X-Men Legion vol. 1 [Recensione]

Pubblicato il 10 Aprile 2017 alle 10:00

Chi è il mutante più folle dell’Universo Marvel? La risposta è una sola: Legione! Non perdete le avventure del figlio schizofrenico del Professor Xavier incluse in un volume dai toni visionari scritto da Simon Spurrier e disegnato da Tan Eng Huat e Jorge Molina!

Negli ultimi tempi si parla molto della serie televisiva dedicata a Legione, uno dei mutanti più strani della Marvel. Sebbene nel serial ci siano differenze rispetto alla versione fumettistica, le atmosfere narrative sono anti-convenzionali.

Non c’è da stupirsi poiché Legione, sin dalle sue prime apparizioni negli albi Marvel, non era assimilabile alla maggioranza dei mutanti della Casa delle Idee. Creato negli anni ottanta da Chris Claremont e Bill Sienkiewicz in una sequenza innovativa di New Mutants, è il figlio del Professor Xavier.

Il più potente telepate del mondo, tuttavia, non era a conoscenza della sua esistenza, dal momento che sua madre, Gabrielle Haller, per molto tempo l’aveva tenuto nascosto.

Nella versione iniziale, David Haller era senza dubbio scioccante. Era anche lui un telepate ma affetto da una forma grave di schizofrenia. Ogni lato della sua personalità aveva un potere diverso e il suo stato mentale lo rendeva a dir poco pericoloso.

Pur non trattandosi di un vero e proprio cattivo, Legione rappresentava quindi un rischio per le X-squadre. A ciò si aggiunse il look particolare che Bill Sienkiewicz mutuò da quello del protagonista del film Eraserhead di David Lynch.

Bastano perciò questi accenni per comprendere che non è un personaggio qualunque. Legione fu a lungo una figura di secondo piano delle saghe mutanti ma le cose sono poi cambiate.

Panini Comics propone un volume che include i nn. 1-9 di X-Men Legacy. Usciti nel 2013, compongono una story-line che lo presenta con un’attitudine meno estrema e aggressiva. Ciò non toglie che la sua instabilità sia un problema.

All’inizio della vicenda, David si trova in un rifugio nell’Himalaya, guidato da un guru che cerca di aiutarlo a trovare se stesso. Per giunta, la morte di Charles Xavier non contribuisce a rasserenare l’animo del giovane e nella sua psiche esiste una dimensione denominata Complesso Qortex, popolata dalle sue personalità, rissose e malvagie, che tentano costantemente di prendere il sopravvento.

Accade però qualcosa che spingerà gli X-Men a dare la caccia a Legion, con conseguenze spiacevoli. Lo scrittore Simon Spurrier delinea il ritratto di un ragazzo tormentato e confuso che prova ammirazione nei confronti del padre ma nello stesso tempo nutre rancore poiché ritiene che l’abbia trascurato. Spurrier, con il pretesto di una saga dai toni onirici e visionari, usa Legione come strumento di critica del sogno di Xavier.

David, infatti, pensa che gli X-Men, spinti dall’utopia di una pacifica convivenza tra umani e homo superior, non abbiano migliorato la condizione del genere mutante. Si limitano a reagire alle minacce. Sarebbe invece il caso di creare presupposti che implichino la loro assenza.

Legione, quindi, cercherà di prevenire i pericoli e rimarrà coinvolto in una serie di situazioni folli. Un ruolo importante è giocato da Blindfold che lentamente instaurerà un rapporto affettuoso con lui. Il tragico passato della ragazza e i suoi rapporti con il fratello sono uno degli elementi essenziali della story-line.

Spurrier scrive testi inventivi, ironici, caratterizzati da metafore e arditi giochi di parole, cercando di discostarsi dai tipici contesti narrativi delle X-storie. Da questo punto di vista, ci riesce, e in effetti l’opera non è facile e indubbiamente poco mainstream nell’impostazione.

Ai disegni si alternano Tan Eng Huat e Jorge Molina. Il primo ha uno stile grezzo, volutamente sgradevole ma appropriato per una serie del genere. A volte, tuttavia, le tavole sono troppo confusionarie.

Il secondo, invece, ha un tratto meno grottesco ma cerca di mantenere l’impostazione grafica contorta e sperimentale che contraddistingue la serie. Nel complesso, come giudicare il volume? E’ interessante e presenta una prospettiva inusuale dell’universo mutante. Merita quindi un tentativo.

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