Batman il Cavaliere Oscuro III: La Razza Suprema 02 [Recensione]

Pubblicato il 3 Luglio 2016 alle 11:25

Arriva un nuovo tassello della controversa opera distopica del grande Frank Miller! Che fine ha fatto il Cavaliere Oscuro? E cosa succede ad Atom e alla potente Wonder Woman? Ce lo spiega il maestro del Maryland coadiuvato da Brian Azzarello!

Avevo recensito il primo numero dell’edizione italiana di Dark Knight III The Master Race, terzo tassello della saga distopica di Batman ideata da un maestro indiscusso dei comics, il grande Frank Miller. Il leggendario autore di opere del calibro di Born Again o Sin City è spesso stato al centro di polemiche e controversie, anche di tipo extra-fumettistico. Questa sua nuova sortita in ambito batmaniano, tuttavia, ha subito fatto discutere.

Come avevo chiarito nella precedente recensione, l’opera non può essere messa sullo stesso piano di Dark Knight Return o Batman Year One ed è stata realizzata in un momento drammatico della vita di Miller. La grave malattia che l’ha colpito ha contribuito a fargli prendere la decisione di ideare una nuova storia del Detective Incappucciato e le motivazioni economiche hanno giocato un ruolo senz’altro importante. Molti hanno tuttavia considerato Dark Knight III The Master Race una specie di reazione psicologica di Frank. In poche parole, Miller non ha voluto arrendersi e si è impegnato a fare ciò più ama: i fumetti.

Ai testi è assistito dal bravo Brian Azzarello, sceneggiatore abituato alle atmosfere thriller e noir e che annovera Frank tra le sue principali influenze. Costoro hanno quindi ricominciato a raccontare le vicende del mondo futuribile introdotto nel capolavoro Dark Knight Return. Nello scorso episodio, in realtà, non si era capito molto. Si sapeva solo che Bruce Wayne è ufficialmente morto e che il commissario Yindel si occupa di un nuovo misterioso vigilante che indossa i panni di Batman.

Ora qualcosa cambia e bisogna dire che il secondo numero è migliore e la trama decolla. Il nuovo Batman è una ragazzina che viene catturata dal GCPD. Durante un interrogatorio, scopriamo qualcosa sul destino di Bruce Wayne ma non è detto che il resoconto della ragazza sia veritiero. I testi di Miller e Azzarello sono più maturi e i due firmano monologhi valorizzati da una suggestiva liricità. Sebbene non si raggiungano i vertici di Dark Knight Return risultano comunque efficaci.

Miller e Azzarello si concentrano poi sul minuscolo Atom e sulla città di Kandor, ben nota ai fan storici di Superman. Senza spoilerare, specifico solo che accadrà qualcosa di terribile e non è ancora chiaro in che modo ciò influenzerà le vicende di Bats. I disegni sono dell’ottimo Andy Kubert che realizza tavole di grande impatto, caratterizzate da un lay-out inventivo. Di tanto in tanto, specialmente nei primi piani, cerca di avvicinarsi allo stile milleriano, con risultati interessanti.

Dark Knight III The Master Race è comunque un’opera che coinvolge il DCU nel suo complesso. Miller e Azzarello hanno infatti realizzato pure alcuni albi auto-conclusivi, denominati Dark Knight Universe Presents, incentrati su diversi eroi della casa editrice di Superman e Batman. Il mese scorso la Lion  ne aveva incluso il primo, dedicato ad Atom, scritto e disegnato da Miller. Ora  tocca a quello di Wonder Woman. Il fatto che sia coinvolto Azzarello è in fondo plausibile, dal momento che si è occupato della serie New52 dell’Amazzone.

In questo caso, vengono approfondite alcune questioni riguardanti Lara, la potentissima figlia di Superman e Wonder Woman, già apparsa in precedenza. La trama è un pretesto usato da Miller e Azzarello per evidenziare il rapporto conflittuale delle due eroine. I disegni sono del bravissimo Eduardo Risso, acclamato illustratore di 100 Bullets dello stesso Azzarello, nonché ennesimo artista in un certo qual modo influenzato da Miller. Le sue tavole sono estremamente dinamiche e lo stile fluido, essenziale ed espressivo in alcuni momenti fa effettivamente pensare a quello di Frank.

Lo ripeto. Dark Knight III The Master Race non è l’opera milleriana migliore ma va presa in considerazione. E’ l’atto di coraggio di un uomo che non intende cedere al dramma che l’ha colpito. Che intende lottare alla stregua degli eroi che descrive.

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