Punisher vol 6 – Nel sangue: recensione

Pubblicato il 15 Dicembre 2011 alle 12:03

Con questo volume lo scrittore Rick Remender conclude la sua gestione sul Punisher, mettendolo di fronte ai suoi ex alleati e alla sua nemesi storica: Mosaico !

PUNISHER vol.6 – NEL SANGUE

Autori: Rick Remender, Roland Boschi, Mick Bertilorenzi
Casa editrice:
Panini Comics
Provenienza:
Stati Uniti
Prezzo: 5,50 euro
Anno di pubblicazione in Italia:
2011

Rick Remender è una delle nuove leve su cui la Marvel sta puntando molto ultimamente, grazie anche alle buone prove dimostrate su un personaggio come il Punitore.

Dopo aver preso il testimone dall’ormai affermato scrittore Matt Fraction, Remender è stato in grado d’inserire alla perfezione Frank Castle anche nel Dark Reign dell’universo Marvel per poi condurlo in direzioni inaspettate, come quella horror/mistica del cosiddetto “Frankencastle”.

Adesso che il Punitore è tornato normale Remender decide di concludere la sua avventura col personaggio, riprendendo le trame lasciate in sospeso prima dello scontro con Daken, che ne decretò la (momentanea ) morte…

Nei primi due volumi infatti avevamo assistito al ritorno di Microchip, alias David Linus Lieberman, primo ( e più duraturo ) aiutante di Castle nella sua guerra contro il crimine. Fu il supercriminale Hood ad utilizzare la magia nera per resuscitarlo e mettere i bastoni fra le ruote al vigilante, di cui fece tornare in vita persino la famiglia, come sappiamo trucidata anni prima in uno scontro a fuoco tra bande malavitose.

Dato che tutto questo era stato voluto da Microchip, il quale si è anche macchiato dell’omicidio di un agente S.H.I.E.L.D., l’obiettivo primario del Punitore sarà quello di vendicarsi del suo ex alleato, ma questa caccia all’uomo nei bassifondi della città lo porterà ad imbattersi in una misteriosa donna, che gli ricorderà la brutale sorte che Castle aveva riservato alla sua rediviva famiglia… Frank infatti decise di bruciarli vivi tutti e si giustificò dicendo che questa resurrezione era una cosa sbagliata e contro natura, ma sorge il dubbio che forse questa guerra abbia ottenebrato quasi del tutto la sua mente e la sua capacità di ragionare secondo coscienza, visto che le persone davanti a lui erano in tutto e per tutto i suoi affetti più cari.

Ma quello della famiglia non sarà l’unico fantasma a ritornare dal passato… l’attuale aiutante di Castle infatti è un giovane di nome Henry Russo, che si è scoperto essere nientemeno che il figlio di Mosaico, una delle storiche nemesi del Punitore, anche lui creduto morto ma in realtà vivo e vegeto, tornato per reclamare la sua paternità e uccidere il suo nemico giurato una volta per tutte.

Lo scrittore concentra l’attenzione proprio sul travagliato rapporto tra Henry e suo padre, violento e poco presente, e per questo odiato a tal punto dal figlio da aver sposato la causa di Castle, aiutandolo a far fuori tutti i criminali come lui. Ma in generale vengono analizzati tutti coloro che hanno fatto da assistenti al Punitore in questi anni, come anche Stuart Clarke, un tempo noto per essere il supercriminale Rampage e poi sfigurato al volto come Mosaico, di cui adesso è alleato.

Ciò che sembra venir fuori è che tutte le persone che aiutano il Punitore in qualche modo rimangono “scottate” o addirittura perdono la vita, e nessuno alla fine sembra essere riuscito a diventare anche amico di Frank e non solo uno strumento per portare avanti la sua missione. L’unico che forse potrebbe fare eccezione è proprio Henry, per cui alla fine Frank sembra quasi provare un sentimento paterno, davvero inusuale per lui e comunque ben celato esteriormente….

Tutta la vicenda converge in un violento ed infuocato ( nel senso letterale del termine ) faccia a faccia finale tra Castle, Mosaico e suo figlio, con cui Remender conclude la sua gestione. Una trama serrata e avvincente, con dialoghi ruvidi ed espliciti in perfetto stile Punisher, supportati dal tratto veloce ed efficace di Roland Boschi e dell’italiano Mick Bertilorenzi, meno dinamico e cinematografico di Boschi, ma comunque valido, soprattutto per quanto riguarda volti e anatomie.

Nel sangue è un volume molto classico del Punitore, nel senso che non vedrete molti superumani combattere contro di lui, ma piuttosto la solita feccia di strada con cui è abituato ad avere a che fare, anche perché più adatta alle sue possibilità. Assolutamente imperdibile dunque per chi ama le storie vecchio stile del personaggio e per chi ha apprezzato la gestione di Remender.

Voto: 7

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