non avevo mai previsto di disegnare (ride n.d.r.). Ho imparato tantissimo, ho abbattuto molte delle mie barrire invisibili, che non credevo nemmeno di avere, mi sono messo in discussione, ho anche scioccato un po’ i lettori, qualche collega e così via, e questo mi ha dato ancora di più il senso che stavamo facendo qualcosa di importante, sicuramente per me, poi ognuno è libero di farsi la sua idea naturalmente.

MF: Attualmente l’opera è ferma al terzo volume; quante speranze ci sono di vedere il quarto e ultimo (?!) tomo “prossimamente”?

Riguardo alla uscita de Il Papa Terribile, un po’ ho risposto, sicuramente come pubblicazione non prima del 2019, ma posso dire che il tomo è attualmente in lavorazione, come sanno in Panini e in Delcourt, quindi in questo momento ho solo preso una pausa dalle matite del quarto volume del Papa, che, posso preannunciare,  si intitolerà “L’amore è cieco” e sarà l’ultimo della serie.

MF: Per Star Comics hai curato la variant del volume Britannia, presentata anche a Lucca Comics 2017; è la tua prima variant cover? Come vedi questo fenomeno, che ci sembra tipicamente legato ai comics? Com’è l’esperienza nel mercato francese?

Sì, la variant di Britannia è stata una piacevole sorpresa e variazione sul tema e ringrazio Star Comics e Davide Caci per aver pensato a me. È stata una collaborazione che è andata molto bene, divertente, diversa dal solito. Riguardo alla Francia, è un fenomeno penso molto limitato al discorso comics. Di album cartonati veri e propri non ho una grande esperienza. Posso dire che mi piace l’idea di curare delle copertine di opere non mie e nel caso di Britannia ho scoperto anche una serie che mi ha interessato anche graficamente.

Grazie mille a Theo per la sua disponibilità.

per la foto di Theo © Cécile Gabriel/Dargaud

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