Luthor: Recensione

Pubblicato il 14 Novembre 2011 alle 13:50

Il magico duo di Joker si concentra su un altro celeberrimo villain del DC Universe, con una storia drammatica e introspettiva che descrive le più impensabili sfaccettature psicologiche del nemico per eccellenza di Superman!

Luthor

Autori: Brian Azzarello (testi), Lee Bermejo (disegni)
Casa Editrice: Planeta De Agostini
Provenienza: USA
Prezzo: € 14,95, 16,8 x 25,7, pp. 144, col.

In altre occasioni ho scritto che gli eroi non hanno senso senza un nemico. Batman non sarebbe lo stesso privo del Joker. I Fantastici Quattro non avrebbero motivo di esistere se non si contrapponessero al Dottor Destino. Se non ci fosse il Teschio Rosso, la vita di Capitan America non avrebbe scopo. Se si riflette, dunque, sul primo supereroe della storia, e cioè Superman, cosa sarebbe costui se non venisse tormentato dall’acerrimo avversario Lex Luthor?

Nel corso dei decenni, uno dei villain fondamentali del DC Universe è stato descritto in svariati modi: scienziato pazzo, abile manipolatore, farsesco e meschino criminale che, accecato dall’odio nei confronti dell’Uomo d’Acciaio, non riusciva mai a pervenire a una vittoria duratura. Specialmente in era pre-Crisis, Luthor era questo.

Ma, dopo Crisis, John Byrne ne diede una rappresentazione più plausibile, seria e suggestiva. Nella sua versione, Lex era, oltre che uno scienziato, un abile e spietato uomo d’affari, intelligente, intuitivo, subdolo. Il suo potere era costituito dal grande impero economico da lui diretto e dai contatti con il mondo politico, finanziario e mediatico degli Stati Uniti (non trascurando i suoi legami con la malavita organizzata). In un certo qual modo, il Luthor byrniano risentiva in parte del Kingpin rivisitato da Miller.

E gli autori che si sono succeduti a Byrne hanno mantenuto queste caratteristiche. Di conseguenza, i lettori hanno avuto a che fare con un character di notevole spessore psicologico e decisamente sfaccettato. La prova di ciò è data dallo splendido Luthor, che include la miniserie Lex Luthor: Man of Steel, realizzata da un duo che già aveva prodotto un altro gioiello, Joker, guarda caso dedicato alla nemesi di Batman: Brian Azzarello e Lee Bermejo.

Azzarello, innanzitutto, cerca di rispondere a una cruciale domanda: per quale ragione Lex odia Superman? Possibile che tutto sia dovuto all’invidia? O esistono motivi più importanti? Di conseguenza, lo scrittore si addentra nei meandri emotivi di un uomo potentissimo che può distruggere la vita di chiunque con una semplice telefonata o concedersi di passare la notte con donne bellissime. Ma che non è amato. E, soprattutto, non è felice.

Il Luthor di Azzarello è una persona perfida ma in alcune occasioni sensibile e ciò è dimostrato dai malinconici monologhi che rivelano le sue inaspettate insicurezze e persino un barlume di umanità. Luthor è un essere umano, malgrado tutto, e ciò lo differenzia dal suo nemico che resta sempre e comunque un alieno. Colpisce il fatto che Luthor, pur compiendo azioni imperdonabili, è in buona fede, si considera nel giusto ed è convinto che le sue decisioni siano positive per la società.

Tali riflessioni erano già state parzialmente svolte da altri autori in passato ma Azzarello va fino in fondo, con un’analisi psicologica di estrema intensità, con rimandi alla filosofia di Nietzsche, testi evocativi e dialoghi ben curati. Benché la miniserie sia imperniata su Luthor, Azzarello impreziosisce la story-line con le apparizioni di Superman (che in questo caso, in uno straniante mutamento di prospettiva, è glaciale e disumano); Batman; una supereroina creata da Luthor, chiamata Hope; la segretaria di Luthor e un classico avversario di Supes come il Giocattolaio, non privo di agghiaccianti pulsioni pedofile.

Lo sceneggiatore di 100 Bullets dimostra, per l’ennesima volta, le sue capacità e, per ciò che concerne i disegni, Lee Bermejo svolge un lavoro sopraffino. Il suo tratto, in alcune sequenze quasi iperrealista, è una gioia per gli occhi. Luthor è freddo e scostante in determinate pagine mentre, in altre, rivela, a volte con un semplice sguardo, la sua fragilità. La segretaria di Lex è meravigliosamente sexy. Batman e Superman intimidenti. Il lay-out delle tavole è inventivo e vanno segnalati i meravigliosi colori di Josè Villarubia. Insomma, Luthor piacerà ai fans di Superman ma pure agli estimatori della linea Vertigo, dal momento che la miniserie in questione è sofisticata e adulta nei toni, pur non raggiungendo, forse, il grado di eversione del Joker degli stessi autori. Da non perdere.

Voto: 7 ½

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