American Flagg! Volume 1 | Recensione

Pubblicato il 22 Dicembre 2017 alle 17:00

Editoriale Cosmo propone uno dei fumetti indipendenti migliori di sempre: American Flagg! del provocatorio e trasgressivo Howard Chaykin! Chi è Reuben Flagg, lo sceriffo del futuro? Scopritelo in questo capolavoro politicamente scorretto!

Negli anni ottanta il cosiddetto Rinascimento Americano dei comics rappresentò un momento importante della storia fumettistica statunitense, a causa delle innovazioni espressive, narrative e grafiche introdotte da vari autori. Fu in quella straordinaria stagione creativa, infatti, che emersero talenti del calibro di Frank Miller, Chris Claremont, Bill Sienkiewicz, Alan Moore e altri che svecchiarono gli albi di case editrici come Marvel e DC.

Ma un ruolo essenziale fu pure giocato dalle etichette indipendenti che ebbero il merito di far conoscere autori emergenti e di dare spazio ad altri già affermati che ebbero però la possibilità di proporre opere che si discostavano da quelle delle major. Tra essi non si può trascurare Howard Chaykin, conosciuto per Black Kiss, Shadow e altri gioielli. In realtà, aveva iniziato la sua carriera disegnando sia per la Marvel sia per altre case editrici ma fu con American Flagg! che raggiunse il successo.

La serie fu originariamente pubblicata dalla First e ora è ristampata dalla Dynamite. E’ da tenere d’occhio sia per la qualità dei testi sia per il livello eccelso dei disegni. Potremmo definirla fantascientifica, dal momento che è ambientata nella Chicago del 2031, in un contesto che pare mutuato da quello di film come Rollerball e Blade Runner e di certi romanzi di John Brunner e Philip K. Dick; ma ci sono altresì elementi dell’allora nascente cyberpunk. Le storie, inoltre, non sono prive di suggestioni noir e da spy story, con un pizzico di ironia, se non di acre sarcasmo (tratto tipico di Chaykin).

Il mondo da lui descritto è dominato dalla tecnologia, dalla pubblicità ossessiva, dal controllo invasivo da parte delle autorità e dalle multinazionali che si impongono su tutto, trasformando persino gli esseri umani in prodotti di mercato. E’ qui che agisce il protagonista Reuben Flagg. Ha ottenuto fama e successo interpretando uno sceneggiato ma i produttori hanno poi deciso di sostituirlo con un ologramma. Reuben, quindi, si ritrova a dover fare lo sceriffo, interagendo con un superiore antipatico e altri strampalati character (tra essi c’è Raul, un gatto parlante).

Come scoprirà a sue spese Reuben, la corruzione dilaga e le situazioni che affronterà sono a dir poco pericolose. Ci sono gang di strada che combinano guai, malviventi di ogni tipo, individui spietati pronti a tutto pur di raggiungere i propri obiettivi; nonché minacce nascoste, per esempio quella rappresentata da letali messaggi subliminali che manipolano le masse, con esiti devastanti. Man mano che la narrazione procede, Reuben rimarrà coinvolto in un’incredibile serie di intrighi e complotti e non è detto che riuscirà a cavarsela.

Un altro elemento essenziale di American Flagg! è simboleggiato dall’universo femminile. Le donne di Chaykin sono tutte sexy, disinibite (per non dire di facili costumi) e infide. L’autore punta consapevolmente sul sessismo e sul maschilismo, con intenti provocatori e un tono irriverente. Sebbene nelle storie non manchino situazioni drammatiche, il sarcasmo (che pare quasi anticipare di parecchi anni l’attitudine di Quentin Tarantino) la fa da padrone. Chaykin prende in giro tutto e tutti: gli ebrei, i transessuali, i neri, scrivendo testi e dialoghi sopra le righe.

American Flagg! è pregevole anche per i disegni. In questo senso, la serie è una delle opere migliori dell’autore. I personaggi rivelano le influenze di Gil Kane, elaborate in chiave personale. Ciò che più colpisce è l’impostazione delle tavole. Molte vignette sono incastonate tra loro. Ve ne sono alcune di grandi dimensioni che includono al loro interno altre più piccole. I bordi delle pagine sono stipati di frasi dai caratteri tipografici enormi, da strilli e slogan pubblicitari, da testi aggiuntivi che spiegano o commentano ciò che il lettore sta osservando; per non parlare poi delle onomatopee che spesso prendono il sopravvento sulle figure (una tecnica simile a quella usata, con intenti diversi, da Walt Simonson).

Pur nella diversità dello stile, Chaykin a tratti fa pensare al Jim Steranko di Nick Fury Agent of The SHIELD e molte tavole sono stupendi esempi di arte pop. Insomma, American Flagg! è una lettura imperdibile che non può mancare nella libreria di un cultore del fumetto statunitense. Coloro che già lo conoscono sanno di cosa parlo. Chi ancora non lo conosce avrà un’incredibile sorpresa. Ha fatto dunque bene Editoriale Cosmo a pubblicare questa pietra miliare dei comics.

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