Recensione – The Witcher 3: Blood & Wine

Pubblicato il 6 Giugno 2016 alle 20:00

CD Projekt Red dà l’addio a Geralt di Rivia con Blood & Wine, l’ultima espansione a pagamento di The Witcher 3: Wild Hunt. E il risultato è un capolavoro.

Se dal trailer si poteva pensare che Geralt, in visita nel ridente regione di Touissant, sarebbe stato coinvolto in sanguinosi intrighi che covavano dietro la patina di rispettabilità di quella terra fiabesca, la realtà dei fatti è un tantino differente: il cacciatore di mostri infatti sarà convocato a sud proprio per risolverli, quei misteriosi e brutali omicidi che stanno insanguinando i vigneti di Touissant, che saranno iniziati già da un pezzo quando arriveremo a destinazione.

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Dalle sequenze mostrate nelle settimane in precedenza al lancio si evinceva che il witcher si sarebbe trovato nel posto giusto al momento giusto, e invece la missione dell’ultimo DLC (attivabile nei pressi di Oxenfurt) ci verrà assegnata quasi come un contratto qualunque.

Quasi, si, perché fin dai primi istanti capiamo che ci saranno molte novità ad aspettarci. Prima fra tutti le colorate armature dei cavalieri erranti di Touissant, che sembrano usciti da una favola o da un racconto di Miguel de Cervantes. E poi la ricompensa che ci verrà offerta dalla contessa Henrietta, invocando la celebre Legge della Sorpresa. E ancora vecchi amici, spuntati direttamente dalla saga di romanzi di  Sapkowski.

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Ma non voglio rovinarvi nulla, perché il piacere di Blood & Wine sta tutto nell’avventura, nello scoprire, nell’esplorare questa magnifica, enorme (tanto quanto il Velen) nuova regione che CD Projekt ha creato dal nulla per salutare lo strigo più famoso del mondo dei videogiochi.

Innanzitutto, dopo aver installato l’espansione, il gioco ci avvertirà che ci sono tre modi per usufruirne: caricare un salvataggio, iniziare una nuova partita, o selezionare il dlc per giocare esclusivamente questa missione, liberi dalla storia principale di Wild Hunt e tanto meno da Hearts of Stone.

Ovviamente non è necessario né aver completato il gioco principale né possedere il primo dlc per poter godere di Blood & Wine, anche se i nemici saranno molto ostici e gli scontri impegnativi, e aver passato svariate ore sul gioco e conoscerne ben più che i soli rudimenti vi sarà certamente d’aiuto (basti pensare che è consigliabile affrontare la nuova storia solo con un personaggio di livello 34 o superiore).

A differenza della prima espansione a pagamento, che a un prezzo inferiore offriva parecchi contenuti ma lesinava un po’ in missioni secondarie, basando più o meno il 70% dell’offerta nello storyline principale, questo Blood & Wine si presenta già nelle sue prime fasi imponente a livello contenutistico: la quest principale si attesta intorno alle 30 ore di durata, e numerosissime saranno quelle secondarie, che già nella prima ora di gioco vi sommergeranno.

Ed esplorando la mappa (gigantesca, e piena di punti di interesse da scoprire) ci imbatteremo in tantissime bacheche piene di annunci, così tante che il sottoscritto non le ha ancora spulciate tutte (e nonostante questo, la lista delle cose da fare mi ha tenuto impegnato dall’uscita del gioco ad oggi).

Nella solare Touissant, regione più a sud del gioco, Geralt troverà vecchi amici e contesse ammalianti e dalle forme sinuose, ma anche nuovi mostri e tante insidie.

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Lo strigo scoprirà che dietro gli orribili omicidi all’apparenza casuale si nasconde un temibile serial killer che sta punendo i cavalieri di Touissant che si sono macchiati del più ignobile dei crimini: mancare al giuramento di cavalleria, ignorando le cinque virtù sacre.

Dopo l’aggiornamento gratuito (che, tra le altre cose, ha rinnovato praticamente tutte le opzioni dell’interfaccia e del menu) Blood & Wine rivisita anche il sistema delle mutazioni, aggiungendo tantissime nuove abilità con le quali sarà possibile potenziare Geralt di Rivia.

Inoltre, ci sarà una nuova caccia al tesoro per ricostruire un nuovo set armatura della scuola dei Witcher – della Manticora – ed è stata aggiunta la possibilità di dipingere i singoli pezzi del nostro equipaggiamento, così da adattarci, volendo, ai colori sgargianti di questa regione, piena di verde e vigne e cavalieri fiabeschi adornati con piume di pavone sugli elmi.

E’ anche stata aggiunta una componente gestionale: senza fare spoiler sulla trama, Geralt diverrà proprietario terriero, e spendendo i nostri soldi potremo rimodernare una villa semidistrutta che diverrà, di fatto, la nostra casa.

Graficamente, il titolo è abbacinante. Molto è dovuto alla palette di colori usati per contraddistinguere Touissant – regione collinare ispirata Borgogna francese e alla toscana – che ora è verde e dorata e rossa come il vino (o come il sangue) e ora è grigia, nei cimiteri nebbiosi e inquietanti o nelle case infestate. Di notte il cielo stellato sembra pieno di diamanti, al tramonto e all’alba è un tripudio di colori, e oltre ad essere molto convincente il colpo d’occhio è anche molto coinvolgente.

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La colonna sonora è stata rivisitata, con l’aggiunta di un nuovo tema inedito e molti pezzi ri-arrangiati ad arte, per calarci ancora di più nell’atmosfera fiabesca di Touissant. La regia nelle scene di intermezzo sembra studiata da Hideo Kojima, e la sceneggiatura gode di picchi sublimi di narrazione, che è un crescendo di emozioni e colpi di scena alternati a riflessioni profondi e toccanti sugli esseri umani, che a volte sanno essere più crudele dei mostri.

Unica nota negativa va fatta al frame rate, che alcune volte va a singhiozzi nelle fasi più concitate. Ma molto di rado, al punto che farete fatica ad accorgervene, e di certo l’esperienza non ne viene intaccata.

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