Recensione: Batman Confidential 6 – La Tomba di Re Tut

Pubblicato il 22 Febbraio 2011 alle 16:30

Autori: Nunzio De Filippis, Christina Weir, J.M. De Matteis, Gerry Conway (testi), José Luis Garcia Lopez (disegni)
Casa Editrice: Planeta De Agostini
Provenienza: USA
Prezzo: € 10,95, 16,8 x 25,7, pp. 128


Come sanno gli estimatori di Batman, le avventure dell’Uomo Pipistrello, nel corso dei decenni, sono state caratterizzate da svariate atmosfere narrative. In linea di massima, si può affermare con un certo margine di sicurezza che le situazioni thriller e noir, specie negli ultimi anni, sono prevalenti, peraltro appropriate per un character sostanzialmente ‘dark’ come il nostro Bruce Wayne.

Tuttavia, particolarmente negli anni sessanta, molte storie di Bats furono spesso e volentieri ironiche e demenziali (uso la definizione in senso positivo), con vicende assurde e paradossali mutuate dal mitico telefilm interpretato da Adam West e Burt Ward. In quel serial televisivo, infatti, Batman e Robin erano sovente coinvolti in story-line farsesche e ‘camp’ e tale tendenza non mancò di influenzare anche i comics del Cavaliere Oscuro.

Oltre ai classici Joker, Catwoman o Enigmista, gli autori del telefilm usarono villains appositamente studiati per il tv show e tra essi bisogna ricordare Re Tut, professore di egittologia fuori di testa che, per una serie di circostanze, crede di essere la reincarnazione di Tutankhamon. Di lui si sono ricordati Nunzio De Filippis e Christina Weir, autori di una divertente sequenza di Batman Confidential, serie antologica dedicata al detective mascherato, giunta in Italia alla sesta uscita.

Ne ‘La Tomba di Re Tut’, quindi, Batman deve vedersela con il terribile Re Tut, dedito ad uccidere, per motivi misteriosi, varie persone, dopo aver lasciato strampalati indovinelli da risolvere. In parole povere, il criminale sta copiando il modus operandi dell’Enigmista che, ovviamente, non è molto entusiasta della cosa. Facendo buon viso a cattivo gioco, dunque, Batman deve allearsi con quest’ultimo per cercare di fermare Re Tut.

La storia è un sentito omaggio al Batman ‘kitsch’ degli anni sessanta, pieno di humour e ironia, e si legge con piacere; per giunta, gli sceneggiatori riescono a caratterizzare le psicologie di ogni personaggio, ben delineando l’accesa rivalità esistente tra Batman e l’Enigmista, specie per ciò che concerne le rispettive capacità deduttive.

Questo sesto volume di Batman Confidential è, a suo modo, classico, poiché, oltre al chiaro rimando a un’epoca fumettistica ormai passata, è appannaggio, dal punto di vista visivo, del grande Josè Luis Garcia Lopez, nome storico del fumetto americano, nonché di quello DC Comics, nello specifico. Il suo tratto non ha nulla di sperimentale o contaminato, come nel caso di tanti penciler odierni, ma non ha perso d’efficacia, nel lay-out delle tavole e nello story-telling, con una perfetta riproduzione fisica di ogni personaggio.

Il volume, inoltre, presenta in appendice tre storie d’annata, tutte disegnate da Garcia Lopez, e scritte da due sceneggiatori leggendari del comicdom USA: Gerry Conway, convenzionalmente conosciuto come ‘l’assassino di Gwen Stacy’; e J.M. De Matteis. I primi due episodi sono tratti dalla celeberrima The Brave and The Bold, imperniata sulle alleanze di Batman. E qui il Cavaliere Oscuro, in deliziose situazioni fantascientifiche da b-movie, ha a che fare con alieni e viaggi spazio-temporali con un tocco di misticismo, in compagnia di Hawkman e Hawkwoman, nel primo caso, e del pellerossa Scalphunter (uno degli eroi western della DC), nel secondo. Mentre, invece, il terzo episodio, tratto dal mensile Batman dei primi anni ottanta, è la splendida cronaca di uno scontro con il Joker. E, ovviamente, Garcia Lopez illustra questi episodi da par suo.

Come ho già scritto, questo numero di Batman Confidential è certamente il più classico nello stile, tra quelli finora pubblicati, e potrebbe interessare coloro che volessero leggere, di tanto in tanto, qualcosa dai gradevoli toni retrò, con recuperi di vecchi episodi. E spero che ce ne siano altri in futuro (soprattutto, come nella fattispecie del tp in questione, stampati a colori e non in bianco e nero, come a volte tende a fare Planeta De Agostini).


Voto: 7

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